Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015

Federazione Castelli, Colleferro. Litoranea

Conferenza di Organizzazione della federazione Castelli, Colleferro, Litoranea

Documento Politico conclusivo

Con le elezioni in Grecia e la vittoria di Syriza si è aperta una possibilità concreta di fermare le politiche della troika.

Una coalizione di sinistra con un programma politico, chiaro ed identitario, Può VINCERE; una sinistra che non guarda solo indietro, ma soprattutto avanti.

Le politiche d’austerità messe in campo dall’ Unione Europea hanno distrutto i diritti e lo stato sociale e questo ha accentuato le disuguaglianze e la povertà, creando disgregazione sociale, facendo sentire se persone più sole ed impotenti.

Renzi ed il suo governo in Italia stanno compiendo queste pratiche reazionarie e conservatrici: iniziando con la demolizione sistematica dei diritti, partendo dalla definitiva abolizione dell’articolo 18 con l’attuazione del Jobs Act, dopo il mandato in bianco votato dal Parlamento a ridosso delle vacanze natalizie; delle deleghe ricevute è stata attuata sino ad oggi quella sul contratto a tutele crescenti, che oltre gli slogan del Presidente del Consiglio, su occupazione e diminuzione delle forme contrattuali, porterà solo precarietà e libertà di licenziamento ai padroni, negando la possibilità della reintegra dopo un licenziamento illegittimo e riconoscendo solo un misero indennizzo in denaro. Inoltre sta smantellando anche la scuola pubblica, il welfare e la democrazia.

In questa difficilissima fase storica rafforzare il nostro partito e collaborare alla costruzione di un nuovo soggetto politico (Altra Europa) è un passaggio NECESSARIO. Un partito organizzato è per noi uno strumento utile e indispensabile per la lotta contro l’austerità e il neoliberismo, per connettere i conflitti e i soggetti dobbiamo adoperarci per una riunificazione dei proletari ed anche per rispondere alle diffidenze e al rifiuto della “forma partito” ampiamente diffusa nella società. Quest’ultima non è immutabile, ma sta alle nostre capacità adottare il necessario cambiamento verso la struttura più adeguata alle necessità della fase.

A livello organizzativo proponiamo l’accorpamento in grandi dipartimenti, diminuendo sensibilmente il numero ad oggi esistente.

Come Federazione prendiamo atto degli emendamenti proposti ed approvati a livello nazionale dai\lle Compagni\e del terzo documento, ma soprattutto delle difficoltà evidenziate da alcuni\e Compagni\e nello svolgimento dell’attività politica territoriale, riaffermando l’ esigenza di costruire una rete da supporto e di intervenire rispetto alle problematiche che di volta in volta emergeranno.

Relazione introduttiva

La scelta di svolgere la conferenza di Organizzazione a Pomezia nasce dalla volontà di esprimere la massima attenzione e sostegno ad un circolo che poco tempo fa è stato vittima di un'aggressione violenta, come potete vedere dai fori lasciati dai proiettili.

Iniziamo la nostra conferenza parlando della Grecia, perché in questo momento è il punto di massima esplicazione della politica che da tempo stiamo portando avanti. In Grecia dopo la vittoria di Syriza si sono realizzate le condizioni per mettere in atto quella politica di disobbedienza attiva sui trattati internazionali come strumento e meccanismo per far saltare le politiche neoliberiste e mostrare che è possibile un'alternativa di classe. Da sola però la Grecia non può reggere il livello dello scontro, in cui oltretutto i media stanno conquistando i cittadini ed i lavoratori ad una visione di lotta di popoli, paventando rischi per loro. Per sostenere la lotta di Syriza, che è lotta di quanti si oppongono alle politiche neoliberiste, è necessario il nostro impegno nella costruzione di un movimento antiliberista che supporti quelle scelte, facendo comprendere che la lotta dei Greci è una lotta contro la speculazione finanziaria. La stessa speculazione che in Italia sta distruggendo, con Renzi, il welfare, la scuola, i diritti dei lavoratori e la democrazia,

L'insicurezza economica e sociale è l'elemento su cui soffiano le destre nella costruzione del loro consenso. Attraverso la costruzione di una pletora di soggetti antropologicamente “colpevoli” zingari, immigrati, ladri, politici, Unione Europea, alimentano il desiderio di una semplificazione e di una omogeneizzazione etnico-sociale che porterebbe ad una comunità più sicura espellendo ogni diversità. Non a caso quindi il tentativo di Casapound a Pomezia di alimentare l'allarme sociale nei confronti dei migranti lì inviati dal prefetto in modo autoritario e in assenza di ogni progettualità, tentativo sventato dai compagni di Pomezia che hanno mostrato come con l'impegno diretto si potesse passare, dallo stereotipo tipizzato del “mostro”, ad evidenziare i problemi di persone in carne ed ossa e quindi alla solidarietà popolare evidenziando come la costruzione di un mutualismo sociale possa rompere l'atomizzazione sociale, consentendo di intervenire sulle solitudini e le disperazioni ricostruendo una comunità basata sulla solidarietà.

La proposta di Landini e della FIOM, della coalizione sociale, è importante perché al di là delle deformazioni mediatiche, che vorrebbero vedervi direttamente la fondazione di un partito politico, segna la costruzione di uno schieramento sociale che mette insieme tutti coloro che si sentono impegnati contro le politiche di austerità. Da quella proposta emerge un fronte associativo che può interloquire ed interagire positivamente nella costruzione di una soggettività politica unitaria della sinistra antiliberista. Per questo motivo, oltre che per riprendere ed allargare l'opposizione alle politiche del governo Renzi, è necessario tutto il nostro impegno nella costruzione della massima partecipazione alla manifestazione del 28, rendendo visibile la nostra presenza negli spezzoni territoriali con le nostre bandiere ed i nostri striscioni.

Dobbiamo continuare ad impegnarci nella costruzione del soggetto antiliberista, siamo stati sin dall'inizio all'interno del progetto dell'Altra Europa, con cui in una condizione di intreccio di militanze diverse siamo riusciti ad eleggere tre deputati sconfiggendo, norme elettorali infami, l'ostracismo mediatico, la depressione e il disincanto dei nostri compagni che vi vedevano l'ennesima riproposizione di esperienze già sconfitte.

L'Altra Europa di cui spesso a livello territoriale siamo stati il motore è un progetto che dobbiamo sviluppare e far crescere, costruendo un luogo di aggregazione capace di parlare a quanti ne sono ancora fuori pur condividendo la necessità di lottare contro il neoliberismo e l'austerità. Dobbiamo impegnarci nel far crescere i comitati comunali alimentando l'adesione dei cittadini e dei lavoratori al processo costituente che in questo momento si è messo in moto e che avrà il suo secondo momento nell'assemblea dei delegati dell'11 e 12 aprile. A questo processo è possibile aderire con scheda cartacea o con l'adesione on line all'indirizzo listatsipras.eu/l-assemblea/sottoscrivi-siamo-ad-un-bivio.html

L'obiettivo come sapete è quello di costituire un soggetto POLITICO antiliberista su basi democratiche e partecipate che semplifichiamo con lo slogan “una testa un voto”.

La Conferenza di Organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista è dunque il passaggio necessario per costruire lo strumento Partito necessario e utile a realizzare quanto detto sino ad ora. Obiettivo di fondo è quello di riunificare ciò che il neoliberismo divide, riconnettere conflitti, soggetti, problemi operando una riunificazione e ricostruzione della classe e della sua coscienza. La critica feroce, che emerge tra i cittadini, della forma partito è parte dell'interiorizzazione di un pensiero dominante che i media hanno reso egemone è che invece di mettere in discussione i soggetti responsabili dei processi corruttivi e degenerativi mettei in discussione la funzione di sostegno alla partecipazione popolare che la costituzione assegna ai partiti. In tal modo si alimenta la passivizzazione politica delle masse, il rifiuto della politica sentita come mondo estraneo ai problemi dei cittadini, la rinuncia nell'uso degli strumenti democratici di decisione e di scelta. Dobbiamo reagire a questo stato delle cose a partire dal rifiuto di accettare di considerare la relazione Partito-Movimento come alternativa, evidenziando che i due momenti non sono in contrapposizione ma sono due modalità, due momenti distinti, tuttavia strettamente irrelati, di una stessa battaglia.

Molto spesso sento compagni lamentarsi sul che cosa fa il partito sul territorio, allora ho cercato di ricostruire cosa si è fatto nell'ultimo anno, un anno di difficoltà estrema dovuto anche al permanere di una depressione tra i militanti per l'interiorizzazione delle sconfitte precedenti, interiorizzazione che talvolta ha anche impedito di esprimere una piena soddisfazione per quelle che invece sono stati dei successi come l'elezione degli europarlamentari.

Citando, così, alla rinfusa: Pomezia, Iniziativa di mutualismo sociale ai migranti di mare nostrum, Anzio, iniziative di socialità, di formazione con Dino Greco, dibattito e controinformazione contro la buona scuola di Renzi, Velletri, iniziative di socializzazione e partecipazione al movimento no discarica, no biogas, Lanuvio, incalzare l'amministrazione sul tema dei diritti civili, Ardea, costruzione del movimento femminile di vertenza per l'apertura del consultorio, Albano, vertenza aperta sulla questione della discarica e della necessità che la regione rivedesse la compatibilità ambientale di quella struttura cosa che si è recentemente realizzata e avviata, Marino, partecipazione al movimento contro la cementificazione del divino amore e poi centralmente l'impegno sul piano del lavoro proposto dal Partito, le iniziative contro la buona scuola, la partecipazione alla campagna contro il TTIP, la partecipazione al movimento antifascista e le nostre iniziative antifasciste, la partecipazione al movimento contro il corridoio meridionale e la bretella Cisterna-Valmontone.

Questo elenco incompleto e mi scuseranno i circoli ed i compagni organizzatori di iniziative che non ho citato solo per dire che il partito sul territorio è vivo, agisce, ma è ancora incapace di coordinale la sua iniziativa e di sentirsi parte di un tutto più ampio. Troppo spesso siamo chiusi nell'ambito delle nostre problematiche comunali e troppo spesso, per malcelata sicumera autonomistica, non sappiamo utilizzare la nostra diffusione territoriale come rete di supporto. Certamente il campanilismo è un derivato portato dalla conformazione del nostro territorio, ma dobbiamo prendere atto che se quando l'espressione numerica della militanza era ad altri livelli non era un problema oggi produce altri effetti.Dalla debolezza nei singoli comuni emerge un sentimento di impotenza e di impossibilità ad operare che a ben guardare è semplicemente l'incapacità definire la realtà della forze militanti in campo e di guardare ai nuovi paradigmi operativi che ci stiamo dando, replicando meccanicamente il passato. Che cosa può fare un solo compagno in un comune di 60mila abitanti? La risposta l'abbiamo qui presente come esempio in cui affrontare le difficoltà di azione politica a testa alta. Non si pensa di presentare il nostro simbolo e la nostra lista alle elezioni comunali! Ma Si prova e si riprova ad alimentare il conflitto e la partecipazione, mantenere aperti, interloquendo con la federazione, spazi di dibattito e di incontro, Creare relazioni con i movimenti sul territorio, essere parte del dibattito sui problemi della città insieme alle altre forze democratiche, Creare solidarietà e mutuo aiuto. Ovviamente altro si può realizzare guardando alle singole particolarità dei nostri comuni.

Ma tutto questo può avvenire se si abbatte lo scoramento da sconfitta che ancora, senza motivi, permane tra noi, può avvenire se si comprende che la federazione non è il momento burocratico, il rapporto che si crea annualmente con la consegna delle tessere e la riconsegna di quelle fatte, può avvenire se decidiamo, finalmente, di realizzare sul territorio l'idea di una federazione che operi come organismo di relazione e supporto che permetta ad ogni compagno di non sentirsi isolato sul territorio perché appartenente ad una comunità più ampia con cui può confrontarsi, riflettere, discutere, interagire e agire. Credo che la costruzione di questo organismo debba partire rideterminando la partecipazione piena al nostro CPF che nell'ultimo hanno ha è stato crivellato di dimissioni, non mai basate su dissidi politici o questioni politiche effettuali, ma sempre esclusivamente su una conflittualità relazionale, individuale ammantata d'idealità coperta con l'appartenenza di corrente.

A conclusione della CdO ci rivolgeremo ai circoli per restaurare un CPF che nel rispetto dei risultati congressuali permetta ai compagni che lo desiderano di potersi impegnare nelle attività centrali, “perché le idee non cascano dal cielo” ma si muovono sulle gambe dei militanti e delle militanti che le realizzano.

Marco Bizzoni

Segretario federazione, Castelli, Colleferro, Litoranea.


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