Contributo Conferenza d'Organizzazione 2015

Conferenza di Organizzazione di Rifondazione comunista dell’Umbria

Perugia 26 marzo 2015

La Conferenza di Organizzazione di Rifondazione comunista dell’Umbria condivide e approva le analisi e le proposte del documento nazionale del Partito.
Seppure nella nostra regione, grazie al lavoro militante delle compagne e dei compagni e non per una presunta tradizione, persistano condizioni positive di insediamento del partito, il rafforzamento e la riorganizzazione, la democrazia di genere, il pluralismo interno, l’autofinanziamento sono elementi convincenti e di ripartenza. Intanto, l’idea secondo la quale il ridimensionamento dei circoli dovrebbe portare anche ad alcuni ripensamenti sulla stessa esistenza degli stessi è del tutto da respingere. E’ bene che i gruppi dirigenti regionali e provinciali si pongano l’obiettivo di ricostruire, non di chiudere e possibilmente di allargare. Questo è il compito. Troppo facile intervenire in situazioni favorevoli. In una dimensione come quella umbra dove il partito si è caratterizzato per forti partecipazioni alla vita interna su basi istituzioni, quando queste vengono a mancare si assiste a una fase di sicura riduzione dell’iniziativa, soprattutto nelle grandi città a partire dal capoluogo. In questo senso anche nella nostra regione il compito sarà quello di costruire quadri dirigenti in grado di radicarsi nel conflitto, nella mobilitazione, nella crisi, nelle questioni del lavoro e della democrazia, nelle pratiche sociali e nel mutualismo. Del resto in Umbria il correntismo non esiste. Continuano ad esistere invece, per vicende nazionali, pseudo scissioni o abbandoni interessati. Il calo degli iscritti c’è. Ma di certo non era necessaria una conferenza d’organizzazione per registrarlo. Così come registrarlo è necessario, ma del tutto insufficiente, anche per certo gruppo dirigente nazionale. Dare la responsabilità alla mancata percezione di massa del nostro partito per il calo delle iscrizioni è del tutto strumentale e ha come obiettivo la messa in discussione della linea politica. La verità è che a tutti i livelli, dal circolo al Nazionale, anche per la sfida enorme che abbiamo di fronte per quanto attiene l’autofinanziamento, compito dei dirigenti è lamentarsi poco e tornare a pratiche efficaci di tesseramento, chiedendo l’iscrizione, andando casa per casa, nei luoghi di aggregazione e di lavoro, insomma provando a non essere estranei alle relazioni umane. A meno che non ci si aspetti che i tesserati vengano dal cielo. Certo, registriamo con favore l’arrivo di iscrizioni via internet, un dato sicuramente positivo. Ma qui sta la prima e vera sostanziale verifica del lavoro dei dirigenti: la capacità di usare lo strumento dell’adesione al partito come prima forma di iniziativa politica e di relazione. Tutto questo ci serve per costruire una sinistra unitaria e plurale nel paese che ha come riferimento la Sinistra Europea e collocata nel GUE, di cui Rifondazione comunista è lievito e motore. Ecco, nessuno pensi di usare la conferenza di organizzazione per tornare a discutere della linea politica, linea sulla quale tra l’altro stiamo lavorando in Umbria impegnando tutto il partito.


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