Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 14 - 15 ottobre 2006

Ordini del giorno

Assemblea dei Comitati Salviamo la Costituzione del 18 novembre

Premesso che

  1. è stata stesa una spessa coltre di silenzio sulla vittoria referendaria del 25-26 giugno, che ha cancellato la controriforma della II Parte della Costituzione approvata dalla maggioranza di centrodestra nella XIV legislatura;
  2. non vogliono rinunciare al disegno della ‘grande riforma’ forze trasversali che da decenni mirano a trasformare la democrazia parlamentare in un ‘democrazia governante’, cioè nel premierato assoluto;

impegna RC-SE a

  1. continuare la lotta per la messa in sicurezza e la supremazia della Costituzione per impedire forme di regionalismo asimmetrico e per riaffermare l’universalità dei diritti di cittadinanza;
  2. contribuire alla preparazione e partecipare attivamente alla Assemblea dei Comitati Salviamo la Costituzione, che hanno espresso la loro volontà di continuare la propria attività definendo i nuovi orizzonti e compiti in una Assemblea prevista per il 18 novembre a Roma

Franco Russo
Graziella Mascia
Imma Barbarossa
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità

Scuola

Senza entrare qui nel merito delle posizioni politiche dei COBAS-SCUOLA, il CPN di Rifondazione Comunista esprime solidarietà ai compagni che continuano nello sciopero della fame e si impegna affinché si giunga al riconoscimento dei pieni diritti sindacali di un soggetto che ha espresso in tutti questi anni valori e mobilitazioni in direzione della difesa della scuola pubblica.

Vincenzo Pillai
Loredana Fraleone
Pierina Chessa
Maria Franca Atene
Rossella Morrone
Gianni Fresu
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità

Spese militari

La Finanziaria in discussione in Parlamento contiene un corposo aumento delle spese militari.
Nel momento in cui il nostro Paese deve cercare di ricostruire un profilo di Pace nello scacchiere internazionale, sviluppando una vocazione euromediterranea e incentrata alla cooperazione, questa scelta si presenta come contradditoria e non condivisibile.
Rifondazione si batterà per operare una chiara inversione di tendenza all’aumento delle spese militari per una Finanziaria che ridistribuisca risorse alla spesa sociale e alla cooperazione internazionale. In questo quadro si batterà per la modifica dell’articolo 188 e contro il tentativo di inserire nelle manovre di bilancio il rifinanziamento automatico delle missioni internazionali.

assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità

ODG sulle esercitazioni militari presso il poligono di Capo Teulada

Nonostante la pluridecennale vertenza che contrappone comunità locali e Ministero della Difesa in ordine alla cessazione delle esercitazioni militari e alla bonifica delle aree ad esse sottoposte,

Nonostante il contenzioso tra la Regione Autonoma della Sardegna, il COMIPA e le Istituzioni centrali dello Stato,

Proprio in questi giorni sono ripresi, con grande dispiegamento di mezzi, le esercitazioni militari di mare e di terra presso il poligono militare di Capo Teulada.

Questo ennesimo sfregio ad un territorio già ampiamente compromesso sul piano ambientale e depresso sul piano economico-sociale, impedisce un qualsiasi utilizzo civile e produttivo di una ampia fascia costiera, incatenando le comunità locali ad un’idea di sviluppo basata unicamente sugli indennizzi.

Il CPN del PRC impegna i propri rappresentanti istituzionali, affinché le istanze del COMIPA, della RAS e delle comunità locali trovino soddisfazione e che oltre alla cessazione delle esercitazioni si dia corso alla bonifica di quei siti.

Gianni Fresu
Paolo Antonio Licheni
Michele Piras
Pierina Chessa
Maria Franca Atene
Vincenzo Pillai
Bruno Steri
Francesco Maringiò
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità

Violenza e patriarcato

Il recente convegno di Trieste dal titolo “Violenza e Patriarcato”, promosso dalla Rete Femminista del Partito della Sinistra europea (EL-FEM), ha messo al centro delle riflessioni appassionate di tante donne la questione che crediamo possa essere finalmente centrale nel nostro presente: il complesso e tormentato rapporto tra gli uomini e le donne. Tra gli individui, le persone, i generi, le differenze sessuali: categorie tutte che attraversano il conflitto di classe, lo modificano, ne sgretolano la dimensione economicistica, ne evidenziamo la connotazione, che è presente, di dominio patriarcale.
È vero che sulla violenza contro le donne ricadono situazioni di grande pesantezza: le condizioni materiali, il disagio economico, la povertà culturale, le costrizioni fisiche, le situazioni di conflitto armato e le loro ricadute sui corpi delle donne, come sui/sulle minori (e anche sugli uomini), i fondamentalismi religiosi, in particolare delle religioni monoteistiche, i nazionalismi e gli etnicismi. Insomma sul corpo e sulle libertà delle donne ricadono pesanti gli intrecci difficili del tempo presente, anche quelli della globalizzazione neoliberista.
Ma tutto questo non basta a comprendere l’orrore che muove gli uomini a picchiare, stuprare, uccidere le donne. A torturarle, a umiliarle. Donne che gli passano accanto libere, belle, sicure di sé, non coperte, sconosciute da catturare, o “donne di famiglia”, mogli, ex mogli, fidanzate, mamme, figlie, persino nonne. La violenza contro le donne non è questione di ordine pubblico, per cui sembrano del tutto insufficienti misure legislative, militarizzazione delle città, o altre misure di tipo “padano” (evirare gli stupratori eccetera).
Certo, misure preventive occorrono: diffondere e potenziare i centri antiviolenza, gestiti da donne e fuori dalla retorica istituzionale, ma soprattutto promuovere la ricerca verso una formazione culturale (e persino scolastica) sessuata, imperniata sulle differenze sessuali, sul loro riconoscimento, sul loro intreccio e sulla loro relazione.
Ma, tuttavia, quello su cui vogliamo richiamare l’attenzione di tutte/i è che al centro della rifondazione della politica va posta la grande questione dei corpi sessuati, delle differenze, del nesso tra uguaglianza e differenza, uguaglianza e libertà. La grande questione dei soggetti, del loro intreccio e delle pratiche con cui le soggettività si fanno trama di società nuova, in cui la lotta contro lo sfruttamento, la mercificazione, l’uso strumentale dei corpi, della sessualità, della relazione uomo/donna, questa lotta sia anche insieme una ricerca di senso che rifiuti l’approdo del sacro come elemento sostitutivo della interiorità individuale e collettiva.
Dunque ricostruire la dimensione politica e costruire un suo spazio nuovo.
Uscire da sé senza perdersi: questo ci sembra un grande orizzonte non per restare attaccate a un identità chiusa e difensiva. Non perdersi significa secondo noi proprio essere capaci di uscire da sé, da un sé o da tanti sé limitati e ristretti, atomizzati. Solo con quest’ottica può essere fertile e appassionante il percorso di costruzione in Italia della Sinistra europea, in cui non si perda l’esperienza e la ricerca di Rifondazione comunista, a cui in questi anni abbiamo lavorato con passione, con la passione critica volta alla decostruzione del patriarcato della tradizione comunista, del nesso tra comunismo e potere, comunismo e nazionalismi, rivoluzione e violenza.
Proprio la nostra ricerca critica nei confronti della maschilità presente nel movimento operaio, delle sue pratiche, della sacralità dei suoi rituali ci ha sempre indotte ad una forte asimmetria ma anche ad un coerente affezionamento.
Abbiamo scritto che la critica dell’assoluto borghese di Marx non comprendeva (e non poteva comprendere) la critica del maschile che si è fatto assoluto neutro, ma riteniamo che la irrinunciabile critica del patriarcato se non si intreccia asimmetricamente alla critica del capitalismo e del liberismo rischia di acquietarsi o in una società femminile parallela o in un essenzialismo autosufficiente.
Perseverare nella ricerca critica della nostra innovazione è di fatto il contributo più trasparente alla costruzione della Sinistra europea, che non vogliamo come qualcosa di generico e indistinto ma che riteniamo debba basarsi sulla costruzione di relazioni tra le differenze e di un etica pubblica rigorosamente laica, che va ricostruita e difesa come un vero bene comune. Perciò:

  1. Lotta contro la precarietà – nel suo nesso tra esistere, vivere e lavorare – per una critica del lavorismo e dell’economicismo e per un percorso verso la liberazione umana
  2. Ripudio della guerra e dei militarismi
  3. Non violenza e disarmo delle menti e dei corpi
  4. Critica del potere in tutte le sue forme, dallo statalismo al dominio patriarcale

Per noi non sono in contrasto con il confronto vero e profondo con culture e soggetti differenti, a cui non chiediamo di rinunciare né a idee né a pratiche, così come non intendiamo rinunciare alla ricerca e alla pratica del femminismo e del comunismo critico.

Barbarossa, Arnaboldi, Cammardella, Capelli, Corneli, Deiana, Dell’Aera, Dioguardi, Emprin, Fantozzi, Fasulo, Forenza, Giavazzi, Linguiti, Loro Piana, Pace, Palumbo, Pirotta, Poselli, Rinaldi, L. Santilli, Tedde, Vangeri.
assunto dalla presidenza e approvato all’unanimità

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