Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 13 - 14 dicembre 2008

Odg Liberazione approvato

La situazione del quotidiano del nostro Partito è assai preoccupante. Una difficoltà evidente e segnalata dal deficit accumulato e che in questi anni è cresciuto fino a segnare un disavanzo per il 2008 calcolabile attorno ai 3 milioni di euro; nonché dal calo delle vendite che si è ulteriormente acuito in questi ultimi mesi.
Il Comitato Politico Nazionale prende atto delle iniziative che sono già state promosse (come il ripiano della condizione debitoria per il 2008) e che sono in corso, in particolare l’avvio del confronto tra il Consiglio di Amministrazione, le rappresentanze interne al giornale, le OOSS, sul piano di ristrutturazione del giornale e sul suo rilancio.

Fermi restando la doverosa assunzione di specifiche responsabilità delle parti e l’autonomo svolgimento di questo confronto, il CPN avanza le seguenti valutazioni di carattere politico:

  • Le difficoltà di Liberazione, che pure non sono separate da una difficoltà più generale del partito e delle conseguenze della sconfitta elettorale che abbiamo subito, vanno indagate anche in sé, nello specifico del lavoro svolto dal giornale e di come esso sia vissuto dal corpo attivo del partito e dal popolo della sinistra.
  • Nella sua ispirazione di fondo, nella scelta dei temi essenziali e degli interlocutori principali, Liberazione si è ispirata a una precisa impostazione politica e culturale che è quella “dell’oltre Rifondazione” e del superamento del partito.
  • Si tratta di una questione politica di prima grandezza e che va affrontata con grande nettezza al fine di evitare equivoci e strumentalizzazioni. Non è in discussione l’autonomia del giornale o il diritto di chi lo fa, dal direttore ai singoli giornalisti, di esprimere con chiarezza le proprie posizioni, anche quando esse possano essere in contrasto con i gruppi dirigenti del partito. Non ci interessa un giornale appiattito o ridotto a bollettino del partito. Non riteniamo, però, che si possano stravolgere le priorità, ovvero che Liberazione possa trasmettere una linea politica che oscura quando non falsifica la proposta politica del PRC. Naturalmente, tutte le posizioni sono legittime e, dentro Rifondazione, c’è piena titolarità per ciascuna e ciascuno di portare avanti ipotesi politiche che indicano strategie e percorsi differenti. Quello che va messo in discussione è l’utilizzo di una posizione di privilegio (quale quella del giornale) per veicolare una delle posizioni in campo, tanto più allorché le iscritte e gli iscritti si sono democraticamente pronunciati e hanno deciso di investire sul rilancio del progetto di Rifondazione Comunista. Da questo punto di vista, la nostra critica non è di eccesso di autonomia ma di subalternità del giornale a un indirizzo politico predefinito e democraticamente bocciato dal Congresso di Rifondazione.
  • Individuiamo in questo senso una questione prioritaria e che riguarda un allontanamento, spesso una separatezza, tra il giornale e il nostro partito, il suo indirizzo politico, la sua base militante, le sue esperienze, il suo vissuto. Una separatezza che si dimostra anche con la trascuratezza con cui vengono trattate iniziative importanti e significative, centrali e territoriali, di cui il partito è protagonista. Questa è una delle ragioni fondanti della crisi del giornale, della sua diffusione, del suo radicamento e anche del calo delle sue vendite. Senza una svolta in tale direzione, nessun rilancio è possibile.
  • Non vogliamo trascurare le importanti aperture e il dibattito che si è spesso svolto, anche in contraddittorio, con intellettuali ed esponenti della sinistra politica, sociale, di movimento, così come non intendiamo mettere in secondo piano campagne coraggiose messe in piedi su temi fondamentali riguardanti i diritti. Riteniamo fondamentale che il giornale continui ad essere uno spazio aperto ai soggetti e alle culture critiche quali il femminismo, le culture LGBTQ, l’ecologismo, la difesa della laicità, il garantismo. Questa apertura e questa capacità di far confrontare posizioni sono un patrimonio che ci appartiene e che riteniamo un errore aver contrapposto al progetto della rifondazione comunista. Al contrario pensiamo vada positivamente intrecciato all’inchiesta sociale, all’attenzione al conflitto di classe, al complesso delle relazioni sociali.
  • Per questo motivo, riteniamo che condizione del rilancio del giornale sia una netta discontinuità nel suo indirizzo generale. Una discontinuità che garantisca a tutte e tutti coloro che partecipano alla sua realizzazione piena autonomia e piena libertà e consenta, al contempo, di mettere Liberazione in sintonia con il sentire e il fare del partito e con quanto di progressivo si muove nella società italiana, accresca la ricchezza del dibattito e il suo pluralismo, faccia dell’inchiesta e del rapporto con i movimenti la propria ragione di fondo. Riteniamo che Liberazione sia un bene comune del partito e della sinistra, un patrimonio di intelligenze, competenze, esperienze, che non vanno assolutamente disperse e da cui non si può prescindere per qualsiasi progetto di ripresa e rilancio della comunicazione, dal punto di vista degli oppressi e delle culture critiche del capitalismo contemporaneo.
  • Il CPN impegna quindi la Direzione nazionale a verificare in tempi rapidissimi che il piano di ristrutturazione del giornale risponda quindi a due requisiti fondamentali: il pareggio di bilancio per l’anno 2009 e l’indirizzo editoriale sopra esposto.
  • Il rilancio della rifondazione comunista necessità quindi di un giornale che interpreti creativamente questo progetto politico ma anche di strumenti di riflessione, analisi e dibattito teorico. A tal fine il CPN dà mandato alla segreteria di dar vita ad una rivista mensile, a carattere teorico-politico, che assuma il progetto della rifondazione comunista come proprio asse di ricerca. Occorre costruire uno spazio pubblico di ricerca sulla rifondazione comunista superando la frammentazione e la segmentazione che ha caratterizzato in questi anni la riflessione interna al nostro partito. Data la situazione economica del partito questo progetto deve essere realizzato utilizzando energie già disponibili e prevedere un sostanziale pareggio di bilancio.
  • Il CPN impegna inoltre la segreteria a istruire una discussione politica complessiva sulle forme di comunicazione oggi utilizzate e da utilizzare da parte del partito a tutti i livelli. E’ infatti evidente che la collocazione extraparlamentare del Partito e la sostanziale esclusione dei grandi mezzi di comunicazione di massa, richiede un salto di qualità nella nostra attività di comunicazione a tutti i livelli, a partire da un migliore e maggiore utilizzo di internet e dei mezzi radiotelevisivi, in modo da superare il sostanziale oscuramento che l’attività politica del partito oggi subisce.

chiudi - stampa