Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 28 - 29 novembre2009

Ordine del Giorno - Violenza e patriarcato

Le migliaia di donne, che nel pomeriggio di ieri 28 novembre hanno percorso un pezzo delle strade di Roma, hanno risposto con i loro corpi, i loro volti, le loro voci a un sentimento diffuso di tantissime donne nel mondo, ma qui specialmente in Italia, qui ed ora. Un sentimento fatto di stupore, di indignazione, di rabbia, si di rabbia, perché dopo tanti secoli, tante sofferenze di donne, tante ribellioni, personali e politiche, il “fenomeno” della violenza maschile sulle donne sia ancora così forte e così diffusa, come dimostrano in maniera eloquente le tante cifre a nostra disposizione. In realtà la violenza sulle donne, pur avvenendo per la massima parte nelle pareti domestiche e nella sacra famiglia, Non attiene solo alla relazione tra il singolo uomo e la singola donna; si iscrive nell’ordine patriarcale che è la forma sociale di relazione umana più antica del mondo, se è vero che Federico Engels affermava che nella relazione uomo-donna la donna è il proletario e l’uomo è il borghese- Qualunque uomo, di qualsiasi classe sociale.

Ma il patriarcato assume forme e contesti variegati, si ristruttura così come il capitalismo, si intreccia al capitalismo ma non ne dipende, così come la contraddizione di genere può intrecciarsi alla contraddizione di classe ma non ne dipende. Ebbene è il patriarcato la forma storica e il nutrimento ideologico della violenza contro le donne.

Violenza di stato, attraverso le leggi che intervengono a colpire le condizioni economiche e sociali delle donne, l’autonomia delle scelte sessuali e procreative, la sovranità su di sé e sul proprio corpo, la libertà. Si tratta di leggi che le forze di destra in accordo con le gerarchie vaticane si arrogano il diritto di imporre alla società italiana, dalla terribile legge 40 alle vicende della RU486, in cui la maggioranza governativa pretende di imporre alle donne un ricovero ospedaliero coatto, in quei letti di ospedale sovrastati da crocefissi e immaginette di Padre Pio a ricordare alle colpevoli che la loro funzione è quella materna. Ebbene, queste leggi non sono state e non sono contrastate abbastanza dalle forze di centro sinistra e di certa sinistra, le quali balbettano sia per la presenza al loro interno di ramificazioni del Vaticano, più per timore di perdere voti tra i cosiddetti moderati.
Violenza delle guerre e delle misure sicuritarie: le donne vengono stuprate dai “nemici” e dai “liberatori”, compresi i militari del’ONU, ma anche in nome della liberazione delle donne si dice di fare le guerre e si invocano misure sicuritarie contro i cosiddetti clandestini che vengono da paesi “altri”.
Violenza contro lesbiche, gay e trans, colpevoli di essere fuori dalla cosiddetta “normalità” eterosessuale, e che per questo sono costretti/e a subire umiliazioni, discriminazioni, privazione di diritti sociali e civili, botte e massacri.
Violenze dei fondamentalismi religiosi, che pretendono di inchiodare le donne a ruoli fissati dagli uomini, padri, fratelli, amanti, uomini della politica e delle istituzioni, preti e cardinali.
Violenza razzista, che si manifesta nei centri di identificazione ed espulsione, ma anche nella società per cui gli uomini occidentali si iscrivono ai viaggi di turismo sessuale per fare sesso con le bambine del sud est asiatico, o percorrono le strade di periferie alla ricerca di nigeriane, albanesi, viados, e poi manifestano indignazione per la prostituzione sotto le loro case e davanti alle loro villette, che fa scandalo davanti a madri, mogli e figli.

Per quanto detto, è evidente che la cosiddetta questione di genere non attiene semplicemente alla condizione sociale delle donne, ma soprattutto alla soggettività politica delle donne, al fatto storico che nessuna rivoluzione maschile ha mai liberato le donne; sono esse medesime che hanno avviato e continuano a costruire la loro liberazione dall’ordine patriarcale e dalle nuove forme del capitalismo.

Chiediamo perciò che Rifondazione Comunista affronti finalmente al suo interno questi temi e porti nella federazione l’esigenza assoluta della sessuazione delle forme della politica, delle libertà individuali nella vita e nelle relazioni affettive e sessuali, della rigorosa laicità in tutti i terreni, culturale, formativo, espressivo, simbolico. Lo chiediamo anche in nome del fatto che la critica più profonda ai fondamentalismi religiosi in particolare a quello cattolico, è stata avviata e approfondita attraverso la critica di quel santuario ideologico/ formativo che è la famiglia e che solo le donne hanno avuto la forza e la sapienza di mettere in discussione

Imma Barbarossa

Eleonora Forenza

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