Partito della Rifondazione Comunista
Comitato Politico Nazionale 31 maggio - 1 giugno 2014

Documento respinto

Avanti verso la costruzione della Sinistra Unita

Il quadro che emerge da queste Elezioni Europee è articolato.
In estrema sintesi, nel nuovo Parlamento Europeo diminuisce il peso dei partiti del governo europeo delle larghe intese (più marcato l’arretramento dei popolari rispetto a quello dei liberali e dei socialisti) mentre crescono le opposizioni all’austerità, sia quelle di sinistra sia quelle nazionaliste, populiste e di estrema destra.
Il segnale che emerge è quindi multiforme: cresce drammaticamente (soprattutto grazie al risultato di Marine Le Pen in Francia, di Alba Dorata in Grecia, di Jobbik in Ungheria e di Farage in Gran Bretagna) il fronte di un estremismo nazionalista di destra pericoloso, incompatibile con la costruzione del progetto europeo, dichiaratamente xenofobo.
Ma cresce finalmente anche la sinistra europea della Gue, nelle sue diverse forme e con ritmi, ovviamente, diversi, aumentando il numero dei nostri eurodeputati da 35 a 51.
Veniamo al nostro Paese.
La vittoria del Pd è inequivocabile e assume una dimensione storica, raccogliendo una percentuale superata – nel nostro Paese – soltanto dalla Democrazia Cristiana tra il dopoguerra e gli anni Cinquanta. Prosciuga l’elettorato dei suoi alleati di governo, fa il pieno di consensi nell’elettorato storico di centro-sinistra e ridimensiona il Movimento Cinque Stelle di Grillo la cui leadership sta accentuando, nei posizionamenti di questi giorni, il suo profilo di forza populista e anti-europeista. L’analisi di Luciana Castellina, che vede nel Pd una progressiva evoluzione sul modello del Partito democratico americano è – da questo punto di vista – pertinente. Non una nuova Democrazia Cristiana, ma un partito interclassista che punta a rappresentare, su un profilo moderato, prevalentemente gli interessi della classe media. Dentro questo profilo, emerge – come negli Usa, in una visione sempre meno democratica e sempre più presidenzialista – la figura del leader, che incassa un consenso che va ben oltre i confini del Pd.
Proprio alla luce del successo plebiscitario del Pd di Renzi risalta il risultato importante e per nulla scontato della Lista Tsipras. Il 4,03% ci pone nelle condizioni, per la prima volta da diversi anni, di dimostrare che esiste un’altra opzione in campo, una proposta di sinistra alternativa sia alla politica delle larghe intese di Renzi, sia al populismo di Grillo.
Grazie a questa esperienza elettorale e al superamento del quorum, la sinistra italiana ha guadagnato una presenza riconoscibile e può candidarsi a giocare un ruolo autonomo, sul modello di quanto è avvenuto in questi anni in tutti i Paesi europei.
Queste elezioni hanno confermato la tesi, già ripetutamente proposta, che le formazioni di sinistra alternativa possono diventare un punto di riferimento e attrarre consensi soltanto se si strutturano come campi di aggregazione di soggetti plurali. Quando si presentano divise, come è il caso delle elezioni amministrative (a partire dal risultato delle elezioni regionali piemontesi e dei capoluoghi di provincia), raggiungono invece risultati insufficienti, del tutto incapaci di qualificare una presenza politica dignitosa nelle istituzioni e, ancora meno, nell’azione di governo locale.
Il risultato della lista Tsipras dice, invece, che anche in Italia è il tempo di affermare la presenza sullo scenario politico nazionale di un nuovo soggetto politico di sinistra, unitario e al suo interno plurale.

Non mancano i limiti, gli ostacoli e le difficoltà. Ma bisogna guardare anche alle potenzialità, e agli elementi che hanno – obiettivamente – svolto un ruolo positivo.
Senza ombra di dubbio i soggetti politici che hanno sostenuto la Lista Tsipras – in primis Rifondazione e Sel - hanno dato un contributo indispensabile al suo successo, dalla raccolta delle firme per la presentazione della lista alla intera campagna elettorale. Per questo motivo vanno ringraziati i nostri militanti e le nostre militanti, i nostri attivisti, che con grandissima generosità sono stati semplicemente decisivi per il raggiungimento del risultato finale.
Allo stesso tempo, bisogna riconoscere che senza l’iniziativa dei/delle garanti e senza il protagonismo di settori di sinistra sociale diffusa (movimenti giovanili, intellettuali, associazionismo democratico) non sarebbe stato possibile riunificare le anime tradizionalmente divise (e spesso conflittuali) della sinistra alternativa al Pd.
È la conferma di quanto abbiamo sostenuto nei mesi scorsi, quando al progetto di presentare alle Elezioni Europee la lista del Partito oppure una lista aperta alla sua sinistra e concorrente a Sel abbiamo, da sempre, contrapposto l’idea di una lista unitaria, che unisse la Sinistra in Europa e la Sinistra in Italia.
Da queste consapevolezze, dall’urgenza di attivare un percorso di costruzione di una nuova forza politica della sinistra di alternativa, non possiamo più tornare indietro. Non possiamo regredire di nuovo a uno stato di frammentazione, di autoreferenzialità, di cura dei rispettivi recinti. Dobbiamo andare avanti.
Sono l’urgenza e la drammaticità della crisi a imporci di accelerare nella costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra. Plurale, partecipato, unitario, efficace e credibile, all’interno del quale lavoreremo per affermare una presenza rinnovata e autonoma dei comunisti e delle comuniste.

Quale sarà la sua forma organizzativa dovrà deciderlo il protagonismo dei soggetti che decideranno di parteciparvi, a partire dai comitati territoriali della lista Tsipras che – come ha da subito chiesto un appello che ha raccolto già migliaia di condivisioni – non devono sciogliersi e devono diventare momenti unitari di confronto e di costruzione.
Una nuova stagione costituente, un processo da attivare in questi giorni, senza pretese di primati e senza pregiudiziali gli uni nei confronti degli altri. Con spirito aperto, problematico, capace di imparare e di mettersi a disposizione per una nuova fase della Sinistra italiana che, necessariamente, deve cominciare.

Veronica Albertini e altri

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