Riunione Direzione del 15 luglio 2004

Dichiarazione di voto di Franco Grisolia

Quando nell'ottobre dello scorso anno affrontammo il dibattito che portò all'ingiusto e ingiustificabile commissariamento della federazione di Salerno - "colpevole" di aver avviato con un voto a maggioranza del suo Cpf il processo di rottura con la giunta di centrosinistra del capoluogo - ho indicato che a mio giudizio altre erano le realtà su cui il partito avrebbe dovuto intervenire, di fronte a situazioni di conflittualità inaccettabile, scontri fisici, denunce reciproche di dirigenti del partito alla magistratura, contenziosi su tessere non consegnate o "inesistenti". Citai i casi della Sardegna, della federazione di Reggio Calabria e della Calabria in generale. Ciò tra l'altro nel momento in cui segretario regionale di quest'ultima regione era un compagno di area politica diversa da quella a cui appartiene l'attuale segretario. Non ritengo che gli ultimi mesi abbiano visto un mutamento fondamentale nella situazione della regione e penso, quindi, che, a prescindere dall'azione specifica del nuovo segretario, un intervento nazionale abbia un suo fondamento oggettivo.

Tuttavia le modalità di tale intervento hanno un importanza fondamentale.

In primo luogo dobbiamo dare risposta alla situazione di Reggio Calabria. Qui non solo il 30% richiesto dal nostro statuto, ma addirittura la maggioranza assoluta degli iscritti ha firmato la richiesta di un congresso straordinario della federazione. Lo statuto del partito assurdamente non rende automatica l'assunzione della richiesta, ma la demanda ad una decisione della Direzione Nazionale. Tale decisione è dovuta e ricordo che la raccolta di firme si è conclusa quattro mesi fa. Naturalmente essendo alla vigilia del congresso nazionale del partito è logico che ci sia una unificazione tra i due momenti, dando però garanzie democratiche ai firmatari della richiesta di congresso straordinario.


Per questo avevo presentato un ordine del giorno che proponeva di commissariare la federazione reggina, dando nel contempo garanzie a tutti/e con la proposta di affidare la gestione del congresso non ad un singolo commissario ma ad una commissione di tre compagni/e in rappresentanza paritaria delle tre aree (maggioranza della maggioranza congressuale, emendatari, minoranza congressuale-Progetto Comunista) presenti nella federazione. E' grave a mio giudizio che, con argomentazioni formali, si sia negato di votare sulla proposta avanzata, venendo meno al rispetto di fatto nei confronti di quella maggioranza assoluta di iscritti della federazione, che, in evidente contrasto con l'attuale gestione locale del partito, avevano, come detto, richiesto il congresso straordinario della federazione.

Tali concetti democratici e di garanzia devono valere anche rispetto al commissariamento della regione Calabria. Questa scelta tardiva può apparire derivata da preoccupazioni congressuali della "maggioranza della maggioranza" del partito. Per realizzare il necessario intervento nella situazione calabrese, dando nel contempo il massimo di garanzie a tutti i settori del partito è anche in questo caso necessario non scegliere, come proposto dalla maggioranza della segreteria, di affidarsi ad un solo commissario, ma costituire una commissione plurale di tre compagni/e, in rappresentanza paritaria delle tre aree politiche del partito presenti significativamente nella regione. In questo senso ho presentato un Ordine del Giorno.

La modalità di voto scelta implica di votare in primo luogo sulla questione del commissariamento in sé e solo successivamente sulle sue modalità. Poiché il giudizio sulla correttezza del commissariamento è per me legato al carattere democratico e plurale della sua realizzazione mi astengo sulla prima questione (commissariamento in sé) e contrappongo la mia proposta di commissione plurale alla proposta di commissario unico della maggioranza della segreteria.

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