Riunione Direzione del 21 settembre 2004

Dichiarazioni di voto

Paolo Ferrero
Voto favorevolmente al documento che presentiamo come segreteria nazionale, che riassume e sistematizza la linea politica adottata a maggioranza nella riunione di luglio del Comitato Politico nazionale ed espressa dal compagno Bertinotti in varie interviste nel corso dell'estate. In primo luogo la necessità di adoperarsi per la liberazione delle e dei cooperanti di "un ponte per…" attraverso "una azione comune di tutti coloro che possono fare qualcosa per ottenere il risultato sperato, compreso il governo italiano.. ", tenendo questa azione su un piano differente da quello del ritiro delle truppe. In secondo luogo la condanna netta della guerra e del terrorismo che si inseguono in una spirale di barbarie. In terzo luogo, la centralità della definizione di un percorso democratico e partecipato nella costruzione del programma di alternativa a Berlusconi del complesso delle opposizioni. In quarto luogo la necessità di costruire nell'autunno una ampia azione di opposizione politica e sociale al governo Berlusconi. Da ultimo lo sviluppo dell'iniziativa in sede continentale, anche attraversi lo strumento del Partito della Sinistra Europea.

Mi pare francamente incredibile che qualche compagno possa vedere in questo documento, una modifica della linea sin qui tenuta. Troppo semplice polemizzare ogni giorno con Bertinotti, deformarne le prese di posizione per poi dipingere i documenti proposti dallo stesso Bertinotti come rettifiche di linea. Così non si fa una discussione ma un gran polverone. Il problema, non è la presenza di posizioni politiche diverse, ma il fatto che il confronto sia limpido, senza caricature delle posizioni altrui, permettendo così a tutti i compagni e le compagne del partito di capire cosa sta succedendo. Al contrario, questo modo di far battaglia politica, determina confusione e disorientamento nel partito, disgrega e deresponsabilizza il gruppo dirigente, mina alla base l'efficacia della nostra azione politica.

Invito tutti i compagni a rifletterci, perché in questo modo ci facciamo solo del male.


Claudio Grassi
Il documento di maggioranza mi pare corregga positivamente alcuni punti di merito del dibattito di queste ultime settimane e alcune prese di posizione rese note a mezzo stampa.

In primo luogo, in esso è presente una più misurata valutazione della fase, con la corretta rilevazione dell'insidia rappresentata dal riposizionamento delle politiche neoliberiste, entro cui Berlusconi cerca una sua rilegittimazione, nonché dell'andamento contraddittorio della discussione interna al centro-sinistra e delle attuali difficoltà dello stesso movimento.

In secondo luogo, si insiste sulla necessità di mantenere intatta la spinta politica che chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq, evitando di accreditare l'idea che in qualche modo si auspichi la sospensione di tale rivendicazione sulla scia dell'emergenza indotta dalla vicenda degli ostaggi.

In terzo luogo, nel merito del confronto programmatico, si tematizza in termini più chiari la necessità di definire alcune discriminanti di contenuto, attivando da subito una fase di discussione aperta, che veda una larga partecipazione, a cominciare dalle forze politiche e sociali che già oggi configurano i contorni di una sinistra alternativa.

Si tratta di correzioni positive.

Resta invece un dissenso sul tema della Resistenza irachena e sull'uso della metafora della spirale guerra/terrorismo che continuo a ritenere fuorviante.

In ogni caso ritengo il documento conclusivo un passo in avanti e colgo gli elementi positivi sopra esposti come altrettanti segnali per una gestione non traumatica della vita del partito e dell'ormai imminente assise congressuale, come prefigurazione di un metodo e, insieme, come auspicio di un dibattito che si intenda libero e alieno da anatemi in una direzione o in un'altra.

Per questi motivi, dichiaro il mio voto favorevole al documento in questione.


Gennaro Migliore
Voto a favore del documento conclusivo della Direzione Nazionale presentato da Bertinotti ed altri poiché rappresenta la naturale evoluzione e la concreta applicazione della linea politica decisa nell'ultimo Comitato politico nazionale di giugno, più volte ribadita da Bertinotti nelle dichiarazioni pubbliche di questi ultimi mesi.

Si tratta di una linea che ha dato i suoi risultati positivi anche su quei punti, qui ribaditi con forza, che hanno visto grandi opposizioni da parte delle minoranze interne. In particolare si ribadisce il nesso stringente e non subordinato tra la guerra ed il terrorismo, la piena internità ai movimenti ed alle loro pratiche democratiche, l'assoluta centralità del Partito della Sinistra Europea, sia internazionalmente che in Italia.

La proposta politica generale si basa sulla costruzione di una democrazia partecipata per affrontare sia il tema dell'alternativa di società che quello dell'alternativa di governo. E' quindi un documento che, senza tatticismi o equivoci distinguo, deve realmente impegnare tutto il nostro partito.


Gigi Malabarba, Franco Turigliatto
Condividiamo alcune delle indicazioni di lavoro sul terreno della iniziativa sociale e della costruzione delle mobilitazioni di massa contro il governo Berlusconi, contenute nel testo proposto al voto dalla segreteria.

Queste proposte condivisibili sono però interne e subordinate a un quadro e a un orientamento politico, peraltro confermati continuamente dalla gestione pubblica quotidiana, che non condividiamo.

Ci troviamo, infatti, di fronte a una linea politica che considera ormai scontato l'accordo di governo con Prodi senza che alcuna convergenza politica e programmatica abbia potuto essere verificata senza che le forze del centrosinistra abbiano dato segnali positivi di disponibilità nella costruzione della mobilitazione sociale.

Questa linea politica ci appare sempre più distante e contraddittoria con l'ipotesi di alternativa e di battaglia anticapitalista delineate nell'ultimo congresso, comincia a creare contraddizioni con settori di movimento e, in ogni caso, rende più complicata la risposta alle difficoltà, pur sottolineate, dei movimenti stessi e la costruzione della sinistra di alternativa.

Per queste ragioni di fondo esprimiamo un giudizio e un voto contrario (anzi ci stupiamo che altri settori critici decidano di votare oggi a favore non essendo intervenute novità sostanziali). Presentiamo invece un documento di "15 tesi alternative" che abbiamo elaborato per partecipare alla prima fase di dibattito politico promosso dalle "15 tesi" del segretario, esprimendo così la nostra volontà di coinvolgere, nella dialettica congressuale che si apre, tutti coloro che vogliono sviluppare fino in fondo la svolta avviata nel 1998, basata sulla centralità dei movimenti e del conflitto sociale. Nello stesso tempo non condividiamo il documento della minoranza.

Riteniamo, infine, utile, per lo sviluppo e il rilancio del giornale, la proposta avanzata per Liberazione, auspicando che la nomina del nuovo direttore proveniente da un'altra esperienza politica e giornalistica si colleghi con la valorizzazione delle risorse di direzione e della redazione esistenti.

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