Direzione del 7 febbraio 2014

Documento respinto

Con Tsipras per unire la sinistra e cambiare l'Europa

La crisi economica che attanaglia l’Europa, e in particolare il nostro Paese, sembra non avere fine.
In questi anni la forbice fra le classi più agiate e quelle popolari si è inesorabilmente ampliata, con le prime che diventano sempre più ricche e le seconde sempre più povere, con il paradosso apparente di una società opulenta, nella quale magazzini e supermercati sono pieni di merci, e milioni di persone sono impossibilitate a comprarle e costrette, al contrario, a rinunciare anche ai beni di prima necessità.

Mai come oggi per rimettere in moto l’economia sarebbero necessarie politiche anticicliche con forti investimenti pubblici, sicurezza del lavoro e sostegno al reddito per rilanciare i consumi. Al contrario, le classi dominanti insistono nelle politiche di austerità inseguendo il feticcio ragionieristico del pareggio di bilancio: taglio della spesa pubblica, attacco ai diritti di lavoratori e pensionati e contenimento di salari, pensioni e spesa sociale.

La difficoltà di questa fase è acuita dal fatto che, in assenza di una risposta credibile e consapevole della sinistra, a prevalere, anche culturalmente, è l’egemonia dell’avversario, con il risultato che, la crisi, da economica diventa sociale e generale. La guerra fra i poveri si scatena e prendono campo le peggiori pulsioni populistiche, che rischiano di spingere le società europee verso pericolose derive autoritarie.

Tuttavia, nonostante l’egemonia del capitale, in Europa e in diverse parti del mondo le forze comuniste e di sinistra alternativa stanno dimostrando vitalità e capacità di risposta: in America Latina le esperienze politiche e amministrative di alternativa rappresentano ormai un punto di riferimento a livello mondiale (ricordiamo in proposito lo straordinario successo del FMLN che in Salvador sfiora il 50% dei consensi); in Europa, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna al Portogallo, dalla Repubblica Ceca fino soprattutto alla Grecia i comunisti e la sinistra di alternativa riescono ad avere la credibilità politica e la forza numerica per rappresentare un punto di riferimento concreto per milioni di cittadine e cittadini. Ciò è possibile, soprattutto, grazie a due elementi fondamentali: una chiara e radicale proposta riformatrice, che contesta i presupposti dell’impianto neoliberista sui quali oggi si fonda l’Unione Europea; e una vocazione unitaria.

In questo contesto l’Italia rappresenta un elemento di drammatica controtendenza. L’assenza di un punto di riferimento credibile a sinistra non solo determina la sostanziale inutilità delle numerose piccole formazioni politiche che costituiscono il panorama della sinistra nel nostro Paese, ma favorisce anche, indirettamente, l’affermarsi prepotente di pulsioni demagogiche e populistiche.

La costruzione di una “Lista Tsipras” alle prossime elezioni europee può rappresentare il primo concreto segnale di una indispensabile inversione di tendenza. Per alcune ragioni di fondo:

1) i contenuti programmatici di questa proposta sono chiari e individuano, con coerenza, nelle scelte della UE negli ultimi 20 anni e nelle politiche neoliberiste nelle quali essi si inquadrano, la causa e non la soluzione della crisi. Al contempo non si limitano alla denuncia ma propongono soluzioni concrete, tangibili per uscire da sinistra dalla crisi, non rinunciando a un progetto europeo radicalmente diverso;
2) la vergognosa legge elettorale che si sta discutendo in Parlamento (e le soglie di sbarramento altissime che si prevedono) impone, a chi voglia a continuare a fare politica nella società ma anche nelle istituzioni, la costruzione di una aggregazione politica in grado di raccogliere un vasto consenso;
3) un successo della lista Tsipras alle elezioni europee accelererebbe il processo unitario della sinistra, aiutando a superare gli ostacoli e le titubanze ancora esistenti, ponendo le condizioni per l'avvio di un percorso costituente.

Riteniamo pertanto positivo che, intorno a questa ipotesi, si stiano raccogliendo forze politiche organizzate, associazioni, movimenti e singoli cittadini.
Da questo punto di vista consideriamo molto importante che numerosi intellettuali abbiano dato vita a un manifesto a sostegno della candidatura di Tsipras alla presidenza dell’Unione Europea. È fondamentale che tale sostegno si sviluppi anche al di fuori dei luoghi tradizionali della politica.

Allo stesso modo non rinunciamo a rimarcare il peso e l'importanza delle strutture organizzate, senza il cui lavoro ogni impresa di ricostruzione e rigenerazione della Sinistra, a partire dal lavoro intorno a questa lista, sarebbe molto difficile. In questo senso valutiamo positivamente la scelta compiuta dal congresso di Sel, che ha visto prevalere il sostegno al leader di Syriza e ai contenuti, politici e programmatici, che la sua candidatura rappresenta. L’assise nazionale di Sel dimostra quanto l’attuale fase politica, anche a sinistra, sia caratterizzata da possibili cambiamenti, e quindi come sia indispensabile, da parte di tutti, un atteggiamento di grande apertura e dialogo. Questo è il momento di costruire ponti e relazioni, non quello di erigere muri e steccati.

Proprio per queste ragioni oggi siamo chiamati a un compito delicatissimo e il Prc, per la sua storia, può rappresentare un tassello decisivo. Rifondazione Comunista si farà promotrice, in ogni sede, di qualsiasi azione tendente a rimuovere gli elementi di divisione che potrebbero compromettere la nascita e l’evoluzione della lista Tsipras, impegnandosi a valorizzare ogni elemento che possa contribuire a costruire un percorso unitario.

Bonadonna, Borrelli, Bregola, Campese, Cangemi, Coppa, Cristiano, Grassi, Oggionni, Petrini, Santilli.

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