Numero 53 - Settembre 2001

Le 10 giornate per il tesseramento 2002

Abbiamo deciso di produrre uno sforzo eccezionale per il tesseramento 2002. Intanto vorremmo imprimere una particolare accelerazione nei dieci giorni che vanno dal 2 all’11 novembre. Non sempre nel corso di questi ultimi anni le giornate del tesseramento hanno dato risultati soddisfacenti. Molto probabilmente ciò va imputato al carattere – come dire? – un po’ burocratico e rituale con il quale questa occasione è stata vissuta. Quest’anno non dovrà essere così, le dieci giornate non potranno avere alcun segno di stanca ritualità. Questo tipo di atteggiamento politico è sempre sconsigliabile tanto più oggi a fronte dell’eccezionale fase che stiamo vivendo e che si protrarrà per i prossimi mesi. Per non dire di quello che in termini di iniziativa di massa abbiamo alle spalle, di quanto hanno cambiato il corso delle cose nel nostro Paese le grandi manifestazioni contro la globalizzazione, le iniziative che su questi temi si sono tenute, le associazioni che rapidamente sono cresciute e si stanno strutturando proprio avendo come punto di riferimento fondamentale la possibilità – denegata sino all’altro giorno – di costruire un altro scenario mondiale.
Un’intera generazione di uomini e di donne si sta formando proprio nel vivo di questi movimenti. Così come una nuova generazione di operai si sta confrontando con il tema arduo e cruciale per un Paese come il nostro del rinnovo di un contratto come quello dei metalmeccanici. Abbiamo già detto che non si tratta di mondi separati ma di realtà che si parlano, e che questo parlarsi dobbiamo assumerlo anche noi come una delle priorità della nostra iniziativa politica. Le dieci giornate del tesseramento peraltro si vanno a collocare già all’interno del nostro percorso congressuale, dello sforzo che stiamo compiendo perché questo V Congresso rappresenti un’effettiva svolta rispetto al nostro concreto modo di essere, al modo come noi oggi siamo Partito. E’ fuor di dubbio che noi abbiamo bisogno come il pane di una forte innovazione prima di tutto di cultura politica. Su questo abbiamo lavorato (penso alla ricerca collettiva svolta a Chianciano) ma con scarse connessioni con la vita reale e quotidiana del Partito e le stesse innovazioni sono per lo più apparse fini a se stesse e non in grado di intervenire concretamente sui percorsi politico-organizzativi. Spesso anche il buon lavoro di tante compagne e tanti compagni risulta compresso in pratiche tutte interne, soffocato da troppi passaggi, collocato in secondo piano da pulsioni elettoralistiche. Tutto questo deve finire. Come deve finire l’idea che il tesseramento, il radicamento del Partito nei luoghi di lavoro possa essere cosa solo di pochi addetti ai lavori e non problema prima di tutto ed essenzialmente dei gruppi dirigenti. Per superare sappiamo bene che tutto questo non basterà organizzare al meglio le dieci giornate. Può aiutare, in ogni modo, pensare alle dieci giornate del tesseramento come ad una grande occasione di dibattito e di intervento politico.
Stiamo lavorando concretamente affinché nella stragrande maggioranza dei nostri circoli si svolgano assemblee, incontri, vere e proprie feste del tesseramento con la presenza di tutti i dirigenti nazionali del Partito. Pensiamo ad iniziative nelle quali si discuta, ci si diverta, si balli, si mangi in compagnia. Perché questa è la sfida che sentiamo di poter raccogliere e che nasce anche dall’esperienza qualche volta sofferta di questi anni. La sfida dell’apertura e dell’innovazione della stessa forma partito. Di come rendere le nostre strutture più accoglienti, più capaci di stare nei territori, di organizzare conflitti, di divenire luoghi nei quali si ritrovi qualche parziale caratteristica di quell’altro mondo che non solo è possibile costruire ma di cui oggi già si avverte qualche segno.

Milziade Caprili

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