120323loucaFransisco Luça, leader del partito della sinistra radicale, si mobilita con il sindacato
Il Portogallo si è fermato contro i licenziamenti facili e l'abolizione di fatto della contrattazione collettiva, sostenendo lo sciopero generale della maggiore centrale sindacale, Cgtp, cui ha aderito anche Blocco di Sinistra (Bloco de Esquerda -Be). Ne abbiamo parlato con Fransisco Luça, leader del partito della sinistra radicale.
Quali sono i vostri punti fondamentali contro la riforma?
In questo momento la disoccupazione vera arriva al 22%. Facilitare i licenziamenti, come prevede la riforma, significa peggiorare la situazione. Vogliamo un'altra politica che aiuti la creazione di posti di lavoro, con giustizia fiscale e redistribuzione della ricchezza. Una politica che permetta di vivere e non di sopravvivere in condizioni di povertà con salari e pensioni da poveri.

La riforma abolisce di fatto la contrattazione collettiva. Sembra che la democrazia nei luoghi del lavoro fra poco sarà un ricordo...
Sì, ma non solo questo. Vogliono applicare in tutta Europa una specie di legge naturale. L'hanno fatto in Grecia e cercano di farlo come minimo in tutto il sud Europa. Cercano di annullare la contrattazione collettiva e applicare massicciamente il lavoro precario. Con ripercussioni nefaste per i salari, le pensioni, i servizi sociali.
I guru dei mercati dicono che il Portogallo non potrà uscire dalla recessione nel 2013, come prevedono il governo di Passos Coelho e la Troika. Sarà costretto a chiedere una secondo pacchetto di «salvataggio»?
Il governo insiste che non sarà necessario, ma è più probabile il contrario. È chiaro che non possiamo pagare gli interessi del 7%, 12% o 15% che impongono gli speculatori dei mercati. Il secondo pacchetto di «salvataggio» è già pronto, anche se non è stato annunciato pubblicamente. Così si alimenta un circolo vizioso: l'aumento continuo dell'austerità crea più recessione, che a sua volta diminuisce le entrate fiscali aumentando il deficit e il debito. Dobbiamo rompere questo ciclo di ricatti.
La sinistra politica portoghese come risponde alle sfide della crisi?
I militanti del Blocco già nella notte di mercoledì erano fuori dai cancelli delle fabbriche e dei posti di lavoro. Dobbiamo stare in prima linea e organizzare la risposta sociale alla crisi, sostenere la Cgtp. In Portogallo non abbiamo la contrapposizione tra le forze di sinistra che esiste in Italia o in Grecia. Blocco di Sinistra e Partito Comunista non hanno molte difficoltà a mettersi insieme in parlamento per affrontare i tagli e le politiche antisociali, a progettare alternative a favore del lavoro, contro la precarietà, l'uguaglianza tra uomo e donna, la difesa dello stato sociale.

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