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Tra il primo turno di domenica e il ballottaggio del 6 maggio, Jean-Luc Mélenchon dà appuntamento al Front de gauche e a tutta la sinistra per un grande primo maggio, dietro i sindacati. Ieri a Marsiglia, sulla spiaggia del Prado che dopo un lungo braccio di ferro ha ottenuto dal comune, Mélenchon ha riunito decine di migliaia di persone (100mila per gli organizzatori), come aveva già fatto alla Bastiglia a Parigi e al Capitol a Tolosa.

Di fronte a un tappeto di bandiere rosse (e rosse con una banda verde), una sfida preventiva a Hollande, che oggi organizza un meeting festoso al Château de Vincennes a Parigi (sfidato a sua volta da Sarkozy, che ha chiamato la «maggioranza silenziosa» alla Concorde alla stessa ora). Plage au peuple , un gioco di parole con lo slogan del Front de gauche place au peuple (spiaggia al popolo/posto al popolo), per dare il via a «un'insurrezione», da iniziare nelle urne in Francia, per poi proseguire, a ruota, in quelle greche e in seguito negli altri paesi europei. Mélenchon ha indicato come obiettivo un orizzonte europeo, per «invertire il ciclo», contro l'estremismo di destra che sta prendendo terreno, in paesi dove la destra indica come nemico l'immigrato. Intanto, in Francia, il primo compito è sloggiare Sarkozy. Poi, la battaglia comune, nelle due sponde del Mediterraneo, sarà di «liberare il lavoro dalle catene della finanza». Mélenchon si batte per una VI Repubblica, una repubblica sociale per mettere fine «all'ancien régime della monarchia del padronato». Il candidato della sinistra della sinistra, che i sondaggi indicano come il probabile «terzo uomo», al 17%, dietro Hollande e Sarkozy, ha ricordato ieri al Prado che il Front de gauche è «l'unico partito che propone un'estensione dei diritti dei lavoratori»: il diritto di veto contro i licenziamenti collettivi, contro le delocalizzazioni e le ristrutturazioni (come accade attualmente nella siderurgia); il diritto di acquisire i mezzi di produzione da parte di cooperative di lavoratori in caso di cessazione di attività decisa dal padronato; la creazione di una sicurezza sociale professionale, per evitare di perdere tutto in caso di disoccupazione. Nell'anniversario della Repubblica spagnola ('36-'39), Mélenchon ha di nuovo ricordato ieri le grandi tappe e le conquiste dei lavoratori in Francia: il '36 e il Fronte popolare, la liberazione del '45, il '68 e i diritti sindacali, l'81 e il comitato di igiene e di sicurezza sul lavoro. Per il 2012, propone nuovi diritti ecologici, ricordando che i diritti del passato sono minacciati (ha menzionato gli incidenti sul lavoro: nell'ultimo anno 43mila in Francia, con 554 morti). La finanza è il nemico da abbattere, ma Mélenchon teme che Hollande non sia abbastanza forte e determinato da opporsi. Venerdì, aveva manifestato assieme a un gruppo del Front de gauche di fronte alla sede dell'Autorità dei mercati finanziari a Parigi. Ieri a Marsiglia ha ricordato l'ultimo abominio: da lunedì la Borsa tedesca metterà sul mercato dei titoli speculativi sul debito francese, «un mezzo per prendere alla gola il popolo». Mélenchon diffonde l'allarme come Sarkozy, che usa l'argomento della paura per distogliere dal voto a favore di Hollande: subito dopo l'elezione, la finanza prenderà d'assalto la Francia. Per Mélenchon è un modo per spingere Hollande ad avere più coraggio. «Se la sinistra vince, questa vittoria sarà seguita dalla mobilitazione popolare» ha avvertito, sotto gli applausi. Nel lungo discorso, non sono mancate le accuse alla stampa (questa volta per le speculazioni sulla possibilità che Mélenchon si presenti alle legislative di giugno, forse a Parigi, sfidando la verde Cécile Duflot). a. m. m.

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