Noi, movimenti per la difesa delle acque e la Madre Terra riuniti presso il Padiglione Blu all'interno della Assemblea dei Popoli (Cúpula dos Povos) condividiamo unitariamente la visione che l'acqua è un bene comune, non una merce. Le acque incontaminate della Terra danno vita ad una sorprendente varietà di ecosistemi e di esseri viventi. Questa visione comune afferma la necessità di un rapporto equo ed equilibrato con la Madre Terra che rispetti le leggi della natura, mantenga l'integrità del ciclo dell'acqua e garantisca il raggiungimento della giustizia sociale e ambientale per tutti gli abitanti della Terra.

Noi riteniamo che la risoluzione ONU 64/292 sul diritto all'acqua e ai servizi igienici è un risultato significativo raggiunto dai nostri movimenti, supportato dalle molteplici campagne per l'adozione di tale diritto nelle costituzioni nazionali.

In solidarietà con le migliaia di attivisti e movimenti sociali, vogliano unitariamente respingere il controllo corporativo delle nostre società e le proposte della cosiddetta "green economy", che cercano di mettere un prezzo sulla natura e sull'acqua, mercificando sotto il pretesto della sostenibilità , lo sviluppo, la riduzione della povertà e l'efficienza; di fatto quindi monetizzando e mercificando tutto ciò che è sacro e necessario per la vita sulla Terra.

La "green economy" è l'espressione del modello capitalistico di sviluppo che presta poca attenzione alle interconnessioni idrogeologiche e crea profonde disuguaglianze economiche, sociali e ambientali e soprattutto crisi, consolida i processi di appropriazione da parte delle aziende e subordina le nostre società e la natura ai mercati finanziari.

Questo modello di sviluppo, che considera l'acqua (e la natura) come una risorsa economica, è inefficace nel garantire l'accesso all'acqua e ai servizi igienici per tutti, non può sostenere un'economia sostenibile e mina una pacifica coesistenza tra esseri umani, specie viventi e degli ecosistemi della Terra.

Noi rifiutiamo l’istituzionalizzazione del colonialismo e del razzismo e il rifiuto dei diritti all'autodeterminazione e alla sovranità alimentare dei popoli indigeni e delle comunità tradizionali.

Chiediamo ai nostri governi di rigettare le false soluzioni della "green economy" e di non abbandonare l’ acqua sotto la logica del mercato e del profitto. L'acqua, per bere o per l'agricoltura, devono essere democraticamente gestite dalle comunità e/o dalle istituzioni pubbliche e non dalle Aziende.

Chiediamo ai nostri governi di difendere l'interesse pubblico, garantire l'accesso ai servizi igienici e di acqua pulita e sicura per tutti, nella quantità indispensabile per una vita dignitosa. Invitiamo tutti i governi a riconoscere ufficialmente il diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutte le persone a livello di legislazione nazionale, in conformità con la risoluzione Onu 64/292. Il diritto all'acqua deve essere garantito in particolare come una priorità per donne e bambini, per i poveri e le persone che vivono in condizioni disumane.

Chiediamo che la conservazione dell'integrità del ciclo dell'acqua, nel quadro del riconoscimento dei diritti degli ecosistemi e delle specie, sia riconosciuta, prosperi e possa riprodursi.

Chiediamo il riconoscimento dei diritti della natura, al fine di garantire che la biosfera ed i suoi abitanti siano protetti per la sostenibilità e dell'equilibrio ecologico.

Chiediamo la solidarietà di una comunità globale e il rafforzamento attraverso la creazione di istituzioni veramente democratiche idriche globali, quali partenariati pubblico-pubblico e pubblico-comunità di partnership o la creazione di un' Autorità mondiale dell'acqua, che deve agire nell'interesse dell'umanità e della natura.

Chiediamo la creazione di un Tribunale penale internazionale per la prova dei reati ambientali.

Ci impegniamo a continuare a costruire reti e nuove alleanze sociali, ampliando e approfondendo le nostre connessioni con i Movimenti sociali in lotta per la sovranità alimentare, per un lavoro dignitoso, per i diritti dei lavoratori, per la democrazia e la giustizia sociale e ambientale.

In particolare, ci impegniamo a partecipare attivamente nelle campagne di giustizia per il clima, perché l'acqua è uno degli elementi fondamentali della vita che è interessata dai cambiamenti climatici.

Stante l'esperienza collettiva, la determinazione e l’ampia solidarietà che abbiamo incontrato con altri movimenti presenti qui all’Assemblea di Rio, riteniamo che è davvero possibile superare il modello della "green economy" e la costruzione di nuovi modelli di sviluppo in armonia con la natura.

(*) Dichiarazione approvata a conclusione della Sessione dedicata all’ Acqua nell’Assemblea dei popoli. Traduzione a cura CICMA -Testo sarà disponibile in versione Inglese – Francese - Spagnolo

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