Malapolvere, l'ultimo lavoro di Laura Curino, ci racconta una delle tante assurde storie del nostro tempo. Quella dell'amianto che ha ricoperto innumerevoli tetti d'Italia, giusto il tempo che qualcuno si accorgesse dei pericoli che rappresentava per chi lo lavorava o per chi semplicemente lo aveva vicino.



É una storia simile a tante altre. In futuro potrebbero informarci che le radiazioni dei telefonini sono altrettanto pericolose, ma anche per quello sarà troppo tardi. Prioritario, sia per l'amianto, sia che per la telefonia mobile, é vendere il prodotto. La modernità é sempre l'alibi perfetto. Via le tegole e mettiamo qualcosa di moderno, a poco prezzo all'ultimo moda. Tanto si deve pur sempre morire.

Per ricordarci lo scandalo dell'amianto, la Curino avrebbe potuto mettere su il classico spettacolo da teatro civile con tanto di "ricostruzioni militanti" del dramma da parte dei lavoratori piemontesi. Ha scelto invece semplicemente di "far parlare", avvolti da questa polvere invisibile e misteriosa, oggetti, piante e tutto quel che faceva da corollario quotidiano alle esistenze degli operai. Quel che basta per farci capire l'assurdità di ciò che ci stava accadendo. L'eternit, lo diceva il nome stesso, prometteva una sinistra "eternità". Prometteva zero manutenzioni, facilità di installazione, e bassi costi. Cosa poteva pretendere di piú un'Italia in pieno boom economico?

Uno stratagemma narrativo efficace smaschera la nostra cecità e insieme ci mette in guardia sulle sirene del XXI secolo, sempre piú raffinate e suadenti. La molla che muove tutto é il profitto al di sopra di ogni reale necessità. Ma é giusto cosí? Siamo piú rilassati oggi, con tutto il nostro armamentario virtuale a disposizione? E non era meglio avere i coppi da ripassare ogni tot anziché ritrovarsi i polmoni irrimediabilmente compromessi da una fabbrica che, come ha confermato la recente sentenza di condanna contro i proprietari, era perfettamente consapevole dei danni alla salute che provocava il suo prodotto?

Domande forse banali ma che sollevano quel velo di omertà che pervade l'informazione addomesticata dai grandi capitali delle multinazionali. Laura Curino in questo squarcio percettivo, resta sola in scena e calamita l'attenzione di noi spettatori, ancora increduli che tutto ció possa succedere, che sia successo e stia, sebbene in forme piú sofisticate, avvenendo.

Sergio Buttiglieri
tratto da www.giudiziouniversale.it
16 Aprile 2012

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