di Franco Fracassi -

 

96.201.224 euro. È quanto si sono intascati nel 2012 i vertici delle prime cinque banche italiane. Il Paese stava andando allo sfascio. Il governo chiedeva sacrifici ai cittadini. Le banche prestavano sempre meno soldi alle imprese e ai semplici clienti (mandando molti sul lastrico) nonostante i soldi versati da Italia e Banca centrale europea in loro favore. E i banchieri che cosa facevano in una situazione del genere? Si arricchivano (cento milioni di euro) in spregio a tutto e tutti, mentre il governo Monti (appoggiato da Pd e Pdl) stava a guardare.

 

Ecco la classifica dei guadagni dei massimi dirigenti di Intesa San Paolo (utili per 1.605 miliardi), Unicredit (865 milioni di utili), Monte dei Paschi di Siena (in passivo di 3 miliardi e 700 milioni a cui vanno aggiunti 4 miliardi prestati dallo Stato), Ubi (736 licenziamenti) e Banco Popolare (in rosso per 627 milioni):
Enrico Cucchiani (consigliere delegato di Intesa San Paolo) 4 milioni e 470 mila.
Antonio Vigni (direttore generale Monte dei Paschi di Siena) 46 mila per 12 giorni e 4 milioni di buonuscita.
Federico Ghizzoni (amministratore delegato di Unicredit) 1 milione e 949 mila.
Roberto Nicastro (direttore generale di Unicredit) 1 milione e 769 mila.
Pierfrancesco Saviotti (amministratore delegato del Banco Popolare) 1 milione e 708 mila.
Fabrizio Viola (amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena) 1 milione e 590 mila.
Victor Massiah (consigliere delegato di Ubi) 1 milione e 505 mila.
Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo) 1 milione e 80 mila. Giuseppe Vita (presidente di Unicredit) 998 mila.
Fabrizio Palenzona (vicepresidente di Unicredit) 335 mila.
Giuseppe Mussari (presidente del Monte dei Paschi di Siena) 234 mila da gennaio ad aprile 2013.
Luca di Montezemolo (vicepresidente di Unicredit) 134 mila.
Alessandro Profumo (presidente del Monte dei Paschi di Siena) 62 mila da giugno a dicembre 2012.

 

popoff.globalist.it

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