Si chiamava Alberto Motta il giovane operaio di 29 è morto stamani all’alba mentre lavorava nel porto di Civitavecchia; Quest’ennesimo delitto si consuma a meno di 24 ore dalla morte di un altro operaio, Paolo Borselli, morto ieri al molo 7 del porto di Trieste; ancora altri morti , altre famiglie nella sofferenza e nel lutto.
Non c’è giorno ormai che la classe operaia di questo paese non versi il proprio tributo di sangue e di dolore in luoghi di lavoro nei quali fatica per garantire l’esistenza a se stessi e ai propri cari.

E’ una strage senza fine resa ancor più insopportabile dai media che continuano a etichettare questi tragici fatti come incidenti sul lavoro, termine che veicola l’idea che un certo tasso di casi stia nelle cose, che sia inevitabile; che non siano le condizioni di lavoro a determinarli ma elementi fortuiti, quando non la stessa distrazione del lavoratore.

E invece no! Non è il destino cinico e baro che uccide più di tre lavoratori o lavoratrici tutti i giorni. È ampiamente verificato che nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a veri e propri omicidi evitabili determinati da condizioni quali non rispetto delle norme di sicurezza, super sfruttamento, mancanza di dispositivi o addirittura distacco di sistemi di protezione.

Se a questo si aggiunge l’allentamento progressivo delle sanzioni e del rischio penale per mancata applicazione delle norme e assoluta insufficienza di controlli succede che molte imprese preferiscono puntare sulla possibilità di farla franca invece che investire sulla salute e la sicurezza dei propri dipendenti.

Siamo sentitamente solidali con la famiglia e i colleghi di questa ennesima vittima di un sistema che ogni giorno mette migliaia di lavoratori e lavoratrici a rischio della vita in nome del profitto.

Sosteniamo la decisione delle organizzazioni dei lavoratori del porto di indire uno sciopero di 24 ore, ma pensiamo che occorra generalizzare le iniziative per far assurgere quella dei morti sul lavoro al rango di questione nazionale da risolvere una volta per tutte costringendo chi governa a smetterla di essere complice di questa orribile strage.

Basta morti sul lavoro!

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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