Sfruttamento del lavoro, paghe da fame e ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori si accompagnano il più delle volte a forme di illegalità Lo diciamo da tempo ma ora lo certifica l’inchiesta della magistratura milanese che coinvolge Esselunga, altre presunte aziende e diverse false cooperative tutte indagate con le accuse di frode fiscale e caporalato. La frode fiscale portata avanti per anni e valutata in 48 milioni è stata perpetrata attraverso un sistema di false fatturazioni miranti a far passare come contratti d’appalto quelle che erano invece “somministrazioni illecite di manodopera” a basso costo gestita da una successione di false cooperative che oltre a frodare il fisco a loro volta non hanno mai versato i contributi.

Un sistema criminale già indagato dai magistrati diffuso nei settori della logistica e della grande distribuzione che utilizzano società talvolta fittizie e false cooperative che nascono e muoiono continuamente per fornire manodopera a basso prezzo e disponibile a orari impossibili e alto grado di sfruttamento in quanto altamente ricattabile.

Una condizione dei lavoratori diffusa che emerge con chiarezza estrema da un’inchiesta parallela condotta dal PM Storari a carico di un colosso della vigilanza privata Servizi Fiduciari soc. coop. per i bassi salari pagati. Nei verbali della guardia di finanza si legge infatti che è “lo stato vitale di bisogno a costringerli ad accettare salari da fame, solo perché posti dinnanzi alla scelta se avere, o meno, una qualche forma di introito necessaria a qualcosa che somigli alla sopravvivenza”. Questi fatti testimoniano più di qualsiasi discorso la necessità assoluta del salario minimo legale di 10 euro l’ora contenuto nella proposta di legge di iniziativa popolare che portiamo avanti come Unione Popolare. Battersi per questa legge, per aumenti generalizzati dei salari e contro la precarietà significa lottare per ricostruire il potere contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori miglior antidoto contro le varie forme di illegalità che paghiamo tutti.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

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