di Tonia Guerra* -

Il vertice ristretto di ieri, 18 gennaio, a Palazzo Chigi, si è concluso con l’intento dichiarato di “arrivare, in una delle prossime sedute del Consiglio dei Ministri, all’approvazione del disegno di legge sull’Autonomia differenziata”, secondo il disegno Calderoli ora al vaglio dell’Ufficio legislativo.

Contemporaneamente prosegue l’iter della svolta presidenzialista e si ipotizza una Bicamerale sul tema.

La combinazione del regionalismo differenziato, bandiera e promessa elettorale della Lega, con il semipresidenzialismo, cavallo di battaglia di FdI, è devastante: disgregazione sociale insieme a svolta autoritaria.

Né possiamo farci minimamente abbagliare dalle contraddizioni e dalle indiscrezioni che penetrano la cortina fumogena delle dichiarazioni ufficiali circa la presunta armonia sulle riforme.

È urgente nell’immediato far saltare il disegno Calderoli, uno spezzatino istituzionale che confligge con l’uguaglianza dei diritti e mette i territori in competizione fra loro per l’accaparramento di funzioni e risorse.

Non ci accontenteremo delle briciole di piccoli aggiustamenti “perequativi” al Sud e alle zone più svantaggiate, né della mera “definizione” dei livelli “essenziali” (e non “eguali”) delle prestazioni sociali da garantire, come previsti nella recente legge di Bilancio, vero cavallo di Troia in funzione della “secessione dei ricchi”.

L’autonomia differenziata è inemendabile: un disegno eversivo, figlio di una modifica del Titolo V sbagliata e da rivedere.

Finalmente tante voci si stanno mobilitando per impedire questo scempio: comitati, associazioni, forze politiche e sindacali, studiosi e rappresentanti delle istituzioni locali.

Il 29 gennaio parteciperemo all’assemblea nazionale al Liceo Tasso di Roma indetta dal Tavolo NO Autonomia Differenziata, per organizzare la mobilitazione in difesa dell’unità della Repubblica e dell’uguaglianza dei diritti.

*Responsabile campagna NO Autonomia Differenziata – Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea

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