di Ezio Locatelli*

I dati che emergono dalla consultazione delle iscritte e degli iscritti di Rifondazione Comunista, con i verbali fin qui arrivati, sono inequivocabili. La stragrande maggioranza delle compagne e dei compagni, il 71,4% di quanti hanno partecipato alle 462 riunioni, di Circolo o di più Circoli accorpati, che si sono tenute in tutta Italia, ha approvato la proposta avanzata a maggioranza dal Comitato Politico Nazionale imperniata sul rilancio di Rifondazione Comunista e sulla costruzione di un soggetto unitario della sinistra. Due facce di una stessa medaglia che parlano chiaro: nessuno scioglimento e nessuna chiusura autoreferenziale. La sinistra deve unirsi, costruire spazi politici e battaglie comuni, in alternativa al Pd, nel pieno riconoscimento delle culture plurali che la compongono.


Il testo sottoposto alla discussione parlava per l’appunto dell’impegno al rafforzamento e al rilancio di Rifondazione Comunista e di costruzione del soggetto unitario e plurale della sinistra antiliberista. Il testo in questione, con tutti gli aggiornamenti del caso, è stato sottoposto ad una discussione allargata cui ha scelto di partecipare una parte significativa del partito, in specie quella costituita dal quadro più attivo e militante. Una partecipazione che non è per niente venuta meno con la rottura del tavolo di confronto nazionale operata dalle forze che hanno dato vita a Sinistra Italiana. Anzi è avvenuto il contrario, segno non solo del riconoscimento di fondo di una proposta politica ma della linearità di atteggiamento tenuto da Rifondazione Comunista. La nostra proposta di unità della sinistra non svanisce certo con l’interruzione del confronto al tavolo nazionale. In sintonia con quanto fatto in questi anni con l’Altra Europa vi è oggi più che mai la necessità di perseguire un disegno unitario e alternativo al Pd, sia a livello di progetto generale che a partire dalle elezioni amministrative, a Roma come a Milano, a Torino come a Napoli, così come nel resto del Paese.
Diciamolo pure con una punta di orgoglio. Quella che abbiamo messo in pratica con la consultazione è una forma di democrazia partecipata – il contrario delle forzature politiciste spacciate come innovazione politica – nella formazione degli orientamenti e delle decisioni che non ha raffronti in nessun’altra formazione politica. Sono ben oltre 5 mila le iscritte e gli iscritti che hanno preso parte attivamente al voto, oltre che alla discussione. Una partecipazione notevolmente superiore, più del doppio, rispetto a quella che c’è stata in occasione della consultazione per la lista l’Altra Europa con Tsipras. Allora i partecipanti furono 2441. Ovviamente la discussione andrà avanti tenuto conto anche che buona parte degli iscritti e iscritte al Prc-Se, in tutta una serie di realtà, deve ancora ritrovarsi. Andrà avanti chiedendo a tutte e tutti di stare al passo con avvenimenti e proposte varie, di starci con linearità e coerenza di pensiero, ma intanto va preso positivamente atto della buona partecipazione.
Una consultazione, sia detto, che è stata anche l’occasione per coinvolgere compagne e compagni che non fanno parte di Rifondazione i quali, in alcuni casi, si sono iscritti al partito. Segno che il partito come corpo collettivo c’è, partecipa, discute, aggrega con elementi in controtendenza rispetto ai processi di delega e di liquefazione che allo stato attuale caratterizzano le forme della politica. E lo fa, contrariamente a tante stupide distorsioni e caricature, con manifestazioni di apertura, di volontà unitaria, di generosità che sono risorse preziose, non un fardello di cui disfarsi, imprescindibili per qualsiasi progetto politico unitario di cambiamento. Davvero grazie alle compagne e ai compagni che hanno lavorato per questa espressione di democrazia.

*segreteria nazionale – responsabile organizzativo Prc-Se

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