di Ezio Locatelli -

D’accordo, nei crescenti attriti geopolitici la Francia farà pure il suo gioco in una esibizione di grandeur da vecchia potenza mondiale. Nel dire “basta fare i vassalli degli Usa” l’obiettivo che si prefigge Macron è di fare dell’Europa “la terza superpotenza mondiale” a egemonia francese. Ma è pur vero che l’uscita del presidente francese, nei cui confronti - superfluo dirlo - non nutriamo simpatia alcuna, riflette appieno la condizione di subordinazione e lecchinaggio atlantista cui siamo ridotti in Europa. Svanita ogni velleità di autonomia politica, ogni ruolo di diplomazia di pace sullo scenario internazionale l’Europa si trova appieno invischiata in una guerra che sta distruggendo vite umane, società, ambiente, economie. Di una guerra alimentata con armi e risorse sottratte a sanità, scuola, salari, benessere sociale che è distruttiva per le classi lavoratrici e la comunità umana tutta. Di una guerra che volge verso una precipitazione catastrofica su scala mondiale. Questo il suo senso di marcia. Tanto più la parabola del capitalismo mondiale si avvia verso una spirale discendente tanto più si acuisce lo scontro inter-capitalistico per l’accaparramento di mercati, risorse, capitali, per la spartizione di una torta che si riduce sempre più. In questo quadro il caos è assicurato. C’è una unica possibilità di andare al superamento di questo quadro di guerra economica e militare in crescendo. Oltre a battersi contro il predominio a mano armata di Usa la battaglia da portare avanti è quella per il cambiamento sociale, per una nuova società sottratta ai meccanismi della competizione e del profitto, per un nuovo ordinamento sociale non capitalistico. Proprio per questo la lotta per la pace, contro la guerra dovrà accompagnarsi sempre più a un processo di ripresa della lotta di classe, ovunque, su scala europea e mondiale. Lavoriamo per questo.

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