ferrero 02di Corrado Speziale
“Pigs! La crisi spiegata a tutti” (ediz. DeriveApprodi, 2012), è l’ultimo saggio di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, attraverso il quale lo stesso ha inteso dare un contributo per comprendere le origini dell’attuale crisi economica, indicando la strada per venirne fuori.
L’occasione di illustrare i contenuti del suo libro a Messina, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, è stata colta al volo per lanciare i due candidati che Rifondazione presenta nel collegio messinese alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, previste il prossimo 28 ottobre, nella lista “Claudio Fava Presidente”, in seno alla Federazione della Sinistra ed assieme a SEL e Verdi.

Si tratta di Luigi Sturniolo, 51 anni, indipendente, tra i leader storici del movimento NoPonte, autentica novità in campo elettorale, alla sua prima esperienza da candidato, sostenuto da una “cordata” (termine appropriato per lui che ama l’alpinismo) di liberi attivisti, e Gaetano Santagati, “navigato” esponente della sinistra messinese, con trascorsi da dirigente sindacale nella CGIL e nell’ex Pci – PdS – Ds, nonché di amministratore cittadino, avendo ricoperto la carica di assessore all’Annona nella giunta di Francantonio Genovese.
Al tavolo del Salone delle Bandiere i lavori sono stati coordinati da Alfredo Crupi, responsabile Lavoro ed Economia della federazione provinciale di PRC, ed introdotti da Carmelo Ingegnere, segretario provinciale del partito.

“Questo libro – ha spiegato Ingegnere – ha una duplice valenza: descrivere la crisi attuale ed essere anche uno strumento di lotta sul piano politico”. Il testo scorre lungo un binario fatto di chiarezza e semplicità, attraverso l’uso di una terminologia appropriata che trova assonanze e similitudini nella vita di ogni giorno. Ma è ovvio che il segretario ne tragga i  significati più impegnativi: “Smentisce una serie di luoghi comuni che nel tempo hanno costituito l’ossatura di quella che potremmo definire l’ideologia dominante, ossia quella neoliberista”.
Sulla stessa linea Alfredo Crupi, che parla di “demistificazione dei luoghi comuni”, annoverando tra questi proprio il debito pubblico, termine super utilizzato dalla classe politica attuale, e che “nonostante passi per il male assoluto che si scarica sulle future generazioni – dice - per ridurlo non si toccano i grandi patrimoni, i c.d.a., le grandi speculazioni, non si modifica il sistema fiscale per colpire chi ha più soldi, ma si costringono i ceti più deboli all’austerità e ai tagli”.
L’esponente di Rifondazione ha proseguito, poi, con un’analisi storica: “A distanza di oltre 80 anni dalla crisi del ’29, il pensiero dominante economico sembra ignorare tutto quello che è successo da lì in avanti e si assumono iniziative che affossano l’economia locale in nome dei mercati finanziari”.
Ed ecco, quindi, toccato uno degli argomenti chiave su cui si è articolato il dibattito: il mercato, appunto.
Paolo Ferrero inizia così la sua esposizione dell’argomento: “Siamo in una condizione in cui tutte le scelte, come la riduzione dei diritti e dello stato sociale, la compressione dell’occupazione, la precarizzazione del lavoro, vengono motivate con ragioni di tipo economico. Non esiste più alcuna discussione politica, è diventato tutto un vero e proprio stato di necessità. Quindi, per evitare il disastro – prosegue Ferrero – si fanno scelte dure e senza alternativa e si costruisce una narrazione generale che copre qualsiasi cosa”. Elenca, poi, alcuni provvedimenti del governo Monti avallati trasversalmente dal Parlamento, tirandone drasticamente le somme: “Questa è la più grande recessione provocata da un Governo dal dopoguerra ad oggi”.

E’ una questione politica ed economica che ha, senza dubbio, nello strumento della comunicazione e quindi della retorica, un elemento essenziale: “Si stanno demolendo i diritti che abbiamo conquistato in tanti anni – prosegue il segretario di Rifondazione -  e lo stanno facendo attraverso questo linguaggio economico, che passa come oggettivo, senza concedere alcuna alternativa. Se la gente pensa che Monti ha ragione, le lotte non partiranno mai”. Ed è proprio questo l’obiettivo del libro: informare e sensibilizzare i lettori su tante “verità nascoste”.
Ferrero ne spiega così il senso: “Cercare di capire ciò che accade in modo da non farsi fregare ed elaborare una risposta diversa da quella che viene proposta”. E definisce il proprio lavoro un “manuale di autodifesa popolare”.
Ad un certo punto la sua esposizione diviene una vera e propria “lezione” di economia politica condotta con parole semplici, attraverso la quale fa aprire gli occhi alla platea parlando, tra l’altro, della speculazione sui titoli di stato: “Esiste solo nell’area euro, non avviene in nessun’altra parte del mondo”, dice, portando ad esempio cosa avviene negli U.S.A., spiegando meccanismi e comportamenti dei governi degli stati, delle banche centrali e degli speculatori.
Forte dell’esperienza acquisita in tanti anni di battaglie NoPonte e NoTav, Luigi Sturniolo, per tutti “Gino”, che di meccanismi speculativi riguardanti la “finanziarizzazione” di grandi opere se ne intende, raccoglie il testimone sull’argomento.
Prima accenna alla clamorosa gaffe, scaturita da una grottesca definizione del P.I.L. (“Profitto Interno Lordo…”) da parte di Rosario Crocetta, candidato alla Presidenza della Regione, sostenuto da PD – UDC - API e PSI, nel corso di un incontro a Nizza di Sicilia, poi entra in pieno nell’argomento. “Lo spread – dice l’attivista dei movimenti – viene utilizzato come un concetto che definisce la crisi. In realtà se si riducono le spese si abbassa, perché le risorse economiche vengono sottratte al welfare per essere immesse nei mercati finanziari”.

Come fatto in altre occasioni, spiega le prossime strategie di finanziamento delle grandi opere, che, col pretesto di aggirare il debito pubblico, innescano inevitabilmente giganteschi meccanismi speculativi: “La Cassa Depositi e Prestiti, dove risiedono per lo più i risparmi postali, è destinata ad essere utilizzata per costruirci sopra il finanziamento delle infrastrutture”. Ed entra nel dettaglio: “Si tratta del meccanismo dei project bond, che attraverso l’emissione di titoli obbligazionari permetterebbe di finanziare le grandi infrastrutture, le quali, non essendo redditizie, hanno bisogno una solida base economica. Questa è fondamentalmente la Cassa Depositi e Prestiti, con una parte di finanziamento europeo attivato attraverso la cattura, nei mercati internazionali, di fondi pensione, assicurazioni sulla vita e fondi sovrani”.
Proseguendo, il neocandidato tira fuori un fatto che richiama un vecchio adagio che recita: “Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio”. Vediamo perché. “Questo meccanismo trae origine da una serie di fondazioni che fanno capo, rispettivamente, a Bassanini, Tremonti e Violante – dice Sturniolo – e stanno elaborando questo studio con la Bocconi. Ciò fa capire quanto siano irrilevanti le dinamiche nei rapporti politici rispetto ai progetti economico-finanziari che vengono concepiti in maniera trasversale”. E questa partita il centrosinistra la vince due a uno!
Un altro argomento centrale nelle argomentazioni di Gino Sturniolo è quello del “bene comune”. In tal senso concorda con Paolo Ferrero che ne parla nel libro: “Lo definisce come qualcosa che ha a che fare con il concetto di pubblico, ma che si incrocia con i meccanismi dell’autogestione”. L’esponente dei movimenti aggiunge poi: “I beni comuni devono essere un modello attraverso il quale fare un progetto di transizione, perché se andiamo a vedere cos’è la crisi, ci accorgiamo che si tratta di un meccanismo per cui oggi il sistema economico non è in grado di corrispondere alla ricchezza sociale prodotta”.

Gaetano Santagati imposta il suo intervento iniziando da una amara constatazione: “C’è un disegno, frutto di un movimento di forze che vanno nella direzione della messa in discussione dei diritti e dello stato sociale. Poi ci sono, naturalmente, gli interpreti più autentici di questa fase, ossia Berlusconi e Monti. Le scelte di quest’ultimo Governo ci condizioneranno ancora per tanti anni”.
Fa riferimento, quindi, all’iniziativa politica in atto: “Abbiamo fatto bene a cogliere questa occasione, ma dobbiamo cercare anche di introdurre gli argomenti della campagna elettorale. Il risultato delle urne in Sicilia farà sentire i propri effetti anche in campo nazionale e di conseguenza in quello internazionale. Se otterremo un risultato importante – prosegue Santagati – riusciremo anche a costruire le basi per una coalizione d’alternativa sul piano nazionale e dare un contributo sulla scelta dei programmi in campo politico, economico e finanziario”.
Ma l’esperto esponente della sinistra messinese esprime una sensazione che porta inevitabilmente a delle riflessioni, cogliendo l’occasione per scuotere i propri compagni: “In questa fase avverto un po’ di timidezza dal punto di vista politico – elettorale, quando, invece, abbiamo tante ragioni stanno dalla nostra parte, per i motivi che hanno determinato la crisi e lo sconquasso sul piano anche istituzionale”.
Chiama, quindi, tutti a raccolta sul candidato alla Presidenza della Regione: “Claudio Fava è in grado di rappresentare i bisogni dei siciliani e dare una svolta sul piano istituzionale, politico, economico, finanziario e riguardo i temi della legalità”.

Fa accenno, infine, a delle prospettive, anche sulla scorta della propria esperienza sindacale: “Noi misuriamo la crisi attraverso le tante vertenze sindacali che affrontiamo giorno dopo giorno. In Sicilia si sta perdendo il lavoro quando, invece, potrebbe esserci una grande domanda. Diciamo no alle grandi infrastrutture come il Ponte, ma riteniamo assolutamente necessari gli interventi finalizzati alla sicurezza del territorio riguardo la prevenzione dal rischio idrogeologico e quelli sul recupero dei centri storici. Una politica diversa da quella che gli altri ci hanno propinato in questi anni”.
In conclusione, prima della replica finale di Paolo Ferrero, hanno dato un valido contributo alla discussione il prof. Federico Martino, esponente dell’associazione MarxXXI e Marco Letizia, attivista dei movimenti.

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