120927consultorioAssemblea delle donne di Roma contro la proposta Tarzia
Non  possiamo che essere soddisfatte delle dimissioni di Renata  Polverini, noi che da oltre due anni conduciamo strenuamente la battaglia contro la proposta Tarzia e contro  le politiche corrotte e  antisociali della giunta  regionale. La proposta Tarzia per noi è stata l’emblema di questa maggioranza e il contrario esatto delle politiche che devono essere fatte e di cui abbiamo bisogno.
Ricordiamo
· che la proposta Tarzia era appoggiata da oltre 40 consiglieri per lo più maschi e oggi coinvolti nel disastro della Regione Lazio, ma anche da donne
· che la seconda firmataria era Isabella Rauti vicepresidente del Consiglio regionale

· che la proposta era di definanziare i consultori pubblici e dare soldi ai consultori confessionali
· che l’iniziativa era benedetta dalle gerarchie vaticane
· che Tarzia  si era creata un gruppo autonomo per avere più soldi e maggiore peso politico
· che Polverini mentre puntava a chiudere le strutture di prevenzione ha fatto una campagna super costosa quanto inutile  sulla prevenzione dal titolo “Voi mi state a cuore”
· che non ha mai voluto incontrarci per non ricevere le oltre 100.000 firme  raccolte tra i cittadini/e  del Lazio.
· le sagre del peperoncino e la sua presenza compiaciuta tra le ancelle e i guerrieri dell’Odissea
· che i servizi sociali sono stati tagliati a causa delle appropriazioni dei consiglieri
· tutte le porcherie previste dalla legge di riforma dell’assistenza fatta dalla sua giunta e in particolare dall’assessore dell’UDC  Forte, che puntava a moltiplicare le direzioni delle cosiddette OASI  e a tagliare le spese alla famiglie dei disabili e  alle donne sia sulla prevenzione che sul lavoro e sul contrasto alla violenza.  
· il cosiddetto piano famiglia e le spese del Family day  della sua giunta: non esiste una presidente e una giunta immacolata e un consiglio indecente ma la presidente  e la sua maggioranza hanno puntato, contro gran parte delle popolazione laziale, a fare politiche sbagliate e a rafforzare un’idea di casta muta e sorda a ogni sensibilità istituzionale e  democratica, nonché   di buon gusto e di buona educazione
Non a caso gli uomini e le donne sono perlopiù selezionati su criteri che hanno poco a che fare con la capacità, la serietà e la competenza a farsi carico delle esigenze dei e delle cittadine del Lazio, soprattutto delle fasce sociali  più in difficoltà,  perché si pensa che se ne debbano occupare le famiglie e le donne che diventano l’unico sistema di welfare a costo zero. Ma la tendenza degli elettori a fidarsi   delle promesse mirabolanti nasce anche dalla speranza di salvarsi ognuno per sé e da un sistema di mass media incapace  di fare vera informazione: le denunce delle donne del femminismo  non vengono prese in considerazione  perché  non stanno nel sistema di potere esistente del quale siamo costrette una volta di più a vedere gli effetti e le devastazioni.
Questo scandalo,   pur essendo il più fragoroso,  è solo l’ultimo in ordine di tempo:  se non si cambiano i criteri delle scelte dei gruppi dirigenti dei partiti  dove vengono scelte solo  donne che si prestino ad essere immagini funzionali alla politica  reazionaria e corrotta  del potere maschile e patriarcale  che detta sempre più le  priorità della politica e il senso della politica stessa.      Se  non si cambia radicalmente  tutto siamo al peggior gattopardismo che non porterà niente di buono a questa regione come a questo paese.
Da parte nostra non allentiamo la vigilanza ma continuiamo ad essere impegnate in mobilitazioni a difesa della libertà di scelta delle donne, per contrastare la violenza maschile sulle donne, per l’abrogazione della legge 40 sulla procreazione assistita,  per l’applicazione piena della legge 194, minacciata attualmente dal diffondersi dell’ obiezione di coscienza.
Roma, 26 settembre 2012

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