di Sergio Triglia*

 

Mentre in città si configurano le prime candidature per le primarie del centro sinistra, il nostro partito è fortemente impegnato nella discussione sui documenti congressuali.


In un clima di forte contrapposizione interna si forma il nuovo gruppo dirigente genovese, che di lì a poco dovrà gestire la delicata fase politica dell’ opposizione sociale al governo Monti e l’ impegno per le elezioni amministrative della primavera del 2012.
 
Il nuovo gruppo dirigente si caratterizza fin da subito per la volontà di migliorare le relazioni con il territorio e disegna una linea politica credibile e autonoma; con  una vocazione unitaria prova a definire i confini della Federazione della Sinistra su un comune progetto di città.
Dichiarando che la Federazione della Sinistra non è disponibile a partecipare alle primarie in assenza di un programma definito, capisce che i candidati hanno profili decisamente diversi e soprattutto Marco Doria con il passare dei giorni caratterizza le sue proposte motivando forti perplessità sul progetto della gronda autostradale e sul PUC, mentre accentua i suoi interventi sulla questione morale, la difesa dei beni comuni e dei ceti meno abbienti.
 
Il 12 febbraio in una giornata soleggiata, ma spazzata da una gelida tramontana, circa 25 mila genovesi si recano alle urne, vince Marco Doria professore universitario sostenuto da Sel e dalla comunità di San Benedetto al Porto di don Gallo, sconfiggendo le due candidate del PD, la sindaco uscente Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti.
La vittoria di Marco Doria provoca un terremoto politico che ha il suo epicentro nella sede del Partito Democratico, dove tra sconcerto e rabbia i vertici genovesi vengono azzerati. Certamente la dilaniante polemica tra le due candidate del PD ha avuto la sua influenza sul voto, ma non c’ è dubbio che la presenza di Marco Doria in città si è fatta via via sempre più incisiva e significativa.
 
Anche a Genova quindi si può parlare di una situazione di svolta che conferma gli esiti della precedente campagna amministrativa con le vittoriose esperienze di Cagliari, Milano e Napoli. Un risultato che parla della voglia di rinascita e riapre le prospettive politiche per una alternativa alla egemonia del P.D. sulla città.
Tutto il resto è storia recente, la Federazione della Sinistra coglie la sfida del cambiamento e definisce un accordo di programma con il nuovo candidato sindaco a partire dalle questioni del lavoro, dell’ ambiente, dello sviluppo della città e dei bisogni sociali.
Un accordo importante con un profilo alto, un patto con la città ma soprattutto con le lavoratrici e i lavoratori, con chi si batte per la difesa dell’ ambiente e del territorio e ogni giorno vede restringersi gli spazi di democrazia.
Genova, città multietnica, multiculturale e dei diritti, deve rafforzare il ruolo del consiglio comunale e promuovere nuove forme di partecipazione, nonché aprire una vertenza nei confronti del governo centrale perché sia riconosciuta ai Comuni una maggiore autonomia finanziaria ed evitare di essere ridotti al solo ruolo di esattori.
Cambiare Genova significa partire da un punto di osservazione diverso, dare voce a chi suda e fatica, a chi vive nei quartieri popolari e si trova in una condizione di marginalità economica e sociale, perché come ogni genovese sa e come canta Ivano Fossati : “Chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare.”
 
 
*Segretario P.R.C. Federazione di Genova

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