mali esercitodi Gina Musso
La Francia manda rinforzi. E allo stesso tempo aumenta la pressione sulle nazioni africane che sul terreno dovranno sostituire la Legione straniera. Conti alla mano. Ieri il ministro della Difesa transalpino Jean-Yves Le Drian ha stimato in 30 milioni di euro il costo dei primi 12 giorni di guerra ai jihadisti nel nord del Mali. Ma ha dato anche per imminente lo schieramento della forza militare della Cédéao (Ecowas), la Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale, che consentirà alle truppe d'élite francesi di lasciare il fronte. «La Francia proseguirà il suo impegno - ha ribadito ieri davanti all'Assemblea nazionale il premier Jean-Marc Ayrault - ma non ha alcuna aspirazione a restare nel Nord Mali».

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mali esercitodi Emanuele Giordana
Raccapriccianti testimonianze che inchiodano, oltre ai jihadisti, le forze di sicurezza
A una settimana dall'inizio dell'offensiva francese in Mali si affaccia il volto più odioso della guerra: le violenze sui civili. Commesse dalla guerriglia islamista, cosa già nota da tempo, ma anche dalle forze regolari maliane. Una denuncia che si basa su prove raccolte dalle maggiori organizzazioni per la difesa dei diritti umani e che comincia a fare i conti anche con i bombardamenti indiscriminati.
La prima messa in guardia su quanto accadeva e poteva accadere in Mali, Amnesty International l'aveva già detta e scritta il 14 gennaio scorso, chiedendo «a tutte le parti coinvolte nel conflitto armato del Mali di garantire che i civili siano protetti perché vi è il concreto timore che gli scontri possano dar luogo ad attacchi indiscriminati o altri attacchi illegali in zone in cui i membri dei gruppi armati islamisti sono mescolati alla popolazione civile» e che dunque «le forze che prendono parte agli attacchi armati devono a ogni costo evitare bombardamenti indiscriminati e fare il massimo per evitare vittime civili».

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algeria attaccodi Manlio Dinucci
Le drammatiche immagini dell'attacco al campo gasiero in Algeria, da parte di un commando definitosi jihadista, fanno il giro del mondo. Tecnici della Bp e della Statoil legati a esplosivi al plastico, uccisi dai sequestratori o durante gli scontri. Effetto garantito. Il ministro degli esteri francese Fabius lancia l'allarme sulla drammatica situazione algerina. Il premier britannico Cameron convoca il «Comitato Cobra» per le situazioni di emergenza. Il presidente Obama dichiara che l'attacco ci ricorda ancora una volta la minaccia posta da Al Qaeda in Africa e che gli Usa si muoveranno per far sì che fatti analoghi non si ripetano. Secondo notizie diffuse da fonti non ben identificate, il commando terrorista riceveva gli ordini tramite telefono satellitare dall'emiro Moctar Belmoctar, ex capo di «Al Qaeda del Maghreb islamico», ora a capo di una nuova formazione che ha base in Mali. Proprio dove (guarda caso) sta intervenendo militarmente la Francia e dove l'Unione europea sta per inviare una «missione di addestramento», formata da 450 specialisti della guerra (italiani compresi), che fornirà anche «consulenza alle operazioni di comando».

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argentinadi Patrizia Sentinelli
Buenos Aires esercita su di me una fascinazione particolare. Sarà la luce potente che esplode sulla città, o l’aria ribelle dei tangheros , oppure l’attraversamento dell’Avenida 9 de Julio e ancora la Boca che parla genovese, o gli antiquari di San Telmo con le madonne e i sifoni di selz colorati in vetrina a catturarti e a sospingerti in un’altra dimensione.
Sarà un insieme di cose ma è certo che la città portena è unica. La gusti di più se la percorri a piedi, quadra dopo quadra. Poi quando non c’è la fai più ci sono taxi , la Subte e bus in quantità. Ora l’inflazione è alta, e anche i taxi sono meno convenienti di qualche anno fa. Ma sono sempre un buon mezzo per muoversi. Alzi la mano e oplà già ci sei dentro, direzione Palermo Viejo o Belgrano….
La città esplode in un miscuglio di contraddizioni. Modernità e decadenza. Grandi marche nei negozi e nei centri commerciali e tanti cartoneros all’imbrunire. Ma c’è comunque una presenza della mano pubblica che sostiene e prova a regolare. Ciò che colpisce è soprattutto la vivacità sociale e politica molto intensa.

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venezuela cinadi Geraldina Colotti
«Desarrollo soberano». Questo l'imperativo categorico del governo bolivariano, che si serve del protagonismo cinese per fornire elettrodomestici a basso costo alla popolazione.
«Dobbiamo immaginare un modello di sviluppo che tenga conto della natura. Abbiamo un'unica nave, la terra, non possiamo farla affondare». Edmée Betancourt, ministra del Commercio e dello sviluppo, ci riceve negli uffici del Bandes, il Banco de Desarrollo economico y social de Venezuela. Intorno, pulsa il caos di Caracas, una città in grande trasformazione, « ma ancora indietro per quel che riguarda la raccolta dei rifiuti», dice la ministra, che mostra le immagini di alcuni progetti-pilota per la raccolta differenziata. Un obbiettivo ancora lontano, per le inadempienze di certe amministrazioni locali, ma anche «per l'assenza di formazione», sostiene Betancour.

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