A cura del Dipartimento Ambiente Prc

Acqua, puntano ad affossare il referendum

Il governo Monti tramite il decreto sulle liberalizzazioni vuole affossare il risultato del referendum sull’acqua, rendendo impossibile la gestione del servizio idrico da parte delle aziende speciali o dei soggetti di diritto pubblico. Con l’art. 31 – che sembra scritto direttamente da Acea, A2A, Hera, Iren e dagli altri gestori privati e dai loro alti consulenti - si attacca proprio il risultato con il voto di giugno con il quale, grazie al rimando alla disciplina comunitaria, si erano rese possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali. Nel testo sulle liberalizzazioni si dichiara infatti che le aziende speciali possono intervenire “per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale” (presupponendo che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. In questo modo l'acqua verrebbe gestita o attraverso una gara o da società per azioni.

E’ un atto violento che vanifica il risultato del referendum e i 27 milioni di voti in favore dell’acqua pubblica. E’ un atto scellerato contro la scelta di ripubblicizzazione compiuta dal comune di Napoli. Modello nazionale e ottimo esempio di governo cittadino di cui facciamo orgogliosamente parte.

Energia e distruzione del territorio

Il governo “liberalizza” gli scempi del territorio e del mare. “Liberalizza” le trivellazioni. Non è “solo” l’esecutivo delle banche, non è più “solo” il governo che mette le mani in tasca ai lavoratori o quello che vuole affossare il referendum sull’acqua. E’ anche il governo degli inquinatori. Il decreto prevede infatti la drastica diminuzione del limite di trivellazione nelle aree protette, dagli attuali 12 km dalla costa a 5 km. Si aumenteranno inoltre gli investimenti in infrastrutture estrattive e si liberalizzerà la ricerca di nuovi giacimenti. Con giubilo da parte delle multinazionali del petrolio e del gas che potranno utilizzare a piacimento il territorio e per lungo tempo, con procedure più allegre e minori controlli. Per favorire i petrolieri le coste ed il territorio verranno quindi trasformati in gruviera con conseguenti pesanti ricadute in termini di inquinamento, sicurezza e devastazione ambientale. Da questo provvedimento si evince ancora una volta l’interesse del governo di turno a puntare sui combustibili fossili, con tutto ciò che ne consegue in termini ambientali, invece che sulle energie rinnovabili. Inoltre anche il provvedimento sulle liberalizzazioni si dimostra essere un testo scritto sotto dettatura. A muovere la penna dell’estensore dell’obbrobrio ambientale, i petrolieri e le loro appendici che siedono nelle confortevoli e influenti postazioni delle agenzie di rating. Nella relazione allegata al provvedimento si mette infatti in mostra la considerazione che l’esecutivo ha nei confronti di Standard & Poor’s. L’agenzia viene citata per aver alzato il rating di Israele dopo la decisione del governo israeliano di sviluppare le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi nelle proprie acque territoriali.

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