Nota a cura del Dipartimento Ambiente PRC

Dopo la pubblicazione del decreto sulle liberalizzazioni in Gazzetta ufficiale (il testo è stato pubblicato in GU n. 19 del 24 gennaio 2012 – supplemento ordinario n. 18) è possibile fare una breve disamina delle misure che toccano i temi dell'ambiente.

Intanto una buona notizia: la lotta paga! Le mobilitazioni dei giorni scorsi contro i tentativi di affossamento del risultato referendario portati avanti dal governo Monti, a cui abbiamo partecipato come Partito, hanno fatto retrocedere lo stesso esecutivo dalle posizioni che avrebbero comportato una beffa sul voto democratico di giugno. La disposizione, prevista in bozza, con cui di fatto si annullava il risultato del referendum sull'acqua, non è stata inserita nel testo definitivo del decreto.

Un'altra marcia indietro ottenuta ancora una volta grazie alle mobilitazioni organizzate da un vasto arco di forze e che ci hanno visto partecipi e in prima linea tra i promotori (come nel caso della manifestazione che si è tenuta a Monopoli il 21 gennaio), è stata l'eliminazione della norma che riduceva da 12 a 5 miglia la distanza minima dalla costa per le attività di trivellazione e delle disposizioni che comportavano una devastazione del territorio rispetto alla ricerca a tutto spiano di idrocarburi.

Questo non autorizza chi ha a cuore le sorti dell'ambiente e che lotta per un modello di società alternativo ai consumi ad adagiarsi sugli allori. Le norme che escono dalla porta del decreto sulle liberalizzazioni potrebbero rientrare, sotto mentite spoglie, dalla finestra di un altro provvedimento.

Gli agguati dei "tecnici" sono all'ordine del giorno. I signori del governo devono garantire affari, far girare denaro nelle mani delle lobby (siano esse le multinazionali dell'acqua, o i petrolieri con le trivelle pronte a trasformare il territorio in formaggio svizzero). Occorre quindi mantenere alta la guardia anche in questo ambito.

E inoltre nello stesso decreto sulle liberalizzazioni, anche per quanto riguarda l'ambiente c'è qualcosa che non torna. In attesa di ulteriori approfondimenti sul testo, ne citiamo solo un aspetto ma di primaria importanza: quello riguardante la "liberalizzazione" delle scorie nucleari.

In base al testo promosso da Passera e company saranno accelerate le procedure di smantellamento dei siti nucleari dismessi. Detta così, sembra un fatto positivo. Ci liberiamo delle scorie in breve tempo e senza problema. Come se fossero nugoli di polvere annidati sotto il letto. Ma non lo sono. Le scorie sono pericolose. Il problema è dunque aperto e non si risolve snellendo le procedure. Disposizioni come quelle contenute nel testo sulle liberalizzazioni consentono di operare sulle scorie e di agire sullo smantellamento dei vecchi siti nucleari, in deroga rispetto alle procedure ordinarie. Se non blocchiamo adesso queste scelte dissennate, siamo di fronte ad un futuro di procedure accelerate e senza rispetto delle normative ambientali e urbanistiche su qualcosa di molto delicato per la salute dei cittadini e per la tutela dei territori. In barba alla sicurezza dei cittadini e dell'ambiente si lavorerebbe in questo ambito con procedure semplificate e senza il coinvolgimento dei territori interessati. Sulle scorie la soluzione non si appronta in pochi minuti e con qualche riga di incomprensibile cavillo normativo. Per trovare una soluzione si apra invece una discussione seria, nel rispetto delle norme, cercando la massima sicurezza col coinvolgimento dei territori.

Il movimento che ha strappato vittorie sull'acqua, contro il nucleare, contro le trivellazioni, deve continuare la mobilitazione. Sulla salute non si ammettono deroghe.

Roma, 26 Gennaio 2011

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