Documento 1 – Un vasto schieramento per sconfiggere le destre. Antonio Marotta

Una crisi intrinseca di lunga durata, causata da un trentennio di politiche neoliberiste, che dopo il 2008 si è incamminata verso una fase di forte criticità strutturale, deve fare i conti oggi con tre fattori essenziali: la dimensione del debito accumulato per sostenere l’incongruità del sistema, l’incapacità della politica di gestire la tendenza speculativa dei processi economici dominanti, le distorsioni organiche del sistema bancario. Per scongiurare tale esito il capitalismo, egemone sul governo degli Stati, sferra un poderoso attacco al lavoro, nel tentativo di assoggettarlo definitivamente, colpendone i suoi elementi ordinativi: tempi, modi e valore ed attaccandone il terreno dei diritti.
In tale contesto la risposta del 15 ottobre può essere assunta come l’iniziale cammino di un nuovo movimento che vuole mettere in discussione in tutto il mondo l’egemonia culturale del government globale.
La crisi, quindi, come dice Fausto Bertinotti, potrebbe divenire un’occasione, ma ciò non è scontato.
A Roma la straordinaria manifestazione degli indignados, che ha subito la gravissima violenza teppistica di qualche manipolo di irresponsabili, ha rilanciato l’opposizione sociale al disegno neoliberista e, insieme alle successive manifestazioni della Fiom, per il lavoro ed i diritti, e del movimento della Val di Susa, contro la Tav, ha segnato una ripresa delle lotte.
La fase consegna, quindi, un compito decisivo alle forze di alternativa. Occorre non farsi risucchiare nel recinto della “politica istituzionale” e continuare con determinazione a costruire una linea di azione sinergica con i movimenti, come è stato nell’eroica battaglia referendaria per la difesa dei beni comuni.
Forze politiche e movimenti devono rivendicare le loro peculiarità, ma nel contempo lavorare per superare ogni deleterio distacco. Le connessioni che li legano costituiscono una risorsa fondamentale, che li vedrebbe invece condannati all’impotenza ove tali sinergie non sussistessero.
I movimenti guardano con attenzione alle forze politiche alle quali avanzano richieste, rivendicazioni, esprimendo l’esigenza di una sponda politica aderente alle istanze di lotta. E’ nostro compito non lasciare inevaso tale bisogno.
Il processo dell’unità della sinistra di alternativa, su cui dobbiamo spendere ogni nostro impegno, diviene decisivo per il raggiungimento di tale obiettivo.
D’altra parte, la netta separazione dei movimenti dalla sfera della politica, impedirebbe di esprimere elementi di significativo cambiamento sullo stato attuale delle cose, depotenziando la possibilità di mutare i preesistenti rapporti di forza e le sorti del conflitto sociale e politico.
Contro pericolose derive o effimere suggestioni, in questa fase, diviene obbligatoria la proposta del Fronte Democratico. Occorre fare parte di un vasto schieramento di centrosinistra per sconfiggere le destre. All’interno di tale processo bisognerà esprimere punti programmatici di radicale cambiamento, ma senza la partecipazione ad un futuro governo ed alle sue inevitabili logiche di compatibilità e subordinazione al sistema economico neoliberista.

Antonio Marotta segretario regionale Sicilia

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