Il Congresso del nostro partito si svolge in un contesto di profonda crisi del sistema capitalistico, impegnato su scala planetaria nella ricerca di “nuovi equilibri”, mentre le sue insanabili contraddizioni ripropongono con forza la necessità di un’alternativa di sistema. Alla richiesta di democrazia e di risposte concrete che viene dalle lotte, il capitalismo risponde con il tentativo di “blindare” le istituzioni con i diktat delle banche e attraverso il sistema bipolare-maggioritario per rendere inagibile un percorso di alternativa.
Per tenere aperta questa prospettiva, il Prc resta oggi uno strumento ed uno spazio fondamentale, ma occorre rimettere in discussione la linea fallimentare del gruppo dirigente che ha affossato la svolta a sinistra di Chianciano e non ha praticato una reale diversità dal “modello vendoliano”, sia nei rapporti col Pd sia con l’operazione burocratica e verticistica della FdS.
Occorre riprendere e attualizzare la svolta a sinistra, rilanciando la rifondazione comunista e la riaggregazione di una sinistra anticapitalista che, in questa crisi, non possono che avere un chiaro profilo indipendente ed alternativo anche al centrosinistra (programma per non pagare la crisi e il debito, lotta alla precarietà ed al bipolarismo…), se davvero vogliamo essere riferimento per i movimenti più significativi e contribuire in modo effettivo al crollo del berlusconismo.
Riteniamo fumose e inconsistenti le proposte di “unità a sinistra”, di “fronte democratico col Pd” e di “primarie di programma”, non solo per il rischio di una nuova subalternità dei comunisti, ma perché non colgono lo stretto legame tra questione democratica e sociale, e inoltre centrano tutto il congresso sulle questioni di tattica elettorale, in una situazione politico-istituzionale tuttora in movimento, mentre la priorità della nostra discussione è quella di fare una chiara scelta strategica, su cui verificare le scelte tattiche più adeguate.
Per noi centralità della “rifondazione comunista”, motivazione fondante del partito, significa identificare i contenuti della democrazia con la prospettiva comunista, il superamento del verticismo e dell’istituzionalismo e la riconquista della centralità del corpo militante nella vita del partito. Su questo piano è necessario rilanciare una coerente ed efficace “unità del comunisti”, scongiurando tentazioni governiste, scissioniste, burocratiche o meramente identitarie e operando, invece, dal basso nel vivo dei conflitti per riconsegnare il partito ai suoi militanti e riaggregare forze oggi disperse.
L’esigenza non più rinviabile di una “sinistra anticapitalista”, coerente con l’alternativa di sistema, rende evidente il vizio d’origine ed il fallimento della “Federazione della Sinistra”: questa non è recuperabile con una generica “spinta dal basso”, ma occorre rimuoverne in profondità il carattere di illusoria “scorciatoia politicista”, ripensandone contenuti, percorsi e strumenti organizzativi. Analogo ragionamento occorre fare sulla questione sindacale, ripartendo dai contenuti delle lotte più avanzate e contro la logica dei patti sociali.
Ci rivolgiamo a tutti/e i/le compagni/e con questo documento congressuale alternativo, aperto a contributi ed emendamenti per tenere aperto nel partito un reale pluralismo di elaborazione e di verifica dal basso, nell’impegno quotidiano e nel vivo delle lotte.
Claudia Rancati comitato politico nazionale