Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista
Le parole di Nichi Vendola, che dice che Mario Monti potrà appoggiare un eventuale governo a guida Bersani, dimostrano con ogni evidenza che c'è già il governo Monti-Bersani. Per dire no a questa scellerata ipotesi c’è solo un’alternativa ed è la Rivoluzione Civile con Ingroia candidato premier.
di Roberto Musacchio
L’appuntamento è per sabato primo dicembre al Teatro Vittoria, nella Roma testaccina. Quelli dell’appello “ cambiare si può “ hanno deciso di convocarsi senza attendere l’esito delle primarie della coalizione PD, SEL, PSI, quasi a dire che loro comunque vogliono provarci a rappresentare l’alternativa e non solo a Monti ma alle politiche europee e a chiunque le interpreti. Quella alternativa che si fatica a ritrovare in quella carta d’intenti che accompagna la consultazione che avrà la sua prima tappa domenica 25 e dove c’è scritto con chiarezza che i trattati internazionali vanno applicati e che va fatto tutto ciò che serve a difendere l’euro.
di red.
Si è svolto il 17 e 18 novembre il comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista. Pubblichiamo il documento votato a larga maggioranza. Di seguito i link dei due documenti respinti e i due ordini del giorno (su Gaza e 14 novembre) approvati all'unanimità.
di Maria R. Calderoni
E' cambiato il vento ma soprattutto il verbo. Non più "Per chi suona la campana", ma "Per chi ha suonato la campana". L'astensionismo-tsunami è arrivato, il disastro annunciato sorvola i cieli della politica, bisogna correre ai ripari, ma la Protezione civile in questo caso non serve. La Sicilia - "quel" voto - suona come metafora dell'Italia. Attenzione. I siciliani si presentano con un astensionismo del 53%? Tranquilli, aspettatevene, nazionalmente parlando, almeno il 60%, lo calcolano i sondaggisti della più bell'acqua. E anche peggio.
di Pierfranco Pellizzetti
«Negli anni Venti, il partito comunista sudafricano si batteva con lo slogan ‘Lavoratori di tutto il mondo unitevi per un Sudafrica bianco!’. Non era poi così assurdo: il movimento politico che alla fine impose l’apartheid aveva forti radici popolari e persino socialiste» Paul Krugman [1]
In principio fu MicroMega, con quel suo lodevole “fuoco amico” (cioè senza guardare in faccia nessuno) che talvolta la porta a puntare l’arma della critica proprio contro i soggetti meno lontani dalla sua collocazione politica. La nostra rivista già lo fece con Idv, quando Antonio Di Pietro ne era probabilmente il principale referente, smascherando