di Flavio Lotti
Bersani dice una cosa e ne fa un’altra. Dice di voler tagliare le spese militari e allo stesso tempo consegna ai generali altri 500 milioni per continuare a fare la guerra in Afghanistan nel 2013. E’ successo ieri, 22 gennaio, in Parlamento.
Sempre ieri il Partito Democratico ha autorizzato con un semplice ordine del giorno l’ingresso dell’Italia nella guerra in Mali. Con un ordine del giorno ha stracciato l’articolo 11 della nostra Costituzione. Un fatto senza precedenti nella storia repubblicana. Un ordine del giorno e un assegno in bianco consegnato ai Generali per le spese. Nessuno sa quanto ci costerà questa nuova avventura militare in Africa e Bersani naturalmente non ha chiesto neanche un preventivo.
A guardar bene oltre il fumo della propaganda, Bersani non vuole tagliare le spese militari. Vuole solo tagliare le spese per gli F-35.
di Caterina Perniconi
Il popolo cammina, si prende il suo spazio, sciopera, va verso la luce. Anzi no: il popolo vede Antonio Ingroia e torna indietro! Sul sito di Beppe Grillo l’ultima provocazione e` contro gli arancioni che vedono girarsi le spalle dalla societa` civile.
Il riferimento al dipinto di Pellizza da Volpedo, che Ingroia ha usato nel simbolo, serve al comico genovese per rialzare le polemiche sulla formazione delle liste di Rivoluzione Civile, che hanno visto esclusi alcuni cittadini a vantaggio di politici. Segue infatti il video di Lidia Undiemi, militante del movimento Agende rosse, che non ha accettato il seggio offertole da Ingroia in quanto ritenuto non di certa elezione. La proposta dell’ex pm di un accordo con il Movimento 5 stelle e l’elezione di Grillo a ministro non dev’essere piaciuta al quartier generale del comico.
di Eugenio Pari
Quando si parla di “voto utile” come fanno Bersani e come gli fa eco Vendola, si dovrebbe dire voto utile per chi? Per fare cosa?
Voto utile per battere le destre? Bene, allora Bersani dovrebbe ricordare come mai ha sostenuto per un anno insieme a Berlusconi il governo presieduto da Mario Monti appoggiandone tutti, ma proprio tutti, i provvedimenti. Citarne alcuni è importante:controriforma delle pensioni Fornero, grazie alla quale l’età pensionabile è stata aumentata al minimo di settanta anni per tutti; disarticolazione dei diritti dei lavoratori attraverso l’abrogazione dell’art. 18; spendig review, ovvero tagli lineari alla spesa sociale e sanitaria a tutto svantaggio dei cittadini più deboli; fiscal compact, manovra imposta dalla BCE e dai poteri finanziari che taglia 47 miliardi all’anno per i prossimi venti anni la spesa, pesando su lavoratori e fasce deboli; conferma delle spese militari per l’acquisto dei famigerati F35 che costerà all’Italia la cifra di 18 miliardi di euro.
di Antonio Sciotto
Nella Cgil scoppia il caso Ingroia. L'ex pm recentemente assurto a leader di «Rivoluzione civile» non è stato invitato a parlare alla prossima Conferenza di programma della Cgil, grande kermesse che invece offrirà una platea di enorme visibilità ai due ospiti di onore, Pierluigi Bersani e Nichi Vendola, asse Pd-Sel. La Conferenza sarà l'occasione - dopodomani e sabato a Roma - per presentare l'ambizioso «Piano per il lavoro» del sindacato. E non si deve dimenticare che a parlare sono ugualmente invitati, accanto a Bersani e Vendola, anche due pezzi da novanta del prossimo scacchiere politico, ovvero l'attuale ministro per la Coesione Fabrizio Barca, e Giuliano Amato, dato in corsa per la Presidenza della Repubblica.
Insomma la mastodontica nave della Cgil - 6 milioni di iscritti e incalcolabili simpatizzanti nel Paese - ha tirato le ancore, e si muove in una direzione precisa. Ma ha lasciato sulla banchina diversi personaggi che forse si sarebbero aspettati un posto in crociera.
di Carlo Lania
La missione che l'Italia sta per intraprendere in Africa non sarà breve né facile. A chiarire i termini dell'aiuto che il nostro Paese si è impegnato a fornire alla guerra francese contro le formazioni jihadiste sono stati i ministri Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola intervenuti ieri davanti alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato. La crisi in Mali «avrà tempi lunghi» ha avvertito il titolare della Farnesina, mentre Di Paola è stato ancora più chiaro nello spiegare le difficoltà che l'operazione comporta: «La minaccia travalica i confini del Mali e rischia di coinvolgere una regione molto più estesa, compresa un'area che per noi riveste un interesse strategico», ha detto il ministro della Difesa. «La stessa missione addestrativa delle forze maliane decisa dall'Unione europea ha senso se l'offensiva dei ribelli viene interrotta, in caso di crollo ci sarebbe poco da addestrare».