di Annalisa Cuzzocrea e Matteo Pucciarelli
Luigi De Magistris ne è convinto: il candidato premier della lista arancione alle elezioni del 2013 sarà Antonio Ingroia. È vero, l’ex sostituto procuratore di Palermo è ora in Guatemala per un prestigioso impegno Onu. Ha lasciato l’Italia anche perchè «stanco di essere un bersaglio». E però, sabato primo dicembre sarà qui, al teatro Vittoria di Roma, per tenere a battesimo l’assemblea di Cambiare si può!, il manifesto lanciato all’inizio del mese dai professori Luciano Gallino e Marco Revelli, da don Marcello Cozzi di Libera, dalla scrittrice Chiara Sasso e da un vasto pezzo di società civile che va da Paul Ginsborg a Moni Ovadia passando per l’operaio Fiat licenziato a Pomigliano Antonio Di Luca.
di Simone Perotti
Non andrò a votare alle primarie perché non so se il Pd è favorevole o contrario: alle coppie difatto; alla ricerca sulle cellule staminali; al nucleare; alla possibilità per i gay di avere figli;all’eutanasia; alla brusca svolta verso le energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno urgente; a investire il 10% del Pil in scuola, università e ricerca scientifica; a un serio progetto di riduzione dell’orario di lavoro ma lavorando tutti; al tetto ai superstipendi. Non so queste cose e neppure molte altre, che invece dovrei sapere. Almeno per farmi un’idea e poi, semmai, votare.
di Alba Sasso
L’agenda del rigore sta lasciando segni sempre più evidenti e profondi nella vita quotidiana delle persone, nel loro stile di vita, nelle abitudini, perfino nell’alimentazione o nell’abbigliamento. Nelle famiglie c’è sempre di più paura, incertezza, vacilla quella sensazione che comunque ce la faremo, come ce l’abbiamo sempre fatta; si riducono persino le iscrizioni a scuola, le immatricolazioni all’Università. E non a caso sono studentesse e studenti, giovani e giovanissimi, in Italia come in Europa a reagire, a scendere in piazza per opporsi a un “futuro disegnato da altri” in maniera nuova, più profonda, più consapevole.
di Roberto Ciccarelli
Ministri che hanno scambiato la loro poltrona per una cattedra li hanno derisi: «Choosy», «sfigati», «bamboccioni». Il prefetto di Roma Pecoraro li tratta da ragazzini viziati «che non sono controllati dai genitori». I manganelli che li hanno percossi bestialmente mercoledì scorso sono un avvertimento: per loro non c'è spazio per il dissenso. Qualcuno sostiene che farebbero peggio i docenti che li appoggiano e protestano contro il «concorso-truffa» nella scuola e il ddl «ex Aprea». E poi l'incubo di strani lacrimogeni che sembrano piovere dal cielo, o rimbalzare da terra contro le leggi della fisica, ma certo non da un ministero.
di Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese
Venuti a conoscenza del fatto che un gruppo di tifosi di calcio, durante la partita col Tottenham ha esposto uno striscione con scritte antisemite accompagnate da un FREE PALESTINE, condanniamo risolutamente l’uso strumentale della causa palestinese a supporto di ideologie antisemite e/o fasciste con cui non abbiamo niente da condividere nel modo più assoluto.
Il nostro impegno per una Palestina libera, laica e democratica c’impone di prendere posizione contro qualunque strumentalizzazione e, soprattutto, contro qualunque forma di razzismo antisemita e specificatamente antiebraico.