di Marco Pasqua
Beppe Grillo apre a CasaPound. Anzi, spalanca le porte del suo movimento, avallando addirittura l'eventuale ingresso della formazione neofascista in Parlamento. La scintilla è scoccata questa sera davanti al Viminale, dove - in vista della presentazione dei simboli - tutti i rappresentanti dei partiti politici che vogliono presentarsi alle prossime elezioni attendono pazientemente in fila.
A cercare l'incontro con il leader grillino è Simone di Stefano, vicepresidente di CasaPound e candidato alla presidenza per la Regione Lazio. I Fascisti del Terzo Millennio hanno avviato la raccolta firme per candidarsi alle Politiche. Per questo, il movimento capitanato da Gianluca Iannone (che, per adesso, non si è voluto esporre, né a livello nazionale e né nella corsa al Comune di Roma o alla Regione Lazio), cerca di trovare degli alleati. Un'impresa non semplice, per un movimento estremista che si richiama agli ideali mussoliniani.
di Roberto Gramiccia
“Da martedì sera abbiamo circa il 20% delle ambulanze ferme, bloccate ai pronto soccorso perché non ci sono letti dove mettere i pazienti e devono usare le nostre barelle. Così si rischia il collasso, non abbiamo più mezzi da usare nella fascia di punta e i pochi disponibili sono destinati solo ai codici rossi”, questa è la denuncia resa pubblica, dopo essere stata inviata a tutte le autorità competenti, da Livio De Angelis, direttore della centrale operativa del 118 di Roma. Se queste parole fossero stralciate da un romanzo, farebbero pensare a una situazione di guerra. E invece no, Roma non è sotto bombardamento. O meglio lo è, solo che invece delle bombe ad abbattersi sulla capitale, oggi più che mai simbolo dolente di un paese martoriato, sono i tagli del Governo Monti che stanno producendo gli effetti che avevamo abbondantemente previsto.
di Alfonso Gianni
L'argomento fisco - che dovrebbe essere uno dei temi centrali in una campagna elettorale nel mezzo della più grave crisi economica in Europa che si ricordi - viene invece quasi infilato di straforo nella discussione, sull'onda di qualche estemporanea boutade televisiva. Mi riferisco ovviamente all'uscita di Vendola che ha mandato all'inferno i ricchi. Una minaccia del tutto spuntata in verità, dal momento che tutti sanno, compreso Casini immagino, che l'infermo non esiste. Bersani scivola via trattando Nichi come un discolo che fa battute e quest'ultimo restringe il senso della medesima al patetico Depardieu che sta girando l'Europa alla ricerca del sistema di tassazione a lui più favorevole. Non poteva mancare in questa elevata discussione il richiamo al famoso manifesto di Rifondazione comunista intitolato "Anche i ricchi piangano". Vendola se ne dissocia, anche se tardivamente.
di Alberto Castellano
Mentre gli Almamegretta approdano a Sanremo, i 99 Posse continuano a sparare in maniera selvaggia il loro scomodo furore audiovisivo, a dialogare con i loro numerosi fans (con i dovuti ricambi generazionali) attraverso i circuiti dei new media che rispetto al passato rendono meno problematica la loro esclusione da quelli ufficiali e istituzionali. Sta spopolando sulla rete (10mila contatti su YouTube solo nel primo giorno) il nuovo video University of Secondigliano dall'omonimo brano contenuto nell'ultimo album Cattivi guaglioni uscito nel 2011 su iTunes, con la regia di Fabio Gargano dei Figli del Bronx che lo produce. Il gruppo guidato da 'O Zulù ha continuato imperterrito a percorrere la propria strada espressiva e stilistica, senza mai perdere il contatto con la drammatica realtà italiana, con i centri sociali, con le nuove realtà operaie e con l'urgenza della denuncia, trasformando l'(auto)emarginazione in un rinnovato assalto ai simboli del potere e raccontando lo scenario, le contraddizioni e le derive di un Paese che preferisce lo slogan «sono solo canzonette».
Intervista a Antonio Ingroia di Eleonora Martini
Da procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia ha sempre difeso il 41 bis, il regime carcerario duro riservato ai detenuti per reati di mafia, attenzionato perfino dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Ora, nella sua lista «Rivoluzione civile» - a fianco ad Antonio Di Pietro, contrario a qualunque forma di amnistia e anche al codice identificativo per gli agenti - ha voluto anche un "simbolo" come Ilaria Cucchi, sorella del giovane Stefano morto nel 2009 dopo i maltrattamenti subiti da detenuto. Ma se gli si fa notare che al centro della loro agenda politica sembra esserci più il giustizialismo che il problema dell'illegalità del sistema penale italiano, risponde: «Non è vero. Quando leggerete il nostro programma vedrete che non è così».