di r. pol.
L'obiettivo, almeno il primo, è stato raggiunto. Il comitato promotore dei referendum contro l'articolo 8 e per l'articolo 18 sul lavoro hanno consegnato ieri mattina le firme in Cassazione. I vari soggetti promotori ne hanno raccolte oltre un milione (Idv, Sel, Pdci, Prc, Verdi, Fiom; le componenti della Cgil Lavoro e Società e la Cgil Che vogliamo, Alba e Articolo 21). «Si tratta di una gigantesca domanda di difesa dei diritti del lavoro che deve pesare nell'imminente campagna elettorale richiamando tutte le forze politiche alle proprie responsabilità e con la quale dovrà misurarsi il nuovo governo», spiegano i referendari.
D'ora in poi però la battaglia referendaria diventa tutta politica e molto legale. Da questo punto di vista, infatti, non è certo passata inosservata l'assenza di Nichi Vendola ieri dal «Palazzaccio» romano.
Finalmente siamo in campo. Antonio Ingroia, uomo autorevole e con la schiena dritta, che in questi anni e negli ultimi mesi ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità di battaglie importanti e difficili, è il nostro candidato premier.
Le sue battaglie per la legalità costituzionale, per la democrazia, contro le mafie e contro gli intrecci perversi tra queste e la politica, tra queste e lo Stato sono le nostre battaglie. Quelle della parte migliore del Paese, delle sue forze vive e dinamiche. I dieci punti programmatici che sorreggono la candidatura di Ingroia e la lista Rivoluzione Civile sono la base di una proposta di governo alternativo del Paese. Incompatibile con il berlusconismo e con il montismo, alternativa alle alleanze che – direttamente o indirettamente – propongono una continuità con i disastri delle politiche degli ultimi vent’anni, in sintonia con le lotte sociali e civili di chi resiste.
di Franco Frediani
Certe volte viene da chiedersi se questi politici, che per anni hanno guidato la macchina Italia, siano delle "volpi" o l'esatto contrario! Nella grande corsa "all'oro" per uno scrigno in Parlamento, succede di tutto e di più. Dopo Fini, che annuncia la sua "pole position" alla Camera con il FLI, affermando che dopo il voto (attenzione, DOPO IL VOTO..!) "Sarà Monti a dialogare con Pd e Pdl per realizzare il nostro programma", arriva il turno dell'ex "mago della finanza creativa", al secolo Giulio Tremonti. (Sembra di vivere un incubo..!) ..Ma da chi siamo stati governati in questi anni?! Vabbé... Nel corso della trasmissione "Piazza pulita", andata in onda lunedì scorso su La7, l'ex ministro (ministro?!) dell'Economia e delle Finanze sotto il Regno di "Sua Emittenza", Silvio Berlusconi, dichiara candidamente ciò che il governo Monti sta portando a compimento in termini di spese militari.
di rassegna.it
Il 2012 è l'anno peggiore dal dopoguerra. Lo affermano i commercianti italiani. “L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a novembre una diminuzione del 2,9% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore, corretto dai fattori stagionali, mostra un arretramento, proseguendo nel trend in atto dalla fine del 2011'. E' quanto si legge in una nota. “I dati dell'ICC relativi ai primi 11 mesi, -2,9% rispetto all'analogo periodo del 2011, mostrano con una certa evidenza come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l'anno piu' difficile per i consumi del secondo dopoguerra. La riduzione e', infatti, la piu' elevata registrata dall'inizio delle serie storiche', continua la nota.
di rassegna.it
Nel 2012 la disoccupazione in Europa ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi vent'anni. E per molti paesi, Italia compresa, si fa più concreto il rischio di esclusione sociale a lungo termine. È quanto emerge dalla Rassegna annuale sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa pubblicata oggi (8 gennaio) a Bruxelles dalla Commissione Europea. Il quadro è allarmante. I redditi delle famiglie sono diminuiti e cresce il rischio di povertà, soprattutto negli Stati dell'Europa meridionale e orientale. Insomma, si sta creando un nuovo divario tra i paesi che hanno saputo resistere alla crisi e quelli intrappolati in una spirale caratterizzata da calo della produzione, aumento della disoccupazione e erosione del reddito, con i primi che tendono ad avere mercati del lavoro che funzionano meglio e sistemi di welfare più solidi.