di Rocco Tassone
Nel contesto della crisi mondiale la già debole economia del mezzogiorno, in particolare della Calabria, rimane annientata ed il divario tra il nord ed il sud del paese tende a crescere sempre di più.
E’ stato pubblicato di recente l’ultimo rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno. In questo documento il freddo dato numerico conferma ciò che noi calabresi viviamo quotidianamente sulla nostra pelle: disoccupazione alle stelle con particolare riguardo a quella femminile e giovanile; ripresa dell’emigrazione delle giovani generazioni verso il nord d’Italia e verso il nord Europa. Le famiglie calabresi sono ridotte alla disperazione. Cinquanta anni di intervento straordinario, prima dello stato e poi anche dell’Unione Europea, hanno prodotto solo ruberie. Niente industrie, niente infrastrutture, niente posti di lavoro.
di Redazione Il Fatto quotidiano
In Italia più di un giovane, tra i 15 e i 24 anni, non aveva un lavoro nel mese di novembre. Un dato drammatico se si pensa che è lo stesso tasso del 1992. Secondo i dati dell’Istat, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile è stato pari al 37,1%: record assoluto, ai massimi sia dalle serie mensili, ovvero da gennaio 2004, sia dalle trimestrali, cominciate nel quarto trimestre di venti anni fa. A novembre 2012 tra i giovani italiani le persone in cerca di lavoro sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d’età.
In generale a novembre gli occupati sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre (-42 mila) sia su base annua (-37 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, è in diminuzione di 0,1 punti percentuali “nel confronto congiunturale e invariato rispetto a dodici mesi prima” informa l’Istituto di statistica.
di Alba Sasso
Si può dire che ogni giorno ce n'è una. Dalla lettura della legge di stabilità, approvata alla fine dello scorso anno, emergono aspetti inquietanti per quel che riguarda la scuola. In particolare laddove si dice che, a partire dal 2014, «i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento». Frase preoccupante, anzi decisamente minacciosa, poiché sembra preludere a una nuova massiccia ondata di tagli.
Tagli tipo Tremonti-Gelmini, e che il governo Monti sembra voler perpetuare nella legge di stabilità. A cosa possono approdare infatti intenzioni così vaghe se non a tagliare i finanziamenti agli istituti considerati poco meritevoli?
di Monica Lanfranco
Con la morte di Rita Levi Montalcini c’è un posto vuoto tra i senatori a vita in Parlamento. Ha fatto bene Fausto Bertinotti a scrivere al Presidente Napolitano indicando per quel posto il nome di Marco Pannella. Pur essendo spesso in disaccordo, nella storia recente, con molte delle posizioni politiche dell’esponente radicale (per esempio rispetto alla sua visione dell’economia, o anche per le scelte di apparentamento politico) penso che la libertà delle donne e degli uomini in questo paese sia stata costruita anche e soprattutto con il contributo delle lotte dei radicali: Faccio, Aglietta, Pannella e Bonino in prima fila.
Documento approvato dal Comitato politico nazionale del PRC
Il Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista saluta positivamente la costruzione della Lista Rivoluzione Civile con Antonio Ingroia candidato Presidente ed impegna tutto il partito ad operare per il miglior successo della lista medesima alla Camera come al Senato. La costruzione di questa lista, alla cui realizzazione abbiamo lavorato in tutti questi mesi, è un fatto politico di grande rilevanza, che apre la possibilità di dare una consistenza politica e parlamentare all’opposizione del governo Monti e alle politiche neoliberiste. La Lista Rivoluzione Civile rappresenta a tutti gli effetti l’apertura di uno spazio pubblico non solo utile ma necessario per il rilancio della sinistra di alternativa e del nostro progetto politico.