di Paolo Ferrero
Cari lettori e lettrici di Liberazione ce l’abbiamo fatta! Liberazione ricomincia ad uscire, sia pure on line, e siamo riusciti a costruire una lista unitaria contro le politiche del governo Monti e contro il liberismo. Si tratta di due risultati di grande rilievo perché permettono di rilanciare con forza il nostro progetto politico: la rifondazione comunista come percorso di uscita dalla crisi capitalistica e dal dominio del capitale.
Della necessità del giornale è inutile che parli. E’ chiaro a tutti come sia difficile far funzionare un partito e coordinare le lotte in una condizione di pesante oscuramento mediatico senza avere alcun strumento di informazione, collegamento e socializzazione delle esperienze. Dopo aver per anni dovuto tagliare a causa degli enormi deficit lasciatici in eredità dal passato, stiamo ricominciando a progettare e a costruire. Vi invito quindi ad abbonarvi e a sostenere Liberazione.
di Anna Fabiano
Noberto Bobbio una volta semplificò la differenza esistente tra destra e sinistra dicendo, più o meno, vado a memoria, che la destra ritiene l’umanità composta da diversi, gerarchicamente parlando, mentre la sinistra ritiene gli uomini uguali, nei diritti e nel loro valore intrinseco. Su questo vorrei che chi ha avuto nella vita la fortuna di studiare e/o esercitare professioni culturalmente rilevanti, e si professa di sinistra, riflettesse. Su questo vorrei che riflettessero tutti quelli che oggi partecipano al tentativo di una ricomposizione della sinistra in Italia. Perché c’è una contraddizione stridente tra il professarsi di sinistra ed il ritenere che altri, solo perché vengono da altri percorsi, magari anche istituzionali o di militanza di Partito, non lo siano con pari dignità e diritto.
di Davide Turrini e Giulia Zaccariello
Una “rivoluzione civile” con un bel pezzo di Movimento 5 Stelle. Guarda anche agli espulsi grillini la campagna acquisti di Antonio Ingroia, che in vista delle prossime elezioni ha preso contatti con i “epurati” da Beppe Grillo in Emilia Romagna. Offerte sono arrivate sia al primo degli epurati, il consigliere di Ferrara, Valentino Tavolazzi, sia a Federica Salsi, l’eletta al Comune di Bologna messa alla porta dopo la lunga polemica sulla sua partecipazione a Ballarò, ma soprattutto a Giovanni Favia, il consigliere emiliano recordman di voti alle scorse elezioni regionali e cacciato con un post sul blog beppegrillo.it a metà dicembre. Per lui il leader degli arancioni sta pensando a un posto a capo della sua lista Rivoluzione civile in Emilia Romagna fin da prima l’ufficializzazione della sua lista per le prossime elezioni.
di Roberto Gramiccia
Comincio col dire, a scanso di equivoci, di essere pienamente d’accordo con il documento approvato dall’ultimo Comitato Politico Nazionale e con la valorizzazione delle opportunità che la lista Ingroia offre a noi e a tutto lo schieramento a sinistra del Pd. Permettetemi di dare per scontate le ragioni di questo consenso che sono le stesse ben note a tutti noi. Detto questo, vorrei osservare due o tre cose in spirito assolutamente costruttivo.
1) E’stata fatta la scelta di enfatizzare nel simbolo elettorale il nome di Antonio Ingroia. Anche volendo sorvolare sulle modalità di questa scelta, bisogna tener conto che questo fatto se, da un lato, attirerà dei consensi, dall’altro, scoraggerà coloro (e non sono pochi) a cui è venuta a nausea la pratica di una cultura lideristico-carismatica che ha informato di sé, negli ultimi anni, fenomeni come il berlusconismo ma anche il veltronismo, il bertinottismo, il vendolismo, il grillismo e per ultimo il renzismo.
di Lidia Ravera
Salvatore Parolisi avrebbe ucciso, a leggere la motivazione della sentenza che lo condanna all’ergastolo, perché sopraffatto dalla superiorità della moglie. Melania era più colta, proveniva da una famiglia migliore ed era psicologicamente più forte. Aveva, infatti, scoperto e perdonato i tradimenti del marito. E non l’aveva cacciato di casa. Probabilmente per evitare alla bambina (18 mesi) di perdere quello che, comunque, era suo padre.
Le donne li fanno spesso, questi sacrifici. Ma naturalmente, non dimenticano. Non abbozzano. Non tornano disponibili e dolci. L’umiliazione le lavora dentro, le trasforma. Giudicano, si irrigidiscono, si negano.