di Antonello Mangano
«Il canguro è forte e salta con la morte». È il titolo di un sito web curato da ex parà della Brigata Folgore. Una serie di pagine nate con un solo scopo. Fare a pezzi – dal punto di vista scientifico – lo studio «Autoritarismo e costituzione di personalità fasciste nelle forze armate italiane: un’autoetnografia», scritto dai sociologi Pietro Saitta e Charlie Barnao. Quest’ultimo oggi fa il ricercatore a Catanzaro, ma ha un passato da paracadutista tra Pisa e Siena. Il suo diario è alla base del working paper che interpreta la caserma come «istituzione totale» e la Folgore come un corpo caratterizzato da riti di iniziazione e addestramento particolarmente violenti, con precisi richiami «fascisti».
di Paolo Valentini
Nel 2009 il primo numero della rivista Wired pubblicava in copertina la foto di Rita Levi-Montalcini sorridente, volto sbarazzino da eterna ragazza del secolo scorso. Intelligenze superiori dal pianeta Italia. La rivista non poteva cominciare le sue pubblicazioni senza immortalare l'espressione gaudente di una protagonista speciale del novecento italiano. Per una testata che parla di futuro e idee che cambiano il mondo quell'immagine voleva essere di buon auspicio per una nuova generazione di ricercatori e inventori che avrebbero votato la loro vita a migliorare le condizioni dei propri simili nel mondo, nelle tante università in cui nascono i piccoli miracoli della scienza.
Dal mio amico e collega Attilio Bolzoni, uno dei maggiori esperti di mafia in Italia, ricevo questa mail che volentieri pubblico:
Caro Alessandro, è molto atipica questa iniziativa dei figli di Bernardo Provenzano. Denunciare qualcuno non è nella tradizione dei figli dei boss. Poi, denunciare un magistrato. Poi ancora, denunciare Antonio Ingroia proprio nel giorno in cui presenta la sua candidatura. Una delle prime regole di Cosa Nostra è quella di non denunciare mai allo Stato. Nessuno. Neanche i peggiori nemici. E’ il tradimento massimo. E’ davvero singolare, oggi, che i due ragazzi di Corleone abbiano deciso di inoltrare un esposto in una Procura della Repubblica, un ufficio dello Stato. E’ come il mondo sottosopra.
redazionale
Le differenze sono tante e tali, da legittimare il termine alternativa. Al contrario di Monti, quella di Ingroia non è una "salita" in politica, ma l'annuncio della volontà di cambiare lo “stato delle cose” mettendosi a disposizione di una lista che si oppone al liberismo portato avanti dallo stesso Monti e dal suo predecessore, Silvio Berlusconi. Forse a molti appare un dato di poco conto, ma non lo è affatto! E' bene intanto prendere atto di un crescente interesse per "l'evento", cosa che non accadeva da tempo... La costruzione e la nuova presenza di un Quarto polo non è passata quindi inosservata. Lo dimostra l'indifferenza arrogante di Bersani, la candidatura di Piero Grasso
di Checchino Antonini
«Direi che ci siamo», attacca Ingroia nella cornice del Capranica che l'ha visto solo pochi giorni fa ufficializzare il percorso che oggi si annuncia ufficialmente. L'ex pm di Palermo sarà il candidato premier di Rivoluzione civile, la lista alternativa a Monti e a chi l'ha sostenuto, «vera lista nuova - dirà lui - vera lista civica». Nel logo un quarto stato stilizzato a spiegare che l'anomalia italiana è anche l'esclusione dei ceti subalterni dalla rappresentanza. Che poi lui non se lo sarebbe mai immaginato di dover scendere in politica per proseguire la stessa battaglia iniziata nelle aule di giustizia contro mafie e corruzione ma oggi è il momento della «responsabilità politica» perché la politica «non ha fatto il suo dovere: non siamo in un paese normale, c'è un'emergenza democratica dovuta allo strapotere dei sistemi criminali».