di Salvatore Cannavò
E’ un documento da conservare con cura il rapporto “Moneta e banche” redatto dalla Banca d’Italia. Perché se si vuole vuole sapere per che cosa facciamo i sacrifici, subiamo le stangate, gli aumenti, il blocco dei servizi e dei diritti, parte della risposta è data dai numeri, un po’ complessi e fitti, che la banca centrale italiana pubblica sul proprio sito.
Al 31 ottobre 2012, infatti, la proprietà di Titoli di Stato da parte delle banche italiane ammontava a 340 miliardi di euro, in aumento del 63% rispetto all’anno precedente (208 miliardi ma, nel 2009 a ridosso dell’esplosione della crisi, erano solo 147 miliardi). Una fetta importante del debito pubblico, quindi, si trova nella pancia delle banche:
di Fabio Marcelli
Ho giò avuto modo di trattare, in alcuni miei blog, la natura doppia della religione, magazzino di risorse spirituali individuali e collettive per la giustizia e il miglioramento sociale ovvero strumento del potere, al servizio della conservazione dei privilegi di settori ristretti, fra cui ovviamente gli stessi ecclesiastici.
L’abbraccio con il potere è certamente di conforto, anche economico, agli alti prelati ma non aiuta la Chiesa in quanto tale, intesa come comunione dei fedeli. Uno dei tratti più negativi della nefasta esperienza del governo Monti, e prima ancora di quella di Berlusconi, è stato probabilmente costituito dall’ossequio portato al Vaticano, sotto
di Felice Roberto Pizzuti
Il professor Monti, nella conferenza stampa di Natale, mentre ufficializzava la sua «salita» in politica, ribadiva di essere "imparziale nelle analisi" e, se non super partes, si dichiarava extra partes. Questa reiterata pretesa, che pure ha assicurato il successo del suo governo in quella parte dell'opinione pubblica più sfiduciata nella politica, è evidentemente insostenibile; e per capirlo, se ce ne fosse ancora bisogno, basta mettere a confronto la sua «Agenda» con i fatti. Il capitolo dell'Agenda dedicato al qualificante obiettivo di «Costruire una economia sociale di mercato, dinamica e moderna» inizia con l'affermazione che «La riforma delle pensioni ha dato al Paese il sistema più sostenibile
di Tonino Perna
Il Professor Monti nel presentare la sua agenda-programma per le prossime elezioni ha attaccato la Cgil e Vendola, sostenendo che sono dei conservatori, che rappresentano ormai posizioni arcaiche che impediscono all'Italia di crescere, modernizzarsi. E Monti, bisogna ammetterlo, questa volta ha ragione.
Siamo in tanti ad essere diventati conservatori perché vogliamo conservare i diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte sociali, perché vogliamo conservare il welfare come diritto alla sanità pubblica, all'istruzione statale , all'indennità di disoccupazione. Siamo decisamente conservatori perché vogliamo proteggere l'ambiente e gli ecosistemi dalla
di Carlo Lania
Siamo un Paese che ribolle, con centinaia di aziende in crisi, vertenze che durano mesi se non anni e una conflittualità nei posti di lavoro in continua crescita. Il 2012 che sta per chiudersi sarà ricordato come uno degli anni più conflittuali per il mondo del lavoro, con le ore di sciopero che nel primo semestre sono cresciute del 9% rispetto al 2011. Un aumento «marcato, prevedibile e inevitabile», lo ha definito ieri su Facebook il garante dell'Autorità sugli scioperi Roberto Alesse, per il quale il livello di conflittualità «non potrà che confermarsi» anche nel 2013. A meno che, ha aggiunto, «il nuovo parlamento e il nuovo governo non sapranno, con senso di responsabilità, affrontare i difficili nodi