di Roberto Ciccarelli
Un movimento lo vedi dall'entusiasmo. Dalle finestre che si aprono quando sfila il corteo, c'è chi riprende puntando gli occhi liquidi nello schermo dell'Ipad, mentre un signore con le stampelle e una pipa pericolosamente si sporge da una balaustra e lancia le mani avanti, in un abbraccio colossale. Sono centinaia gli studenti dei Castelli che lo accolgono con un boato: «Scendi giù, manifesta pure tu!» ritma Maya al megafono. Ha 16 anni, indossa un chiodo attillato, le doctor Martens basse, i capelli rasati a zero a destra e lunghissimi a sinistra.
di Domenico Moro
La Legge di stabilità ha iniziato il suo iter parlamentare da diversi giorni, sottoponendosi al vaglio della Commissione Bilancio.
Ancora non si è arrivati ad una riformulazione definitiva, sebbene si stiano delineando alcune modifiche nella trattativa che coinvolge il ministro dell’economia Grilli e i due relatori di maggioranza, Brunetta del Pdl e Baretta del Pd.
Mentre i parlamentari votano l'inserimento dell'inno di Mameli nel programma scolastico le scuole cadono a pezzi. Una contraddizione lampante, che emerge leggendo il rapporto di Legambiente presentato oggi a Torino sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia.
Infatti, quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d'interventi di manutenzione urgenti. Senza contare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico.
Il lavoro resta al centro del mondo Fiat. Questa volta lo scontro non riguarda gli stabilimenti italiani ma è scoppiato in quello nuovo in Serbia, a Kragujevac, una joint venture tra il gruppo italiano e il governo di Belgrado dove viene prodotta la nuova 500L, una piccola monovolume destinata a essere esportata anche in Nordamerica.
Secondo quanto riportato dai media del paese, i sindacati serbi stanno protestando da giorni per due motivi: perché gli operai - circa 1.700 su 2.000 dipendenti - sono pagati poco, circa 300 euro al mese, e soprattutto perché subiscono condizioni di lavoro massacranti. «Turni insostenibili» accusano, ma l'azienda per ora ha risposto picche, perché questa è quella che considera la «chiave della produttività».
di Romina Velchi
L’Italia dei Valori non regge l’urto dell’onda grillina: il partito di Di Pietro è una delle prime illustri vittime del comico genovese. Che all’amico ex magistrato rende l’onore delle armi, ma al quale è deciso a soffiargli voti e seggi in parlamento. Di Pietro oscilla (anche sotto l’effetto dell’inchiesta di Report), ma resiste. Anche se per fare cosa non è del tutto chiaro.
L’aver assicurato che il partito non sarà sciolto e non ci sarà alcuna alleanza con il M5S (se non altro per l’indisponibilità manifestata dallo stesso Grillo) non ha evitato la prima grave scissione, che rischia di lasciare il partito senza gruppo alla Camera: Massimo Donadi e Nello Formisano si sono dimessi dal partito.