di Monica Pasquino
Quando ancora non mi ero ripresa dal "ritorno" di Berlusconi e dalla tragicommedia di un Paese che mette in Costituzione il pareggio di bilancio e toglie dal Codice penale il falso in bilancio, ecco pronto il centro-centro. Monti scende in campo e questo crea difficoltà a Bersani, costretto a spostare sempre più a destra l'asse della sua coalizione per togliere spazio al nuovo rivale. Per fortuna ascolto on line Ingroia, che al Teatro Capranica scioglie la riserva sulla sua candidatura e invita i partiti a fare un passo indietro per permettere alla società civile di fare un passo avanti.
Sono a casa. Sfoglio diversi giornali, confesso di essere rimasta un po' indietro con la rassegna stampa di questi giorni.
di red.
Alla fine Antonio Ingroia scioglie la riserva sulla sua candidatura: "Se ci siete tutti, se ci siamo, anche quelli della società civile, io sono disponibile a candidarmi in un movimento unitario". Così, dal palco del teatro Capranica di Roma, arriva l'annuncio atteso. La platea applaude. Ingroia invita Antonio Di Pietro (Idv), Olivero Diliberto (Pdci), Paolo Ferrero (Prc), Angelo Bonelli (Verdi) a fare "un passo indietro". "Il modo migliore per far fare un passo avanti alla società civile è fare un passo indietro", dice l'ex pm, specificando che ciò "non significa sparire, perché vi vogliamo con noi nella battaglia". Ma il 'nuovo polo' non deve essere "un collage, un'accozzaglia di colori, un arcobaleno
di Giulio Marcon
La legge di stabilità per il 2013, appena approvata, riassume bene un anno di politica economica del governo Monti all'insegna del rigore (a senso unico), dell'assenza di equità, di insignificanti misure per la crescita. Rigore, equità e crescita: erano le tre parole chiave con cui Monti si era presentato in parlamento nel novembre del 2011, all'atto del suo insediamento. Il rigore è stato applicato ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini, ma non alla casta dei militari e al 10% privilegiato della società. Di equità sociale non c'è traccia tanto è vero che le diseguaglianze e le povertà nell'ultimo anno si sono accentuate: un quarto della popolazione non riesce a far fronte a spese impreviste
di Fausto Bertinotti
Mi sembra che questi primi cenni di campagna elettorale confermino tutte le analisi espresse negli ultimi numeri di alternative per il socialismo, a partire da “L’opportunità della rivolta” dell’ottobre dello scorso anno.
La ristrutturazione dell’economia prodotta dal capitale finanziario, in risposta alla crisi, è accompagnata da una vittoria ideologica delle classi dirigenti realizzando, così, un vero e proprio rovesciamento della lotta di classe agitata, adesso, dai padroni contro i lavoratori, contro i popoli e i giovani in particolare. Appunto, come dice il movimento di Occupy Wall Street: «Noi 99%, voi 1%». Per difendere gli interessi di questo 1%, si è costruito un recinto in cui si consuma
di Carmine Fotia
Chi lavora contro l'unità dei progressisti? Come delimitiamo il campo dei progressisti e chi è legittimato a farlo? Mi sembrano le domande fondamentali cui rispondere se si vuole prendere sul serio l'appello all'unità dei progressisti di Bevilacqua, Tronti ... (il manifesto 21 dicembre). Nella stessa giornata di ieri ho visto una dichiarazione di Antonio Ingroia che ribadisce che l'appello che ha firmato è rivolto a creare le condizioni per un governo «riformista e democratico» e letto un'intervista di Luca Orlando nella quale si ribadisce che i firmatari dell'appello che ha dato vita alla manifestazione di ieri al Capranica di Roma cercheranno fino all'ultimo di dialogare con la coalizione