di Matteo Bartocci
«Più rigore e più mercato Con l'Udc tensione alle stelle Il primo partito non basta Per Bersani la somma di questi ostacoli è una manovra di accerchiamento difficilmente aggirabile. Che stritola, a dire la verità, l'unico partito rimasto in piedi e con un'idea politica discutibile ma almeno chiara: primarie per il premier e alleanza progressisti-modeMartedì il porcellum in senato Anemmeno quarantott'ore ore dal debutto nell'aula del senato della riforma elettorale, Mario Monti cala l'ultima picconata sulla strategia tessuta con pazienza da Pierluigi Bersani: «Se servisse, continuerei», avverte algido il premier tecnico.
di Maria R. Calderoni
"Sbilanciati" sono Sbilanciati, si vede a occhio nudo, Sbilanciati «in basso, a sinistra» (come noi, si dà il caso). E a guardarli, leggerli, sentirli ti lasciano sempre una bella impressione, questi Sbilanciati di "Sbilanciamoci!". Anche loro (come noi) non sono nati ieri; anche loro (come noi) hanno vent'anni sulle spalle e anche loro (come noi) non hanno nessuna voglia di smettere di "sbilanciarsi", in basso a sinistra. Coerenti, coraggiosi, impegnati, informati. Compagni di viaggio (si chiama anche opposizione...).
di Bruno Steri
Un paio di giorni prima del responso elettorale che ha sancito la vittoria di Barak Obama, Rocco Buttiglione sintetizzava nel corso di una trasmissione televisiva la sua valutazione circa i possibili effetti di questa importante scadenza. Cito a memoria: spero che vinca Obama, perché Romney darebbe una tale sferzata alla competitività americana da mettere ulteriormente in braghe di tela l’Europa e noi con essa; viceversa, con Obama, proseguirebbe il declino degli Usa.
di Fabrizio Goria
Un salto indietro di oltre dieci anni. Il Pil dell’Italia è tornato allo stesso livello del 2001, come evidenziato oggi da un’analisi del Crédit Agricole. Mentre il Pil cala, diminuisce anche la capacità di risparmio delle famiglie, giunta ai minimi dal 1980, e il tasso di crescita del reddito disponibile. L’allarme, in questo caso, è lanciato da Goldman Sachs, che ricorda anche come il proverbiale tesoretto dell’Italia, ovvero la ricchezza privata, è dato in costante declino. Il tutto nonostante Banca d’Italia continui a rimarcare come, sotto questo punto di vista, l’Italia è messa meglio di tanti altri Paesi europei. Forse lo era in passato, avverte Goldman Sachs, ma difficilmente lo è ancora oggi.
Nell’arco di quattro anni sono stati cancellati i rialzi registrati dal 2001. L’analisi del Crédit Agricole lascia poco spazio all’ottimismo. «L’Italia è nella peggiore recessione dal 2009 a oggi e il Pil è tornato al livello del 2001», spiegano Isabelle Job e Paola Monperrus-Veroni, analiste della banca transalpina. «Il Pil è tornato al livello del 2001 e tutto quanto guadagnato dal decennio di crescita successivo all’ingresso dell’euro è stato cancellato», spiegano Job e Monperrus-Veroni.
di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini
Oggi vi è un consenso molto ampio sul fatto che per superare la crisi sia necessario rilanciare la crescita dell’economia. Qualunque critica si possa muovere alla crescita, in nome di qualunque principio, è destinata a suscitare anatemi. La crescita non è una scelta ma una condizione obbligata per la sopravvivenza del sistema capitalistico: venuta meno questa condizione, la sua rapida ripresa è diventata un’invocazione corale.
Ma esistono dei forti dubbi che la crescita possa rappresentare l’unica soluzione dei nostri problemi in quanto un’espansione quantitativa senza limiti così come l’abbiamo conosciuta dalla rivoluzione industriale non appare sostenibile.