di Franco Frediani
Nessuno ci convincerà mai, i fatti parlano da soli! Scatta la seconda trappola, e cambia il luogo della disputa. L'Italia era diventata stretta per Mario Monti, ed è così partita la seconda fase del piano di recupero e di rilancio di colui il quale viene considerato una pedina fondamentale nello scenario economico-finanziario del liberismo europeo. Non ci eravamo mai illusi che lo scaltro "falso tecnico"- in realtà più politico dei politici più consumati - facesse il "gran rifiuto" in nome dell'orgoglio e della dignità. La posta in palio è ben più alta e lo stiamo vedendo.
di Luca Sappino
I sondaggi lo fanno forte, a Bersani, e lo rendono molto sicuro di sé. «Non ci sarà alcuna situazione di ingovernabilità - dice infatti alla stampa estera - e avremo una maggioranza numerica e politica». Vedrete, insomma, ci sarà di che rassicurare lo Spread. Però, tanto ne è Bersani, che una porta la apre comunque. E prosegue così il leader del Pd: «Ma io intendo che i progressisti siano generosi e aperti». Verso chi? Verso le forze del centro «europeista e costituzionale», dice, citando la carta d’intenti delle primarie, «perché abbiamo davanti la possibilità di dare governabilità a questo Paese».
di Antonio Cipriani
Non avete mai il dubbio che la crisi mondiale sia un simulacro? Che sotto il sofisticato meccanismo di spread, mercati e soluzioni drastiche non ci sia niente di quello che ci appare? Che il senso mediatico della crisi basta da solo a governare da solo il sistema mondo? Non si tratta di un riflesso dietrologico, ma di punti interrogativi ad alimentare il senso critico, quindi il senso di appartenenza e di partecipazione a un consesso sociale. A una democrazia.
Beh, a me dubbi affiorano costantemente. Per natura, per educazione al senso critico, perché è troppo fastidioso adagiarsi sull'onda cullante del discorso mediatico.
È allarme referendum. Il comitato promotore dei quesiti referendari per la cancellazione dell'articolo 8 della riforma Sacconi e del nuovo art.18 manomesso dalla riforma Fornero ha scritto ieri al presidente Giorgio Napolitano per chiedere di sciogliere le camere non prima del 4 gennaio 2013. Il testo della lettera sarà reso noto oggi.
di Vladimiro Giacchè
Nella prima mattinata di ieri, dopo mesi di negoziati e 14 ore filate di trattativa finale, i ministri delle finanze dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo che apre la strada alla vigilanza centralizzata della Bce sulle banche europee. Anche questo accordo, come molte delle più recenti decisioni dell’Unione Europea, può essere letto in modi molto diversi.
La lettura confortante è questa. L’Unione Europea ha fatto un passo avanti decisivo verso l’Unione Bancaria: regole comuni per tutte le banche europee e, soprattutto, meccanismi che possono consentire aiuti europei (e non più su base nazionale) alle banche in difficoltà.