Maria Elena Scandaliato
È distaccato, Nanni Balestrini. Quasi indifferente. Parla della sua città –Milano –come se non gli appartenesse, come se fosse parte di un presente troppo distante dai suoi ricordi. «Io sono contro ogni forma di identità», puntualizza, prima di iniziare a registrare. «Non mi considero milanese più di quanto non mi consideri romano, o parigino, o moscovita».
di Sergio Ferrari
Con il libro “Il film della crisi” G. Ruffolo e S. Sylos Labini offrono una ricostruzione ragionata dell’attuale crisi economica, delle sue origini ideologiche, delle deformazioni e delle speculazioni finanziarie che l’hanno accompagnata, delle logiche di un capitalismo abbandonato a se stesso in virtù di una concezione, quella liberista, secondo la quale “ i mercati sono razionali …. si autoregolano…”. Peccato che “questo mantra del’economia non esista e quindi…. si è dissolto improvvisamente e per molti ( ma non per tutti) inaspettatamente “.
da www.movisol.org
Due autorevoli voci si sono nuovamente levate a denunciare l'illegalità e il carattere antidemocratico dell'Unione Europea: il prof. Karl Albert Schachtschneider in Germania e il prof. Giuseppe Guarino in Italia.
Guarino ha denunciato non solo la dannosità del Fiscal Compact, ma anche la sua inapplicabilità. La denuncia dell'illustre giurista, anticipata in occasione della conferenza internazionale dello Schiller Institute e pubblicata successivamente su Milano Finanza del 28 novembre, "ha subito generato moltissime reazioni in ambito accademico e in Senato", dove si è discussa la legge di Stabilità, scrive il quotidiano milanese.
di Checchino Antonini
«La parola di Stefano, anche quando la leggi in solitudine e in silenzio, non è mai soltanto parola scritta, c'è una spinta all'oralità trasmessa dal fraseggio e dal ritmo, dalla "tornitura" delle parole, dalla ricerca delle assonanze... Sulla pagina si coglie una promessa di voce, di ritmo, di suono che viaggi nell'aria e faccia vibrare i timpani, ovvero incontri un corpo. Ecco, c'e` sempre un invito all'ascolto e all'incontro».
«Senza dubbio. La scrittura, per Stefano, sia quella propria che di altri scrittori, è sempre qualcosa da mettere in azione attraverso la voce, la presenza del qui ed ora di qualcuno che quelle parole le estrae dalla pagina per renderle suono.
di Boris Sollazzo
Lui è un ragazzo di Bagnoli del 1946, un bel tipo che odia il potere e lo combatte, perché non se ne fa sedurre. Che ignora il denaro, perché non lo ama. Che adora la satira, perché il suo spirito è tagliente e militante, e considera quella risata amara, quello sberleffo arguto, quel fendente a chi comanda, come l'unica vera arma contro l'arroganza della classe dirigente.