di Aldo Garzia
Sabato 1 dicembre, aula magna del comune di Recanati senza più posti a sedere, quando si presenta il volume Alla ricerca di un altro comunismo, dedicato a Lucio Magri (1932-2011). A organizzare l'iniziativa, con l'editore Il Saggiatore, è l'Istituto Gramsci delle Marche, presieduto da Carlo Latini. È passato un anno da quando Magri, tra i fondatori del Manifesto, direttore insieme a Rossana Rossanda del mensile uscito nel 1969, e poi della seconda edizione (1999-2004), ha deciso di lasciarci. Ora è sepolto proprio a Recanati, accanto alla moglie Mara, in un piccolo cimitero che guarda la valle marchigiana che ispirò alcune delle più belle poesie di Giacomo Leopardi.
Magri si fece promettere dagli amici e compagni più intimi che alla sua morte non dovevano esserci cerimonie particolarmente enfatiche.
di Roberto Gramiccia
Non c’è dubbio che sabato 1 dicembre al Teatro Vittoria di Roma sia accaduta una cosa importante. Si è assistito, infatti, al successo notevole e non scontato ottenuto dai firmatari dell’appello “Cambiare si può”. Un successo indubbio che non ha escluso (e forse non poteva farlo) qualche chiaroscuro. Tanta gente, anche se il dato quantitativo non va enfatizzato, a fronte delle aspettative che si erano create. Una tensione alta negli interventi che si sono succeduti e una buona capacità di analisi e di proposta, sulle quali solo a tratti hanno prevalso istanze emotive e spunti di un certo populismo di sinistra.
di Tiziana Barillà
«Siamo quelli di Genova, che protestavano perché il 20 per cento delle persone controllava l’80 per cento delle risorse», dice Vittorio Agnoletto, ex eurodeputato della Sinistra europea. «Oggi, dopo 10 anni, l’8,7 per cento controlla l’82 per cento delle risorse. Questo sistema non va. È necessario proporne uno alternativo, è necessario che le lotte sociali trovino una rappresentanza politica». Il primo dicembre, si è tenuta l’assemblea costituente del Quarto polo, Cambiare si può. Minimo comun denominatore: l’antiliberismo. Il battesimo di una lista unitaria per le elezioni politiche del 2013 alternativa a Monti, ma anche al centrosinistra.
di Vladimiro Giacchè
In questi ultimi anni, il rapporto tra i mercati finanziari e le autorità politiche in Europa è stato piuttosto schizofrenico. I mercati sono venerati e seguiti quando si tratta di far passare misure antipopolari «per riconquistare la fiducia dei mercati», ma vengono ignorati quando dicono verità sgradevoli. Si spiega anche così la poca attenzione che è stata prestata ai report pubblicati nelle ultime settimane da diverse banche d’affari sulla situazione del sistema finanziario europeo. Una situazione che si può riassumere con la formula coniata qualche mese fa dagli analisti di Morgan Stanley: è in atto la balcanizzazione finanziaria dell’Europa.
di Luca Sappino
Dopo l’assemblea di “Cambiare si può”, dei professori ex girotondini, di Paul Ginsborg e Marco Revelli, che ha riempito il teatro Vittoria sabato a Roma, ieri un altro tassello nel progetto arancione di Luigi de Magistris, si colloca nel posto giusto. Antonio Di Pietro ha così scritto sul suo blog: «Noi dell’Italia dei Valori ci facciamo artefici, senza alcuna mira egemonica, con spirito di servizio nei confronti del Paese e del centrosinistra, di un percorso che porterà alla sintesi di tutte le correnti che si stanno muovendo in questa grande area».