di Gaetano Farina
Non è certo il classico libro da regalare a Natale, ma è un libro importante, scottante per i contenuti e non per il prezzo (nel rispetto della politica adottata dalla casa editrice che l'ha pubblicato, la Newton Compton di Roma).
di Stefania Divertito*
Una volta la settimana Antonietta Gatti prende il treno all’alba, va a Pesaro, si immerge nelle stanze silenziose dell’Arpa e armata di provette e analisi mediche mette a punto quella che è una scienza del tutto nuova, rivoluzionaria, e soprattutto made in Italy: la biobalistica. Poco più di cinquant’anni, sguardo vivace, parlantina coinvolgente e tutte le qualità che hanno le donne dell’Emilia, simpatia compresa. È stata consulente della Commissione d’inchiesta parlamentare sull’uranio e anche del procuratore di Lanusei (in Sardegna), Domenico Fiordalisi, che sta conducendo un’inchiesta sul poligono militare di Perdasdefogu e sull’inquinamento bellico.
di Riccardo Chiari
Chi non potrà esserci di persona potrà comunque seguirla, vista la diretta in streaming (su www.cambiaresipuo.net) dell'assemblea «Cambiare si può» di oggi, al Teatro Vittoria in piazza di Santa Maria Liberatrice al Testaccio. Partenza alle 10.30 con la relazione di Livio Pepino e un videomessaggio di Luciano Gallino. Poi interventi di sei minuti fino alle 17, quando Marco Revelli tirerà le conclusioni di una giornata che potrebbe anche far partire un «Quarto polo» in vista delle elezioni politiche di marzo. Il condizionale è d'obbligo, perché nemmeno i promotori dell'appello di cui è nata l'assemblea odierna nascondono le difficoltà di organizzare, in soli sessanta giorni, quella «lista di cittadinanza politica» che sia alternativa non solo al governo Monti e alle sue politiche, ma anche alla proposta politica della carta di intenti fondativa delle primarie di Pd, Sel e Psi.
Organizzata alla vigilia del ballottaggio delle primarie, e senza che ancora si sappia se arriverà in porto una nuova legge elettorale con la possibilità di un premio di maggioranza alla coalizione vincente, l'assemblea di oggi viene comunque vista con interesse da realtà anche molto diverse fra loro.
di Luca Bussoletti
Antonio Ingroia è una sedia vuota su un palcoscenico pieno di relatori tra cui spicca Marco Travaglio che, come spiega il moderatore, «è uno che non ha bisogno di presentazioni » .
La potenza dell’allegoria è enorme. Racconta della spietata corte che gli dedica da tempo la politica ma anche dei suoi continui smarcamenti. Polo G sì, Polo G no. È un valzer che appassiona molti, soprattutto quei ragazzi a cui lui si rivolge in apertura del suo nuovo libro Io soche Chiarelettere presenta parzialmente in contumacia al Teatro Ambra di Roma. «Vorrei dire ai giovani che è fondamentale recuperare la memoria della storia italiana, al di là di questo ventennio. Vorrei dire loro che devono assolutamente provare a ricominciare dal patrimonio andato in parte disperso in quel ‘92, con lo stragismo».
di Rossana Rossanda
Le primarie del Pd obbligano a riflettere. Prima di tutto sulla infondatezza del ritornello secondo il quale gli italiani ne avevano abbastanza della politica e dei suoi riti, sommo dei quali sembrano le elezioni. Più di tre milioni di persone sono andati a esprimere un parere su chi doveva essere il candidato sfidante della sinistra, istituzionalmente non più che una raccomandazione, e per un esito non scontato. Lo stesso fenomeno si era verificato in Francia, dove si attendeva un vasto astensionismo alle presidenziali, mentre la partecipazione è stata elevata. Se ai politici si deve rimproverare la scarsa vicinanza alla popolazione, non è che giornalisti ne sentano meglio il polso.