di Checchino Antonini
Apre Livo Pepino, chiude Marco revelli dopo sei ore di interventi di sei minuti ciascuno, più di quaranta. Lo staff di “Cambiare si può”, l’appello cosiddetto dei 70 per una lista alternativa al centrosinistra e a Monti ha comunicato il programma dell’assemblea romana del 1° dicembre al Teatro Vittoria di Testaccio.
“L’assemblea comincerà alle 10.30 puntuali (mezz’ora dopo l’orario inizialmente comunicato per consentire gli arrivi, concentrati nella mattinata dato lo sciopero dei treni del giorno precedente) e finirà alle 17.15 (per esigenze del teatro).
I lavori saranno introdotti – questa la scelta di chi la sta organizzando – da una relazione di Livio Pepino (di 12 minuti), che Livio cercherà di scrivere e di mandare in anticipo a tutti i firmatari, mentre le conclusioni (della stessa durata) saranno tratte da Marco Revelli.
di Claudio Grassi
Sono passati ormai sessantacinque anni da quel fatidico 29 novembre del 1947, quando il voto sulla spartizione della Palestina storica in due stati, permise il riconoscimento dello Stato di Israele, che un anno dopo entrò poi a far parte dei paesi membri dell'ONU. Oggi, a distanza di tutto questo tempo, la Palestina è stata riconosciuta come stato osservatore dall'Assemblea generale della stessa Organizzazione. Non si tratta del riconoscimento di uno stato autonomo e indipendente, ma sicuramente è un viatico determinante in prospettiva del raggiungimento di quella condizione.
di Carmine Fotia
Penso che la partecipazione popolare alle primarie sia un bene prezioso. Tuttavia, pur avendo partecipato al primo turno, votando per Nichi Vendola, , domenica non mi recherò al seggio. Assistendo al confronto televisivo tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani non ho respirato alcun profumo di sinistra. Si può spruzzare un profumo dozzinale e spacciarlo per Chanel n° 5, ma la sostanza non cambia. I due candidati propongano varianti della medesima politica: Bersani vuole andare «un po' oltre Monti», Renzi anche, nel senso che vuole fare lui le politiche di Monti.
Prendiamo il tema cruciale del lavoro: nessuno dei due ha detto che cambierà le controriforme della Fornero.
di Riccardo Chiari
«Noi non siamo, né vogliamo essere, aghi della bilancia». Messaggio chiaro, quello lanciato da Chiara Giunti del comitato operativo nazionale di Alba: niente tatticismi per chi vuole costruire un'alternativa all'«agenda Monti». E non vede nell'alleanza Pd-Sel, a partire dalla carta d'intenti delle primarie, la volontà di capovolgerla. «Quella carta è interna alla 'logica della compatibilità': accetta il fiscal compact e il pareggio di bilancio, con il conseguente smantellamento dello stato sociale. Le parole di Monti su una sanità pubblica 'ormai insostenibile' sono eloquenti».
Intervista a Giorgio Airaudo di Antonio Sciotto
Airaudo (Fiom): adesso che abbiamo gli operai dentro, ci spettano otto Rsa Secondo la Cgil, una sentenza già emessa a Torino dà diritto alla rappresentanza anche a chi non ha firmato i contratti. Ma il Lingotto si appella allo Statuto dei lavoratori
«La Fiat seguita ad avere un atteggiamento ostruzionistico rispetto all'applicazione delle sentenze, ma noi siamo intenzionati a esercitare il nostro diritto di avere le Rsa a Pomigliano». Il segretario nazionale Fiom Giorgio Airaudo contesta la decisione del Lingotto di non voler riconoscere gli 8 rappresentanti che la Fiom ha nominato subito dopo l'assunzione dei 19 operai reintegrati a Pomigliano.