di Mauro Ravarino
Perino: «Sono arresti ad orologeria prima del corteo di Lione». Ferrero: «Repressione non da stato di diritto»
Il blitz, come ogni volta, scatta all'alba. Piemonte, Lazio, Lombardia, Trentino le regioni interessate. Diciannove le misure cautelari (nove arresti domiciliari) decise dal gip Rosanna La Rosa ed eseguite dagli agenti della Digos, ieri mattina, nei confronti di altrettanti attivisti No Tav. Succede a pochi giorni dalla manifestazione a Lione, il 3 dicembre, in occasione del vertice italo-francese, e in contemporanea allo sgombero e ai sigilli posti al presidio del movimento a Chiomonte. Ecco perché, nell'atrio di Palazzo Nuovo, sede della facoltà umanistiche a Torino, poche ore dopo la notizia, Alberto Perino e Lele Rizzo parlano di «operazione a orologeria».
di Michela Giachetta
«Signora, suo padre non può stare qui, non abbiamo più posti letto. Sa, i tagli…Dobbiamo trasferirlo in una clinica convenzionata ». Francesco, il padre della signora Anna, ha addosso tre infarti, 5 by pass e 90 anni. Una sera si è sentito male, i parenti lo hanno trasportato all’Ospedale Maggiore di Bologna, quello più vicino alla zona in cui abita. I controlli e l’esito: «Ha poco ferro, servono trasfusioni». Ma al Maggiore non hanno posto. Francesco viene trasferito a Villa Chiara, clinica convenzionata. Nella stanza in cui lo ricoverano c’è un altro paziente, ma un solo tavolino da letto per poter mangiare. Devono fare a turno. Mancano i pappagalli usa e getta per le urine.
di Fausto Co’
Nella commissione Affari Costituzionali del Senato è stato assunto in data 11/10/2012 a testo base il testo unificato proposto da uno dei sue relatori, sen. Malan del PdL (l’altro relatore sen. Bianco PD aveva presentato una diversa proposta non giunta in votazione per l’ammissione del testo di cui sopra). L’esame in aula del Senato del testo Malan è stato calendarizzato per la seduta pubblica del 5/11/2012. Continuano i tentativi delle forze politiche di raggiungere un’intesa per l’approvazione di una nuova legge.
di Antonello Sotgia
Ostia. La lunga striscia di asfalto che corre parallela al mare, simile più che a un boulevard ad una trincea che, ad est, s’inspessisce con un alto bordo edilizio e, ad ovest, con quell’altrettanto invasivo bordo di manufatti e attrezzature balneari che murano mare e quel che resta della spiaggia. Nader e Stefano devono scavalcare una recinzione, arrampicarsi su di un tetto di una cabina e finalmente gettare uno sguardo lontano verso l’orizzonte d’acqua. Non lo possono fare dalla strada. Da qui il mare, anche se vicinissimo, non si vede.
Guardano il mare, ma per non più di un attimo, condannati come sono a interessarsi solo a quello che in quel medesimo momento possono vedere e toccare.
di Livio Pepino, Andrea Morniroli
Passati i giorni del trionfalismo occorre tornare a ragionare. Le indicazioni provenienti dal primo turno delle primarie del Partito democratico sono, a dir poco, articolate e non c'è da stare allegri.
Primo. Cominciamo dai dati generali: hanno votato al primo turno 3.110.709 cittadini, mentre nelle primarie dell'Unione del 2005 avevano votato in 4.311.149 e, in quelle per la segreteria del Pd, 3.517.000 nel 2007 e 3.102.709 nel 2009. C'è stata, dunque, una lieve ripresa dal 2009 ma un netto calo rispetto alle consultazioni precedenti (un milione e 400 mila voti in meno rispetto a sette anni fa). I titoli giornalistici sull'affluenza-record (avvalorati dall'incauta comunicazione iniziale che i votanti avevano superato i quattro milioni) vanno dunque ridimensionati.