di Gianmario Leone
L'annuncio dell'azienda dopo gli arresti dei Riva e di altri dirigenti. Nelle carte spunta anche il nome di Vendola I sindacati chiedono ai lavoratori di recarsi comunque negli stabilimenti. L'accusa a proprietà e management: associazione a delinquere per perpetrare l'inquinamento
Era solo questione di tempo. Perché il nuovo terremoto giudiziario che ieri ha colpito l'Ilva e la città di Taranto, era stato ampiamente anticipato dalla magistratura tarantina nello scorso mese di agosto. Con il gruppo Riva che nella tarda serata di ieri ha annunciato la chiusura del sito di Taranto e di tutti gli stabilimenti da esso riforniti: Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica.
di Alfonso Gianni
La riunione straordinaria del Consiglio europeo di pochi giorni fa a Bruxelles si è conclusa con un totale fallimento. La Merkel come al solito tende a minimizzare, ma di questo si tratta. Formalmente c'è ancora tempo per decidere. Infatti il vertice sul bilancio pluriennale 2014-20 è stato aggiornato all'inizio dell'anno entrante. Ma le divergenze venute alla luce non inducono all'ottimismo.
A Bruxelles si è consumato uno scontro tra i paesi più ricchi che, persino più della crisi della Grecia, mette in dubbio la continuazione della Unione europea.
Redazionale
Tutto come da copione nelle primarie del centrosinistra; almeno per chi non ha mai sottovalutato Matteo Renzi da Firenze. E' sicuramente presto per avere un quadro esatto di una realtà, quella del centrosinistra, che non sembra offrire grandi certezze. Il titolo giusto da mettere negli articoli di apertura sarebbe "ha vinto Renzi". Il dato saliente del primo turno di queste primarie ci viene consegnato infatti dal consenso conquistato in molte parti dallo stesso sindaco di Firenze. Il vero vincitore, qualunque sia l'esito finale, è proprio lui. La soddisfazione che traspare dai sorrisi e dalle parole del primo cittadino del capoluogo toscano, è palese, così come le sue affermazioni non possono essere messe in discussione: “Abbiamo fatto la campagna elettorale col due per cento dei segretari provinciali e col tre per cento dei parlamentari, e rischiamo di prendere il quaranta per cento degli elettori di centrosinistra”.
di Alessandro Gilioli
Tralascerei di accodarmi all’entusiasmo per l’affluenza e la giornata di festa: non per snobismo, ma davvero di questo hanno già detto in tanti.
E poi da oggi si fa sul serio: non tanto per decidere il vincitore – su Bersani scommetterei la tredicesima – ma soprattutto per stabilire i rapporti di forza, con tutto quello che ne consegue per il centrosinistra italiano e probabilmente per il governo del Paese. Già dopodomani sera, al faccia a faccia su Raiuno, non credo si respirerà la stessa aria buonista ed ecumenica che abbiamo visto nel confronto a cinque.
Una bozza di rapporti di forza peraltro è già stata definita dal voto di ieri: ad esempio, la vittoria di Renzi in due roccaforti rosse – Toscana e Umbria – lo sdogana definitivamente come parte fondamentale e ineludibile del Pd, piaccia o non piaccia. Per quanto abbia tra i suoi supporter Feltri e la Santanchè, considerarlo ancora un ‘alieno’ o un infiltrato mi pare fuori tempo massimo.
di Alfonso Gianni
Il risultato delle primarie merita un'analisi più approfondita, avendo in mano dati definitivi e riferiti a ogni singola regione e città. Ma certamente qualche cosa si può dire. Quando Renzi dice che la sua affermazione è avvenuta nelle regioni "rosse" dove più forte era il radicamento del vecchio Pci, dice il vero. I
ndica una mutazione iniziata da molto tempo , ma che ora subisce una accelerazione, nel corpo sociale che seguiva quel partito attraverso le sue varie trasformazioni. Quando Bersani dice che comunque il Pd vince, non ha torto (lui in particolare ne esce bene), ma probabilmente è una vittoria instabile, perchè la capacità di tenere insieme tutto il partito dopo l'affermazione di Renzi è dubbia.