Allarme precari. Secondo la Cgil, l'Italia potrebbe presto trovarsi a fare i conti con «un esercito di 230 mila lavoratori in scadenza».
Una vera e propria bomba a orologeria, per il sindacato, rappresentata dalla gran parte degli oltre 160 mila precari della pubblica amministrazione con il contratto in scadenza il 31 dicembre.
«BOMBA DA DISINNESCARE». La Cgil, nella pubblicazione del dato, ha avvertIto: «Questa bomba sociale deve essere disinnescata attraverso un provvedimento urgente di proroga immediata dei contratti». Oltre ai 160 mila dipendenti pubblici, infatti, anche 70 mila persone «del settore scuola sono destinate a trovarsi, al termine dell'anno scolastico, senza contratto, senza stipendio e senza lavoro, per la scadenza del loro contratto annuale».
di Manuela Campitelli
“Buongiorno. Vorrei ritirare la cartella clinica del mio parto e quella di mio figlio”.
“Faccia la fila, faccia domanda, faccia una telefonata, poi ripassi. E paghi il ticket”.
“Buongiorno. Sono qui perché ho ritirato la cartella clinica del mio parto. Lei è la capo ostetrica, giusto? Da questa cartella si evince ben poco. E’ scritta male, compilata male, fotocopiata male, (ma ce l’avete messo l’inchiostro nella fotocopiatrice?), ci sono correzioni e modifiche. Ecco, vede, qui risulta una sola somministrazione di Riabal. Invece io sono certa che le somministrazioni siano state due. Due, sì, me lo ricordo”.
di Vittorio Agnoletto, Enrica Bartesaghi, Haidi Giuliani, Lorenzo Guadagnucci
Quel che è accaduto in varie città italiane il 14 novembre a nostro avviso dimostra che la ferita del G8 del 2001 a Genova è tutt’altro che chiusa. Lettera aperta alla ministro Cancellieri dopo i fatti dello scorso 14 novembre e l’impegno assunto di identificare e punire l’agente ripreso mentre picchiava un giovane inerme.
Gentile ministra Cancellieri,
abbiamo letto i suoi interventi di questi giorni, successivi alle manifestazioni del 14 novembre, e il suo impegno a identificare e punire l’agente ripreso mentre picchiava un giovane inerme. Abbiamo anche letto le sue parole sulle “mele marce” da isolare e sul fatto che la ferita del G8 di Genova del 2001 è da considerare chiusa.
di Luciano Muhlbauer
In Lombardia l'unica certezza è che Formigoni è finito, ma quanto al formigonismo, vabbè, è tutta un'altra storia. 17 anni sono infatti un tempo lunghissimo, che non solo annebbia la mente degli uomini, ma soprattutto sedimenta un sistema di potere pervasivo e un intreccio di interessi e complicità allargato, dove pubblico e privato, lecito ed illecito si confondono strutturalmente. Forse a qualcuno questa premessa potrà sembrare superflua o persino banale, ma sono ancora troppi quelli che pensano che sia sufficiente togliere Formigoni per togliere anche il dolore. Le cose sono però più complicate.
di Fabrizio Assandri, Chiara Priante
Poco cibo e con basso valore nutrizionale. È quello che le famiglie, strette nella morsa della crisi, servono sempre più spesso ai bambini, visto che a Torino si registrano casi, in crescita, di denutrizione. Se ne accorgono, in primis, le insegnanti. All’elementare Vidari, in mezzo alle case popolari di via Sanremo, quando la mensa non era ancora in funzione, i bimbi, per il loro pranzo al sacco, sono arrivati con qualche merendina o un piccolo trancio di pizza o, ancora, con uno smilzo panino con dentro un wurstel. Morale? Poco cibo e fabbisogno nutrizionale non rispettato.