Ammontano a circa 134 milioni di euro i compensi erogati, nel 2011, dalle prime otto banche italiane ai propri consiglieri, dirigenti e sindaci. A fare i conti in tasca agli istituti di credito dopo l’invito di ieri del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, a ridurre i costi di dirigenti e amministratori, è stata l’Ansa che ha spulciato nelle relazioni sulle remunerazioni del 2011 delle banche quotate e che includono il costo dei consigli, dei collegi sindacali e dei dirigenti strategici, questi ultimi in numero variabile a seconda dell’organizzazione. In dettaglio Intesa Sanpaolo ha speso circa 28,3 milioni, Mediobanca 20,8 milioni, Unicredit 18,7 milioni, il Banco Popolare 18,2 milioni, Ubi Banca 13,4 milioni, Mps 13,2 milioni, la Bpm 11,1 e la Popolare dell’Emilia 10,7 milioni.
di Giovanna Capelli e Antonello Patta
Con l'arresto dell'assessore Zambetti si è conclusa per via giudiziaria la lunga crisi del modello lombardo-formigoniano. Clientelismo, corruzione, rapporti con la criminalità organizzata sono l'epifenomeno e l'effetto ultimo di un sistema di potere che faceva delle relazioni perverse tra "convenienze" dei politici e interessi economici dei privati, specie quelli di amici, il criterio fondante delle scelte politiche regionali. Nella sanità il pubblico è stato svuotato e dequalificato a vantaggio di un privato che ha dato vergognosi esempi di malasanità, sulla pelle dei malati. Le "eccellenze" non lo dobbiamo certo a Formigoni e alle nomine lottizzate dal centrodestra, ma al senso di responsabilità, di professionalità e di dedizione per il bene comune degli operatori e dei lavoratori e delle lavoratrici del settore che hanno resistito alle scelte privatiste e aziendaliste.
Articolo21.org
- Stiamo con i 19 della Fiom che hanno vinto la causa e debbono rientrare nello stabilimento Fiat di Pomigliano, dal quale erano stati espulsi perché sgraditi politicamente e sindacalmente.
- Stiamo con i 19 che ora Marchionne vorrebbe espellere dalla fabbrica per contrapporre ai loro compagni.
- Siamo contro ogni forma di rappresaglia e di disgregazione del principio di uguaglianza e della carta costituzionale. Per questo chiediamo al Governo di imporre il rispetto della legalità e della dignità delle persone. A nessuno possono essere consentite eccezioni, neppure alla Fiat.
di Ruben Ramboer
"Il capitalismo entra nella sua fase senile" "Il pensiero economico neoclassico è una maledizione per il mondo attuale". Samir Amin, 81 anni, non è tenero con molti dei suoi colleghi economisti. E lo è ancor meno con la politica dei governi. "Economizzare per ridurre il debito? Menzogne deliberate"; "Regolazione del settore finanziario? Frasi vuote". Egli ci consegna la sua analisi al bisturi della crisi economica. Dimenticate Nouriel Roubini, alias dott. Doom, l'economista americano diventato famoso per avere predetto nel 2005 lo tsunami del sistema finanziario. Ecco Samir Amin, che aveva già annunciato la crisi all'inizio degli anni 1970.
Intervista a Paolo Ferrero
di Daniela Preziosi
«Il No Monti day è la prima manifestazione dell'autunno esplicitamente contro Monti e il montismo. E cioè contro i provvedimenti del governo ma anche contro il suo indirizzo di politica economica. Che poi è l'applicazione della lettera della Bce e degli accordi europei: pareggio di bilancio in Costituzione, fiscal compact, riforma delle pensioni, abolizione dell'art.18 e spending review. Cinque pilastri che ingabbiano le politiche dei prossimi anni. Per questo Monti dice che 'può lasciare tranquillo': è come se avesse solidificato la sua politica e costruito i binari entro cui deve correre il prossimo governo». Paolo Ferrero, segretario Prc, ha appena iniziato la raccolta delle firme sul referendum per l'abolizione della legge Fornero, oltreché dell'art. 18 e l'art.8: «Se passasse, di fatto salta il fiscal compact».
Quindi a lei non importa che Bersani dica no al Monti bis?
La partita non è Monti sì o Monti no, ma se il futuro governo resta su questi binari o cambia strada.