di Giacomo Russo Spena e Giuseppe Montalbano
Le adesioni alla petizione "Numeri identificativi per la polizia in antisommossa" fioccano di ora in ora. Anche di nomi noti come Margherita Hack, Stefano Rodotà, Dario Fo e Ascanio Celestini. Nei prossimi giorni molti altri si aggiungeranno alla lista perché è “una questione di civiltà”.
Per Dario Fo l’introduzione dei numeri identificativi per le forze dell’ordine dovrebbe essere una “misura di semplice buon senso, in diversi Paesi europei è già stata introdotta”. Ricorda come già in Italia vi sono uffici pubblici in cui i dipendenti devono poter essere riconoscibili dalla cittadinanza: “Rendere identificabile l’agente in tenuta antisommossa significa metterlo allo stesso livello del comune cittadino.
di Franco Frediani
Sono in molti a non aver ancora compreso qual'è la spada di Damocle che pende sulla testa del nostro paese. Gli stessi che per mesi hanno guardato in tutt'altra direzione, pensando che Mario Monti fosse solo il vassallo di Frau Merkel. Chi tira le fila delle "armate" capitaliste, ha giocato dunque una buona partita. A niente è servito il monito che già altre volte abbiamo lanciato da queste colonne, mettendo in guardia sulla vera identità del "timoniere" di Palazzo Chigi, da sempre fatto passare come un "semplice" tecnico. Chi pensava che la partita fosse giocata a livello continentale può solo scoprirsi un grande ingenuo. Il vero scopo era quello di ricreare un filo diretto tra Europa e America che riportasse in auge la supremazia economico-finanziaria di quest'ultima. Ecco spuntare la vera cabina di regia che a livello europeo ha consolidato un patto di ferro tra personaggi come Cameron, Hollande e lo stesso Monti. Già, il nostro amatissimo Premier motore trainante di un terzetto che punta a indebolire il marco tedesco in favore del dollaro americano!
di Ascanio Celestini
I carcerati c'hanno pure la televisione. Così si dice durante la chiacchiere al bar, come se avercela sia una buona cosa. E allora andiamo a vedere come stanno i prigionieri delle nostre galere, le più infami d'Europa. Ricordiamo intanto il dato che alcuni giornali mostrano quando arriva l'estate e le condizioni si fanno più critiche. Cioè che nelle nostre galere ci sono quasi 150 detenuti dove ce ne starebbero 100 stretti. Insomma una vera tortura e non lo dico io o qualche vecchio brigatista pericoloso, ma un signore moderato come il presidente della repubblica. Di questi, quasi la metà scontano una pena senza aver ricevuto una condanna. Aspettano. E intanto se ne stanno dentro. Dentro alla cella per 22 ore su 24.
L’iniziativa, che si svolgerà domattina a Roma davanti agli studi di viale Mazzini, è stata anticipata da una lettera diffusa dal Comitato promotore della raccolta firme per abrogare le modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e l’articolo 8 della manovra economica dell’agosto 2011, targata Berlusconi.
La lettera diffusa dal Comitato promotore (ne fanno parte sedici cittadini, tra cui Antonio Di Pietro, Nichi Vendola, Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto, Angelo Bonelli, Nicolosi, Patta, Re David e Rinaldini della Cgil, oltre a giuristi e a Tommaso Fulfaro di ‘Articolo 21'), si rivolge, “in un momento così delicato per la vita del nostro paese, alla vostra (dei giornalisti, ndr) sensibilità democratica, affinchè non sia oscurato un tema che sta coinvolgendo in una libera discussione centinaia di migliaia di persone in tutt’Italia”.
da Globalist.it
«La politica di protezionismo portata avanti dalle case discografiche contro la pirateria si è rivelata fallimentare, bisognava invece subito andare da un'altra parte, e secondo me è il live, che ha sempre caratterizzato l'attivita' del musicista e sempre la caratterizzerà». Così il cantautore Niccolò Fabi motiva la scelta di rendere disponibile sul web, anche se in una versione diversa da quella incisa, il suo nuovo album con 11 inediti Ecco, e sostiene che la ricetta contro la pirateria informatica possa soltanto essere quella dell'esibizione dal vivo dell'artista.